Convegno “Il Dio dell’Universo e le leggi della natura” – Comunicato stampa
Conclusioni del Convegno
Scienza e fede nella Città Santa
Un convegno con le tre religioni monoteistiche a confronto
Gerusalemme, 4-9 dicembre 2011 Ateneo Pontificio Regina Apostolorum Istituto Scienza e Fede Notre Dame of Jerusalem Center Con il patrocinio di Ministero degli Affari Esteri - Italia Pontificio Consiglio della Cultura |
Il Dio dell'universo e le leggi della natura
Fede e scienza nelle religioni monoteistiche
Gerusalemme, 4-9 dicembre 2011
Comunicato stampa
Conclusioni del Convegno
Scienza e fede nella Città Santa
Un convegno con le tre religioni monoteistiche a confronto
Gerusalemme, 4-9 dicembre 2011
Ricercare insieme: filosofi e teologi insieme agli scienziati per un reciproco arricchimento, ma anche per un avanzamento più deciso e sicuro nelle singole discipline. È questo il denominatore comune su cui si è sviluppato il convegno: “Il Dio dell’universo e le leggi della natura. Fede e scienza nelle religioni monoteistiche”, sotto gli auspici del Ministero degli Affari Esteri italiano e del Pontificio Consiglio della Cultura. I relatori: Rafael Pascual, Melchor Sánchez de Toca, Riccardo Di Segni, Mustafa Abu Sway, Pietro Ramellini, Guido Traversa, Costantino Sigismondi, William Carroll, Pedro Barrajón e Avinoam Danin hanno lavorato in modalità “full immersion” presso l’Istituto Pontificio Notre Dame of Jerusalem, a due passi dal Santo Sepolcro e dai luoghi più santi per ebrei e musulmani.
Scienza e fede interagiscono tra loro, talvolta in modo conflittuale, altre volte positivamente: ne sono stati esaminati vari casi sia da un punto di vista generale sia in particolare in biologia e in astronomia. La stessa curiosità che spinse Mosè verso il roveto ardente continua a spingere gli uomini di scienza verso l’indagine sulla natura. L’incontro con Dio non è precluso dallo spirito critico dello scienziato, anche se qualche scuola di pensiero ebraica rammenta che non c’è tempo sufficiente per approfondire entrambi i campi dell’esperienza umana, col rischio – oggi spesso verificabile – di ritrovarsi ancora al principio nel cammino della conoscenza di Dio.
Ebraismo, Cristianesimo e Islam si trovano d’accordo sul fatto che la natura esprima la parola di Dio “in modo obbedientissimo”, come diceva lo stesso Galileo. Ed anche se si trova disaccordo tra Sacre Scritture e scienze della natura o le scienze hanno ancora da maturare i loro modelli e dati o l’interpretazione delle Scritture è ancora imperfetta. La sempre maggiore frammentazione, specializzazione del sapere ha creato una disunione tra sapienza, capacità di dare gusto, sapidità alle cose, e l’uomo. Fare scienza senza comprendere il senso e il fine del creato porta al paradosso di una università degli studi dove in due dipartimenti contigui lavorano persone e si attuano progetti reciprocamente sconosciuti ed incomprensibili. Il contrario del concetto di “universitas”…
Se teologi e scienziati non dialogano assieme ci sarà sempre diffidenza: teologi-scienziati e scienziati-teologi possono rendere il dialogo più semplice. Le università cattoliche devono avere il coraggio di rinnovare i loro programmi educativi, valorizzando anche nelle scienze la peculiarità dell’essere proprio cristiani e cattolici. Alle università civili spetta un compito simmetrico. Questo oggi in larga misura manca ancora nel panorama culturale e scientifico. Il contributo del pensiero alla società alle prese con globalizzazione e crisi economica, a fronte di competenze tecniche puntuali, è incapace di andare al cuore dei problemi. La sfida di teologi, filosofi e scienziati è aperta: sta a noi far sì che i germi di bene seminati nei solchi di questo convegno possano portare una messe abbondante.
Costantino Sigismondi
Testo del comunicato in pdf
Programma del Convegno (pdf)
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