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Il tempo dello studio, della riflessione e dell’azione: essere studente in Apra

Editoriale a cura del Magnifico Rettore P. José E. Oyarzún, LC
Nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium Papa Francesco ha spronato tutta la Chiesa ad una trasformazione missionaria, ad essere una “Chiesa in uscita” che vuol “raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo”. È una chiamata orientata ad ogni cristiano, ad ogni comunità e istituzione. Come istituzione accademica pontificia, il nostro ateneo fa propria l’indicazione del Santo Padre nel compimento della sua missione specifica: la formazione di apostoli –leaders cristiani- che collaborino nella missione evangelizzatrice della Chiesa e creare correnti di pensiero che aiutino ad impregnare di spirito cristiano la cultura. Riconoscendo che la priorità è l’azione della grazia di Dio, la nostra partecipazione a questa trasformazione missionaria è la formazione di apostoli per una Chiesa in “uscita”. L'offerta formativa dell'Ateneo coniuga la serietà, il rigore scientifico, il riferimento al Magistero della Chiesa e l'apertura al dialogo con la cultura e le esigenze dell'uomo del proprio tempo. Contemporaneamente si adopera in modo pratico affinché gli studenti sviluppino le loro facoltà e quelle abilità e competenze intellettuali che gli consentano di acquisire personalità mature, aperte alla ricerca della verità e di un sano spirito critico. Pertanto, la formazione non si limita solo ad istruire, ma si cerca lo sviluppo di ciascun studente secondo i doni ricevuti da Dio. Se si vuole riassumere in una sola frase: si cerca una "formazione intellettuale integrale". Educare significa, pertanto, aiutare a conoscere la verità; che si traduce nella ricerca di un sapere oggettivo, organico e ben ordinato che promuova una profonda cura dell’intelligenza. Non è possibile comprendere il senso della formazione integrale della persona, fine essenziale dell’università, se non si riconosce questa centralità della perfezione della intelligenza e il suo obiettivo proprio che è la conoscenza della verità. È infatti la ricerca della verità l’obiettivo principale di tutta l’attività universitaria. Occorre, in primis, riconoscere che il protagonista nel processo educativo è lo studente, non solo perché quello che si persegue, in ultima istanza, è il suo bene, ma perché è colui che realizza l’atto fondamentale dell’apprendimento; nella sua intelligenza concretizza lo sforzo comprensivo per raggiungere una verità determinata, che in questo processo si va perfezionando. L’Ateneo vuole essere per gli studenti un luogo di crescita spirituale, umana e di conoscenze. Proprio in questo tempo di crisi, di difficoltà, dobbiamo scommettere su ideali grandi, sui talenti che Dio ci ha donato, sulle nostre ricchezze spirituali, intellettuali e materiali per aprirci ed essere attenti all’altro, per diventare solidali. Gli anni della formazione universitaria sono il momento di approfondimento e riflessione, ma anche una buona preparazione all’azione. Il punto di partenza è la convinzione che Dio fa fruttificare il nostro impegno, ma anche che Lui vuole che siamo collaboratori attivi mediante la crescita e l’esercizio dei talenti che Lui ci ha donato.  “L’attesa del ritorno del Signore è il tempo dell’azione: noi siamo nel tempo dell’azione, il tempo in cui mettere a frutto i doni di Dio non per noi stessi, ma per lui, per la Chiesa, per gli altri, il tempo in cui cercare sempre di far crescere il bene nel mondo. In particolare, in questo tempo di crisi, oggi è importante non chiudersi in se stessi, sotterrando il proprio talento, le proprie ricchezze spirituali, intellettuali, materiali, tutto quello che il Signore ci ha dato, ma aprirsi, essere solidali, essere attenti all’altro.  A voi Giovani che siete all’inizio del cammino della vita, chiedo: avete pensato ai talenti che Dio vi ha dato? Avete pensato a come potete metterli a servizio degli altri? Non sotterrate i talenti! Scommettete su ideali grandi, quegli ideali che allargano il cuore, quegli ideali di servizio che renderanno fecondi i vostri talenti.   La vita non ci è data perché la conserviamo gelosamente per noi stessi, ma ci è data perché la doniamo. Cari giovani, abbiate un animo grande! Non abbiate paura di sognare cose grandi” (Papa Francesco,2013).

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