Promuovere la riflessione bioetica alla luce dei diritti umani e i doveri affrontati da diverse prospettive religiose e culturali nei settori che si occupano attivamente della ricerca biomedica, della pratica medica, la salvaguardia dell’ambiente, sia nell’ambito personale e professionale che in una prospettiva sociale, politica e giuridica.
La ricerca si prefigge identificare sia le convergenze o similitudini tra le diverse culture sulle tematiche della bioetica, sia le differenze e dissimilitudini allo scopo di promuovere una cultura dell’incontro, di mutuo rispetto e dialogo proficuo, capace di costruire ponti di conoscenza e di azione comune nell’ambito delle scienze della vita e della salute delle quali si occupa la bioetica globale.
Il nostro nostro è il più rilevante foro di dialogo multiculturale e interreligiosa in bioetica al mondo, per la sua diversità e offre importanti benefici agli esperti e alle istituzioni nel campo della bioetica. Fornisce una piattaforma mediatica che promuove il riconoscimento e la visibilità dell’impegno accademico e scientifico nel campo delle scienze della vita e della salute. Mette in evidenza la capacità di dialogo e comprensione nel nostro complesso mondo globalizzato e diverso.
Sei conferenze e workshop internazionali su «Bioetica, multiculturalismo e religione» si sono tenuti a Gerusalemme (2009), Roma (2011), Hong Kong (2013), Città del Messico (2014), Houston (2016), Roma (2018). Queste conferenze accademiche hanno cercato di promuovere l’arte della convergenza e della cooperazione nell’etica globale tra gli esperti di bioetica provenienti dalle religioni e culture del mondo tra cui il buddismo, il confucianesimo, il cristianesimo, il giudaismo, l’induismo e l’islam.
Radunando esperti di queste religioni, è stato creato uno spazio raro per il dialogo dove regna un’atmosfera di amicizia e rispetto. Tali dialoghi e incontri ci permettono di vedere gli altri come nostri fratelli e sorelle nella nostra comune umanità. Questo è il più urgente compito nella nostra realtà globalizzata e può eliminare i sospetti che a volte sono causa di sfiducia e persino di violenza.
Le nostre esperienze ci permettono di condividere valori e atteggiamenti che facilitano, con una metodologia specifica, il dialogo e la realizzazione dell’obiettivo della Cattedra UNESCO: «Promuovere l’Arte della Convergenza e della Cooperazione nell’Etica Globale». La Cattedra intende di creare forum per leader diversi nell’ambito del pensiero bioetico. Collaborando in uno spirito di rispetto e amicizia, speriamo di fornire un quadro comune per guidare l’applicazione dei principi bioetici alla luce della Dichiarazione UNESCO sulla Bioetica e i Diritti Umani.
Metodologia dei Workshops
Riconosciuti leader di pensiero esperti in bioetica di diverse religioni e tradizioni culturali (circa una ventina) sono invitati ad analizzare, scrivere un articolo e discutere di specifiche domande bioetiche e delle loro implicazioni antropologiche:
I seguenti documenti sono commissionati agli esperti mesi prima dell’workshop:
Il workshop si svolge durante 3 giorni in un paese e città caratterizzata per la presenza de diverse tradizioni culturali e religiose o per la prevalenza di alcuna tradizione particolared.
Prima della presentazione per l’eventuale pubblicazione, i partecipanti possono modificare i loro documenti alla luce del dialogo della nostra riunione di tre giorni.
I contributi sono pubblicati in forma di libro. Cfr. http://www.unescobiochair.org/publications-and-resources/
Durante il workshop di Roma (2011) abbiamo trattato il principio della protezione delle popolazioni vulnerabili alla luce della Dichiarazione dell’UNESCO sulla bioetica e i diritti umani. Ben presto divenne chiaro che con così tante diverse tradizioni religiose, molti problemi concettuali erano irrisolti. Il contrasto est-ovest era particolarmente forte per quanto riguarda i diritti umani. Molti partecipanti al seminario trovano il linguaggio dei diritti umani troppo individualistico.
Il workshop di Hong Kong (2013) si è concentrato sulla tensione tra i diritti umani e la diversità culturale, poiché influenzano le scienze della vita, l’assistenza sanitaria e l’uso appropriato della tecnologia in questi campi.
In Messico (2014) il seminario si è incentrato sul principio della responsabilità sociale e della salute da una prospettiva interreligiosa e multiculturale, concentrandosi sull’articolo 14 della Dichiarazione dell’UNESCO sulla bioetica e i diritti umani, che afferma che: “1. La promozione della salute e dello sviluppo sociale per il proprio popolo è una finalità centrale dei governi e condivisa da tutti i settori della società. 2. Considerato che il godimento del più alto standard possibile di salute è uno dei diritti fondamentali di ogni essere umano, senza distinzioni di razza, religione, credo politico, condizione economica e sociale, il progresso scientifico e tecnologico deve favorire: a) l’accesso ad un trattamento sanitario di qualità e alle medicine essenziali, specialmente per la salute delle donne e dei bambini, perché la salute è essenziale alla vita stessa e deve essere considerata un bene sociale e umano; b) l’accesso ad un adeguato nutrimento e all’acqua; c) il miglioramento delle condizioni di vita e dell’ambiente; d) l’eliminazione dell’emarginazione e dell’esclusione delle persone in base a qualsiasi motivo; e) la riduzione della povertà e dell’analfabetismo.
A Houston (2016) abbiamo discusso delle sfide bioetiche della neurogenomica, della comprensione delle diverse tradizioni culturali della genetica e dell’epigenetica, nonché della comprensione degli sviluppi neuroscientifici e della valutazione etica degli interventi genetici e cerebrali. Sono stati affrontati altri temi: l’uso di farmaci e dispositivi oltre il terapeutico (enhancement), il ruolo dei geni e del cervello per spiegare meglio la natura e il comportamento umani, la relazione tra DNA, cervello, mente e anima.
A Roma (2018) abbiamo discusso delle prospettive interculturali e interreligiose del consenso informato nella ricerca biomedica e nei vaccini al fine di incorporare la diversità religiosa nel modo in cui le sperimentazioni cliniche vengono condotte tenendo conto delle convinzioni culturali e religiose.
Prof. P. Joseph Tham: [email protected]
Prof. Alberto García: [email protected]
Per ulteriore informazione sulle attività di ricerca, pubblicazioni e galleria fotografica della Cattedra UNESCO in Bioetica e Diritti Umani in questa linea di ricerca: http://www.unescobiochair.org/bioethics-multiculturalism-and-religion/