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Abstract conferenza Master Scienza e Fede: dall’Atomo all’Uomo: Determinismo, Diversità, Complessità

a cura del Prof. Vincenzo Balzani, Professore Emerito, Università di Bologna
 width=Il mondo materiale è costituito da un insieme di “oggetti” più o meno complessi e più o meno diversi, spesso caratterizzati da un  alto grado di ordine che  si manifesta, ad esempio, nella loro simmetria. Viene spontaneo chiedersi “come” questi oggetti si sono formati e se esiste una relazione fra di essi. Uno dei modi più affascinanti per affrontare questi problemi è quello di iniziare dagli atomi e dalle molecole: è l’approccio chimico all’interpretazione della realtà, secondo il quale gli “oggetti” del mondo macroscopico, dall’atomo all’uomo, possono essere schematicamente collocati su vari gradini di una scala della complessità. Le proprietà dei sistemi che si trovano ad un certo livello di complessità derivano dalla caratteristiche dei componenti che si trovano al livello sottostante, anche se, già a partire dai primi gradini, la conoscenza delle “parti” non è sufficiente per definire completamente le proprietà del sistema “intero”. Ciò accade perché le interazioni fra i componenti di un dato livello fanno emergere nuove proprietà. Ai livelli più bassi (Chimica) molte delle proprietà emergenti possono essere previste sulla base delle proprietà dei componenti che si trovano al livello inferiore, ma quando si giunge ai livelli più alti della scala della complessità (Biologia) le proprietà emergenti diventano impossibili da prevedere e persino da razionalizzare. Al livello degli organismi viventi, infatti, la complessità chimica è talmente elevata da sfuggire ad ogni interpretazione scientifica esauriente: basti pensare che il corpo umano contiene diecimila miliardi di cellule e che il DNA presente in una cellula umana è costituito da circa tre miliardi di nucleotidi. La scienza dimostra che la vita ha una base chimica, ma la vita non può essere ridotta ai suoi aspetti chimici, così come non è possibile identificare una sinfonia semplicemente con lo spartito delle sue note. La conoscenza, anche solo parziale, della complicatissima base chimica della vita suscita sentimenti di umiltà e di stupore. Il mistero della vita quindi non sta, come un tempo si credeva, in una non meglio definita “forza vitale”, ma in una Chimica di imprevedibile complessità, di stupefacente organizzazione e di una funzionalità così ricca e diversificata da sfuggire al nostro raziocinio. Questo è il motivo per cui sembra altamente improbabile che si possa “costruire” in laboratorio la vita a partire da materia inanimata, riprodurre anche le più semplici forme di vita e comprendere il meccanismo intimo dei processi chimici più complessi che avvengono nei viventi, come quelli che presiedono alle  categorie mentali (apprendimento, memoria, sensazioni, pensieri). Come è stato dimostrato per altri campi della scienza (ad esempio la Matematica, l’Astronomia e la Teoria dell’Informazione), è molto probabile che anche in Biologia ci siano “cose” che, semplicemente, non possiamo conoscere.

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