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Partecipazione della Cattedra UNESCO in Bioetica e Diritti Umani alla conferenza UNESCO su “World Higher Education”

a cura di Claudia Fini, Chair Research Scholar In occasione della conferenza UNESCO su “World Higher Education”, La Cattedra UNESCO in Bioetica e Diritti Umani ha collaborato con Portulans Institute e IIASA per la produzione di un policy brief intitolato: Building a digitally ready education system with a bioethical framework - the new normal. La conferenza si svolgerà a Barcellona, Spagna, dal 18 al 20 Maggio con l'obiettivo di discutere e definire un piano d’azione per il futuro dell'istruzione superiore. Questo piano d’azione affronterà specificamente le sfide affrontate dall'istruzione superiore, con particolare attenzione allo sconvolgimento globale creato dal COVID-19.   In questo contesto, il nostro policy brief ha affrontato il tema dell’educazione digitale a livello universitario, spesso data per scontata o inadeguata alle crescenti esigenze digitali di un contesto sociale e lavorativo sempre più volto allo sviluppo tecnologico. Secondo il nostro policy brief, l’educazione digitale dovrebbe essere presentata attraverso il concetto di digital literacy, che racchiude sia competenze digitali pratiche (come gestione di file, uso di software e coding), ma anche attributi di pensiero, volti all’utilizzo delle tecnologie in modo sicuro ed etico. Infatti, la nostra collaborazione ha presentato un modello di educazione digitale che si sviluppa attraverso un framework bioetico fondato sui valori della Universal Declaration on Bioethics and Human Rights.    width=   Un esempio concreto dell’applicazione di digital literacy skills in ambito educativo è dato dal sempre più comune fenomeno della disinformazione. Infatti, come la maggior parte delle tecnologie digitali, uno degli aspetti più difficili nella gestione della disinformazione è la sua rapida diffusione, accompagnata dalla difficoltà di attuare misure educative correttive del fenomeno non appena si generano materiali di disinformazione. Secondo la Dr. Nadejda Komendantova, la disinformazione deve essere identificata immediatamente assiema alla disponibilità generale delle persone a leggere informazioni corrette. A tal fine, sfatare le comunicazioni allo scopo di correggere la disinformazione spesso esacerba gli effetti della disinformazione. D'altra parte, Dr. Komendantova crede che promuovere il pensiero critico e le abilità socio-emotive negli studenti consenta di interrompere il ciclo della disinformazione. Queste capacità di pensiero specifiche dovrebbero essere promosse attraverso varie attività educative tra cui, ad esempio, eventi di sensibilizzazione e sensibilizzazione incentrati sulla disinformazione su Internet. Nel complesso, le capacità di pensiero critico dovrebbero riflettere la creazione di una cultura dell'informazione in cui le persone non si affrettano a trarre conclusioni, ma si lasciano il tempo per cercare fonti di informazione alternative.

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