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“La questione della fecondazione assistita”

Roma – 24 Aprile,  2018  nel master promosso dall’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum  in Scienza e Fede, viene proposta una conferenza sulla fecondazione assistita. «Dammi dei figli se no io muoio!» (Gn 30,1). È il grido di Rachele: è disposta a tutto pur di avere un figlio, persino che il marito Giacobbe si unisca alla schiava Bila. Rachele è immagine del vissuto della riproduzione assistita per due aspetti, in particolare. Il primo è quella che la psicoanalisi chiama ‘passione di maternità’, quasi un “delirium” che porta gli aspiranti genitori a volere un figlio “ad ogni costo”, non tanto e non solo dal punto di vista economico, ma soprattutto dal punto di vista etico. Il secondo aspetto è il carattere “sostitutivo” o comunque non terapeutico delle tecniche usate, dalla FIV alla maternità surrogata. La schiava Bila del racconto biblico, infatti, non risolve la sterilità di Rachele, ma si sostituisce a lei nella generazione del figlio tanto atteso. È, in fondo, proprio quello che fa la Scienza in questo ambito. Nella conferenza di oggi – spiega la prof.ssa Brambilla – presenteremo il delicato tema della fecondazione assistita a partire dal dato scientifico della sterilità/infertilità; per poi presentare i criteri per il giudizio etico delle varie tecniche, ma anche del counselling con la coppia infertile. Dopodichè si presenterà il vissuto femminile di fronte alle tecnologie della riproduzione e anche come queste stiano mutando il significato stesso della genitorialità. Infine, si collocherà la questione all’interno del contesto storico-culturale attuale, a mo’ di decodificazione di ambiti apparentemente distanti dalla fecondazione assistita, ma in realtà strettamente connessi, come ad esempio l’ideologia gender, e le relative conseguenze a livello etico e ancor prima antropologico.

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