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Abstract conferenza Master Scienza e Fede: La coscienza tra mente e cervello

A cura di Prof. P. Alberto Carrara, LC, Direttore del Gruppo di Neurobioetica
L’affascinante tematica su quella misteriosa entità che è la nostra “coscienza” ormai non è più di esclusiva competenza di discipline tradizionali come la teologia e la filosofia; dinnanzi al progresso delle discipline afferenti allo studio del sistema nervoso umano, in particolare del cervello, si presentano infatti nuove evidenze e stimolanti prospettive di riflessione. Ad approfondire il tema al Master in Scienza e Fede all’Ateneo Regina Apostolorum sarà il prossimo 5 maggio il Direttore del Gruppo di Neurobioetica (GdN) e Membro della Pontificia Accademia per la Vita Prof. P. Alberto Carrara, L.C. I problemi relativi alla coscienza e all’identità personale si trovano oggigiorno in primo piano tra le questioni più dibattute sia a livello mediatico (radio, televisione, internet, reti sociali, quotidiani, settimanali, riviste di ogni genere e categoria, mezzi di comunicazione sociale), sia nei settori più specialistici delle scienze cognitive, della filosofia e delle neuroscienze. Diversi autori colgono una stretta dipendenza tra l’anima e la coscienza tanto che, da certe evidenze empiriche a livello neuroscientifico, deducono quanto segue: L’anima è nel cervello. Radiografia della macchina per pensare, titolo del libro best-seller di Eduardo Punset; oppure: Noi siamo il nostro cervello, titolo dell’immensa opera di Dick Swaab. Questi sono soltanto alcuni dei numerosi libri che vogliono ridurre l’essere umano al suo organo cerebrale, al cervello. L’uomo comune, cioè l’uomo della strada, noi tutti, associamo subito al nome Terry Schiavo o Eluana Englaro, immagini di esseri umani ‘ridotti’, ‘costretti’ da gravi forme di traumi neurologici, a uno stato denominato, ancora in modo del tutto indegno ed improprio: ‘stato vegetativo’, abbreviato in VS (dall’inglese: Vegetative State). Tutti noi siamo stati testimoni, più o meno diretti e partecipi, dei numerosi dibattiti di bioetica relativi a questo disordine della coscienza e sappiamo di persone in stato di coma, un’altra forma di grave disordine della ‘coscienza’ o in ‘stato di minima coscienza’ (MCS), per non parlare della ‘sindrome dell’imprigionato (lock-in syndrome). Parlare di “coscienza” diviene allora “critico” in particolare quando in gioco c’è la propria pelle e quella delle persone che ci stanno accanto e a cuore: parenti, amici e conoscenti. Definire cosa sia la ‘coscienza’, cosa si intenda per ‘coscienza’, se essa davvero definisce completamente la persona umana, tanto che se persa si può affermare ‘già non c’è più la persona X’, ‘già se n’è andata’, etc.: tutto ciò diviene estremamente coinvolgente poiché in prima persona, almeno potenzialmente, ci sono proprio ‘io’, come persona, non un ‘io’ generico, sperduto nell’iperuranio. Queste domande mi coinvolgono perché mi definiscono, almeno parzialmente, mi toccano poiché un giorno potrei trovarmi anch’io in una tale situazione. Il tentativo di assoluto riduzionismo della ‘coscienza’ al mero ambito neuroscientifico viene ben descritto dal neurochirurgo italiano Massimo Gandolfini nel suo libro: I volti della coscienza. Il cervello è organo necessario ma non sufficiente per spiegare la coscienza. Nella conferenza si considereranno tutti i fattori di complessità del comportamento umano per rovesciare il nostro sistema di comprensione della coscienza: il punto di partenza non sono i correlati biologici neurali, ma la natura dell’esperienza e del vissuto, individuale ed unico. Dalla definizione e considerazione di tale peculiarità umana, dipenderà l’intera visione antropologica. Allora la domanda filosofica classica: ‘Chi è l’uomo?’, può ben venir declinata in: ‘Che cos’è la coscienza?’. Link alla presentazione Prezi che utilizzerà il relatore: https://prezi.com/fvpj1z_xzz8g/coscienza-tra-mente-e-cervello/

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