Conferenza “Il duplice ordine di conoscenza nella prospettiva della teologia fondamentale”

Il giorno 29 Aprile è previsto l’incontro del Ciclo di Conferenze del Diploma di Alta Formazione in Scienza e Fede che sarà tenuto dal Prof. Mons. Giuseppe Lorizio.

Titolo della Conferenza: “Il duplice ordine di conoscenza nella prospettiva della teologia fondamentale”

Una delle sfide più inquietanti poste in essere rispetto alla società e alla religione è senz’altro quella del fondamentalismo. Un esempio fra tutti, relativo al rapporto fede/scienza, lo rinveniamo nella rappresentazione cinematografica di God’s non dead, dove al fondamentalismo ateo-scientista del docente si contrappone in maniera virulenta la fede cieca dello studente, che cerca di interpretare tematiche cosmologiche e fisiche col ricorso alla Scrittura.

La dottrina cattolica, espressa nell’orizzonte del “duplice ordine di conoscenza” (Concilio Vaticano I) costituisce e rappresenta un criterio fondamentale per orientare il rapporto fra la prospettiva credente e i diversi saperi che cercano, ciascuno a suo modo, di interpretare il reale. Si pone così una distinzione imprescindibile fra due dimensioni costitutive della rivelazione, quella che concerne il cosmo e l’uomo e quella che si sviluppa e realizza nella storia della salvezza. Così come, attraverso la metafora delle due ali, l’enciclica Fides et ratio, di cui nel 2018 celebreremo il ventennale, disegna il rapporto armonico ma non inclusivo fra la fede e la ragione. Si tratta di evitare accuratamente sia di includere il primo termine nel secondo, adottando in maniera più o meno implicita una prospettiva fideistica, sia viceversa il secondo nel primo, giungendo a posizioni di razionalismo estremo.

Rapportato al rapporto fede/politica, il tema può essere sviluppato a partire dal detto di Gesù di Nazareth: “Date a Cesare quel che è di Cesare e date a Dio quel che è di Dio”, che costituisce il fondamento e la radice di un’autentica laicità, sia in campo scientifico, che in campo politico, in quanto preserva quell’autonomia delle realtà mondane, di cui parla la Gaudium et spes, che le scienze sono chiamate ad indagare e le politiche ad abitare, senza separazione, né confusione. Sicché questa visione squisitamente cattolica testimonia una profonda fiducia nella ragione umana, nelle sue possibilità e nelle sue risorse, ma anche la coscienza dei suoi limiti e delle sue fragilità.

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