Descrizione
«L’intersoggettività e il suo fondamento»
Joseph De Finance in dialogo con Buber, Lévinas e don Tonino Bello
Andare al cuore della relazione intersoggettiva significa orientarsi a ciò che in essa viene messo in gioco: la manifestazione, comunicazione, condivisione di ciò che, anzitutto si è: solo partendo da una profonda coscienza del valore e della dignità della propria soggettività, la cui essenza è quella di essere «apertura», possiamo riconoscere, promuovere e difendere la soggettività altrui ed aprirci a relazioni intersoggettive autentiche. Ovviamente tutto ciò è possibile se e solo se sapremo conservare il riferimento al Fondamento tanto della soggettività quanto dell’intersoggettività, da intendersi come relazione interpersonale, ossia come reciprocità tra persone coscienti della propria apertura all’Assoluto proprio grazie a quella natura spirituale che inerisce ogni individuo personale e che lo porta ad essere con-tra-per-gli Altri essendo «pienamente se stesso».
L’adesione all’Altro, proposta dal de Finance, rappresenta la valida alternativa a tutti quei tentativi di negazione, assimilazione, riduzione che minano tanto la soggettività quanto l’intersoggettività.
La metafisica definanceana viene messa a confronto e in dialogo con l’antropologia dialogica buberiana e con l’etica responsabile lévinasiana per approdare, nell’Appendice Metafilosofica, a «contemplare» la bellezza e la bontà della confluenza dei tre pensatori nella prassi pastorale del Vescovo pugliese Don Tonino Bello vissuta all’insegna della «convivialità delle differenze», in cui l’Altro non è né inferno, né nemico, né una minaccia all’Io, ma una delle corsie preferenziali attraverso cui l’Io può pervenire alla piena realizzazione di Sé in quella carità che è espressione di una libertà vera ed autentica, in quanto non tanto libertà-da-l’Altro, espressione di un Io chiuso a se stesso, ma libertà-per-l’Altro, quale autentica espressione di un Io fedele ed obbediente alla verità di sé.