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Testimonianze dei nostri studenti

Le mie vie non sono le vostre vie

a cura di Selene Urso
 width=Sono Selene Urso, una studentessa che lo scorso 3 luglio ha finito gli studi presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, conseguendo la Licenza pedagogico-didattica in Scienze Religiose. Sono una ragazza siciliana che all’età di 19 anni ha deciso di inseguire il suo sogno, lasciando una piccola città di provincia, Alcamo, e partendo con una valigia piena di ambizioni e sogni seppur con molti sacrifici da affrontare. Dopo il conseguimento del diploma classico, ero indecisa tra quale facoltà intraprendere, una delle mie preferenze era la facoltà di medicina. Ho sempre avuto un “debole” per la vita, sin da piccola ho avuto la propensione ad aiutare gli altri, quindi questa facoltà pensavo fosse quella più adatta a me. Ma durante il corso dell’ultimo anno di liceo, per caso, o per come la definisco io, per “coincidenza divina”, mi soffermai su un annuncio in internet che presentava l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum. Così incuriosita ne parlai in famiglia e l’indomani mia madre chiamò in facoltà e parlò con il Dott. Carlo Fattori, il quale molto gentilmente e simpaticamente le diede tutte le spiegazioni, rassicurandola. Successivamente parlai direttamente io con il Dott. Fattori il quale mi descrisse la facoltà come una grande famiglia, beh a distanza di 5 anni posso affermare che realmente è così. Dopo un mirato discernimento capii che la mia vocazione era sì a favore della vita, però piuttosto che la vita fisica, quella dell’anima. Penso che nella vita ogni uomo abbia un compito, una missione sin dalla nascita, sta ad ognuno di noi tentare di scoprire quale sia, cosa Dio ci chiede sin dall’eternità e decidere se aderire o meno al suo progetto. La mia storia personale è molto particolare, frutto di un progetto di Dio ben definito, anche se i suoi progetti possono sembrare incomprensibili in un primo momento in realtà sono quelli più giusti per noi… “Le mie vie non sono le vostre vie”… Grazie alla ben strutturazione dei corsi, e al fatto che le lezioni si svolgessero dal giovedì al sabato ho potuto iniziare a frequentare le lezioni, così da poter gestire la lontananza e i viaggi… Ps: Le hostess della Raynair ormai mi reputano una loro collega!!! Ricordo ancora il primo giorno in cui arrivai in università accompagnata da mio padre, il quale era emozionatissimo, le prime persone che incontrammo furono la splendida ed efficiente Daniela e il direttore di allora P. Marcelo Bravo Pereira. Sin da subito mi sono sentita accolta e voluta bene, veramente il Regina Apostolorum è una realtà in cui è davvero facile entrarci e difficile da lasciare poiché non si può lasciare una grande famiglia in cui si è stati sinceramente voluti, amati e accolti, dove le potenzialità di ognuno vengono valorizzate al 100 per cento. In questi anni sono cresciuta molto, sono entrata che era una ragazzina diciannovenne un po' timida e introversa e ho concluso questo bellissimo percorso da donna ventiquattrenne sposata e con un bagaglio culturale e lavorativo che ha arricchito la mia vita. Subito dopo la fine del primo ciclo di studi, concluso con il conseguimento del Baccalaureato, ho iniziato ad insegnare presso una scuola elementare di Roma, questa esperienza lavorativa mi ha permesso di capire ancora meglio che era proprio questo quello che Dio mi chiedeva, ed è proprio questa la mia vocazione. Nel frattempo, ho continuato gli studi fino a questo 3 Luglio, data in cui li ho conclusi con il conseguimento della Licenza pedagogico-didattica in Scienze Religiose. A conclusione di questi 5 anni posso affermare, che sono stati anni indimenticabili, anni in cui la nostalgia di casa era presente ma allo stesso tempo la malinconia veniva spazzata via dall’affetto delle persone che il Signore mi ha dato il dono di conoscere, tra cui professori straordinari che mi hanno permesso di costruire in modo eccellente la mia formazione professionale.

Il coraggio di conoscere la veritĂ 

a cura di Maria Rustrian
 width=Sono Maria de los Angeles Rustrian Lara, nata nella città del Guatemala, ho 30 anni e sono studentessa del primo anno di Bioetica. Dio, nel suo immenso disegno d’ amore, mi ha concesso di nascere nel seno di una famiglia cattolica abbellita dal grande dono, dell’apertura alla vita dei miei genitori; sono la terza di otto fratelli e benedico Dio del regalo meraviglioso della vita d'ognuno di loro. Sono testimone della gioia che si vive in una  famiglia grande, quando apprende la notizia della concezione di un nuovo fratello. Tutto questo grazie alla fede che la mia famiglia ha visto accrescere grazie al supporto ricevuto dalla Chiesa Cattolica, soprattutto dal suo Magistero «Humanae Vitae» e grazie alla cura pastorale della parrocchia Nostra Signora di Guadalupe nella città del Guatemala. Nel 2014 ho ottenuto la laurea in Medicina Generale alla Università San Carlos in Guatemala; poi ho conseguito il Master in ginecologia ed ostetricia nella stessa Università. La mia esistenza è da sempre segnata dalla gioia che si vive in famiglia per il miracolo della vita. Proprio questo importante segnale mi ha permesso di rilevare grandi limiti sulla visione integrale della persona umana in particolare nel sistema sanitario del mio paese. L’attuale visione porta con sé la pratica della medicina basata su presupposti ideologici, lontani dal dato scientifico, lontani della realtà che vive ogni famiglia e soprattutto lontani dalla luce della fede cristiana. Molte famiglie hanno bisogno di risposte ed un’adeguata guida nel percorso di panificazione familiare. Purtroppo sono stata testimone, nel trascorso di dieci anni, di tante minacce ed abusi da parte del personale sanitario verso le mamme che desideravano avere una famiglia con più di due figli e da questa esperienza ho compreso che occorre impegnarsi perché non è giusto privare tante famiglie del diritto di scegliere la vita. Ho conosciuto tanti colleghi medici che influenzano le madri., per imporre loro metodi artificiali di pianificazione familiare, sia attraverso terapie orali o con interventi sterilizzanti (obliterazione tubolare bilaterale) e con dispositivi intrauterini. Queste esperienze sono state per me molto forti e mi hanno portato a prendere la decisione di lasciare il mio lavoro di medico. Purtroppo, gli abusi di potere da parte del personale sanitario capitano e soprattutto verso le persone povere che non hanno la conoscenza necessaria per proteggere i propri diritti. A questi possiamo aggiungere le controversie nate, in particolare nel mio paese, sulla legalizzazione dell'aborto e dell'eutanasia, la fecondazione assistita, la manipolazione genetica etc. Vedendo questa realtà che ci circonda contrapponendola alla gioia del miracolo della vita, ho maturato il desiderio, forse volere di Dio, di continuare la mia formazione medica nel campo della Bioetica, sia per offrire una adeguata guida alle tante famiglie che si rivolgono a me nel percorso della pianificazione familiare, sia per rispondere a tante questioni di molti medici, che mi chiedono di dare una spiegazione alla mia fede partendo da argomenti scientifici. Così ha cominciato il mio percorso di studio per ottenere la licenza in Bioetica presso l'Ateneo Regina Apostolorum a Roma. Questa opportunità di studiare a Roma, la considero non soltanto come un mezzo per acquisire la conoscenza della materia, ma come un tempo per approfondire la ricchezza della cattolicità della Chiesa.  Ho avuto anche l'opportunità di stare vicino al Santo Padre e al suo magistero ed anche all'Accademia Pontificia per la Vita. Avevo molta paura di lasciare il mio paese, la mia famiglia e rimanere senza lavoro, ma ho trovato molto conforto in questo studio; ho trovato una risposta a tutte le mie domande. Voglio dire che cercare la verità richiede coraggio e mi sono trovata molto bene in questa università, dove mi sono sentita vicina a tante persone che hanno la stessa mia preoccupazione, stessi obiettivi e stessa voglia di difendere la verità in Cristo Gesù con tutto il coraggio che ci vuole. Ho trovato degli insegnanti bravissimi sempre all'avanguardia con la più alta preparazione in ogni tema, che mi hanno accolta e supportata nonostante non conoscessi molto bene la lingua italiana. Quando ho cominciato a comprendere che in questa lotta non ero sola, a poco a poco ho visto tutte le mie paure comparire. I compagni di classe, tutti i miei insegnanti oggi sono per me nuova famiglia. Sono convinta che non è stato facile prendere questa decisione, ma ogni nuova conoscenza che acquisisco in questa università mi dà la certezza di essere sulla strada giusta; e quando sarà il momento di ritornare alla mia cara Guatemala, mi vengono in mente le parole del salmo 125: “Nell’andare, se ne va piangendo, portando la semente da gettare, ma nel tornare, viene con gioia, portando i suoi covoni.” Sono tante le esperienze, le conoscenze acquisite che non posso che non  ringraziare Dio e  questa università per questa meravigliosa opportunità.

Diversas Ă©pocas, un mismo espĂ­ritu, una misma ilusiĂłn

a cura di P. Francisco Javier Romano, LC
 width=Han pasado 25 años de la fundación y 20 años desde que llegué a estudiar por primera vez al Ateneo. Realicé mi primer año cuando aún acudíamos a la actual sede del PCIMME y posteriormente fui parte de la primera generación que inauguró nuestra sede actual durante el gran jubileo del 2000. Luego de algunos años de trabajo pastoral volví para los estudios teológicos de bachillerato y recientemente tuve la posibilidad de venir de nuevo para realizar la licenciatura en teología dogmática. Si bien he pasado por tres etapas diversas en el Ateneo, ha sido gratificante ver cómo la comunidad educativa ha mostrado la misma ilusión para ir “al paso de la Iglesia” en fidelidad al magisterio, con un espíritu siempre alegre y servicial que ha distinguido a todos los que forman parte de esta comunidad. Recientemente, el Papa Francisco hablando sobre los desafíos de la teología a partir de la constitución apostólica Veritatis Gaudium, decía que «la teología debe sintonizar con el Espíritu de Jesús Resucitado, con su libertad de ir por el mundo y de llegar a las periferias, también a las del pensamiento»[1]. Me parece que es una buena síntesis de lo que intentamos lograr en el Ateneo. Desde los profesores hasta quienes nos ayudan amablemente en la biblioteca o el área de sistemas. Desde las secretarías generales y de decanato, hasta quienes se encargan de que funcione el sonido o que el edificio esté limpio y digno, todos contribuyen no solamente para que podamos estudiar y aprender, sino que buscan con sus actos y sus gestos que seamos mejores personas, que sepamos encontrar en el otro a Jesús resucitado que sale a nuestro encuentro. Ciertamente la capilla de nuestro Ateneo es el lugar privilegiado desde donde podemos hacer la “teología de rodillas”. Pero también podemos encontrar a Cristo en nuestras clases y encuentros cotidianos con nuestros compañeros y con todos los que forman parte de esta institución. En este sentido, el papa Francisco decía que «la teología nace en medio de seres humanos concretos, a los que encuentra con la mirada y el corazón de Dios, que va en su búsqueda con amor misericordioso»[2]. Siempre valoré la apertura, disponibilidad y seriedad argumentativa con la que en el Ateneo nos han ayudado a ser mejores transmisores del Evangelio. Si bien los conocimientos y competencias adquiridas han sido y seguirán siendo importantes para la vida, lo más valioso ha sido el testimonio de la fe y fidelidad al magisterio de quienes han apoyado nuestra formación académica. En cuanto a las periferias del pensamiento, es una gracia poder respirar cotidianamente en el Ateneo la catolicidad de nuestra Iglesia y compartir nuestra inquietud por encontrar la Verdad. Ciertamente es importante también considerar la distinción a la que nos invita el Sumo Pontífice: «Entre los estudiosos, es necesario seguir adelante con libertad; después, en última instancia, será el magisterio el que diga algo, pero no se puede hacer una teología sin libertad. Sin embargo, en la predicación al Pueblo de Dios, por favor, no hiráis la fe del Pueblo de Dios con cuestiones controvertidas». Es en esa libertad y fidelidad en la que hemos sido formados y queremos seguir sirviendo a la Iglesia. Sabemos que nos quedan muchos retos por delante, tanto en lo personal, como comunitariamente. Para el Ateneo, mi agradecimiento por todo lo que me ha dado. Espero que cada vez, nuestra contribución a la Iglesia y en las periferias del pensamiento sea más incisivo y eficaz, confiando siempre en que estamos en las manos de la Providencia. [1] Francisco, Discurso a los participantes en el Congreso “La teología después de la Veritatis Gaudium en el contexto Mediterráneo”, 21 de junio  de 2019. [2] Francisco, Discurso a los participantes en el Congreso “La teología después de la Veritatis Gaudium en el contexto Mediterráneo”, 21 de junio  de 2019.

La casa in cui si ricerca la veritĂ 

a cura di Noemi Faustini
 width=Accompagnata da tutta la bellezza che risplende nell’immagine dell’Università come di una “casa in cui si ricerca la verità”, ho giorni fa concluso il ciclo di Licenza all’Istituto Superiore di Scienze Religiose dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum.Ho sentito mia in tal modo questa immagine poiché, riguardando indietro, è stata per me questa. Sin da quando, a diciotto anni e appena diplomata, tra quelle mura iniziai ad essere condotta con gli occhi della mente e le orecchie dell’animo per gli spazi del pensiero, della storia, della Scrittura e della morale, della dogmatica e della spiritualità. Sin da quando cominciai a toccare con mano di star camminando al fianco di colleghi e di docenti la cui missione primaria era quella di formarsi e di formare alla dimensione cristiana, nella Chiesa. In sostanza di essere, nella medesima casa, una comunità. In tutta la profondità che il concetto di comunità sottende. Non solo. La casa a cui faccio riferimento, non è solamente quella esterna delle aule universitarie: ho visto in costruzione, partendo dagli studi più basilari della teologia e della filosofia, man mano le fondamenta, e andando a crescere, le pareti, e il tetto anche del mio edificio interno, nel quale ho potuto sfiorare quella Verità di cui mi era stato parlato e testimoniato. E forse è proprio questa la grande peculiarità delle scienze teologiche e filosofiche autenticamente insegnate: non rimangono mai fine a se stesse, non narrano mai solo realtà esterne, ma hanno per oggetto chi le studia perché raccontano, innanzitutto, l’una più l’altra meno direttamente, del medesimo Autore. Ciò è certamente importante nella vita di ogni credente ad ogni età, ma si potrà immaginare quanto possa essere stato fondamentale nel percorso di una ragazza alle prime vere e proprie armi con la vita. Ad oggi certamente non mi allontano più in là delle seconde o terze armi, ma se l’albero si vede dai frutti, tanto sono state gettate fondamenta ben salde, e tanto sono stati meticolosi i curatori del mio campo, che al termine di questo ciclo quinquennale di studi non posso non aprirmi agli orizzonti approfonditi di nuovi percorsi accademici. E per trampolini di tal genere non c’è ricompensa che qui si possa dare. Perciò mai abbastanza, per questo e per molto altro, potrò ringraziare l’Ateneo e tutti i suoi docenti. Posso solo iniziare, facendolo da qui.

The APRA Experience from 2014 to 2019

a cura di P. Obada Joseph Tolulope
 width= It was a beautiful and bright morning, the 16th of October 2014, the first time ever setting foot on the hallowed grounds of Ateneo Pontificio Regina Apostolorum.  Two realities immediately welcomed me, first, the elegant simplicity of the architecture, revealing a genius of space management, and secondly, the mission and vision of the Athenaeum. “The Pontifical Athenaeum Regina Apostolorum is dedicated to the education of Christian leaders and evangelisers from both the clergy and the laity, who will give witness to the mystery of Christ in the service of the Church. It seeks to imbue society with the spirit of the Gospel by creating and promoting Christian lines of thought in harmony with the teachings of the Catholic Church that will enable humankind to address its deepest theoretical and existential challenges.” I was no less touched from these words, and through my stay, which lasted 5 years, that day remained and still remains with me. Studying in a different country, with a different language , is not a walk in the park, it is like beginning  from kindergarten, because you needed to build from the basics; but this is where APRA stands out and by APRA, I mean the people therein, and not the structure (albeit non-exclusive). While watching the lips’  movement of the professor (since I understood nothing in Italian), a legionary brother walked up to me and willingly, gracefully and angelically offered to take notes in English so that I could follow. That simple gesture, alongside those of the other brothers and sisters whose friendship made all the difference was enough to neutralize all other turbulent times I had in the Athenaeum. Indeed, the wordings “education of Christian leaders” was made manifest. My exposure to a very intense theological (at baccalaureate level) and bioethical study (at Licentiate level) has prepared me for a future, which requires a lot of testimony. In my native Nigerian country these exposures, which APRA availed me,  would go a long way in making me useful to the local Church and the general Nigerian public bringing valid and objective international contributions of the particular areas of my studies interalia. All of this is reinforced by the disposition to the Magisterium of the Catholic Church, which is an admirable, and important characteristic of the formation availed at APRA. The nexus between faith and reason as a methodology for investigating the Divinely revealed truth does not suggest that formation in APRA is restrictive to the theological ambience only, rather it is safe to say that,  employing the same methodology cited above, there is no jeopardy of a holistic formation,  which makes anyone who passes through APRA capable of making positive, rational and valid differences in any scenario he/she finds him/herself. The proficient and quintessential team of professors, the steadily updated environment of learning, the warm rapport between academic and non-academic staff are also great assets worthy of mention. It has been a privilege being educated in APRA, and May God bless all those who in myriad of ways make APRA a befitting ground for education.

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