A cura del Prof. Carlo Cirotto
Lo sforzo di capire l’essere umano è stato, per secoli, un compito esclusivo della filosofia che non ha risparmiato sforzi per identificare, armonizzare e spiegare le diverse specificità dell’uomo utilizzando il concetto di
anima come criterio unificatore.
Negli ultimi decenni, accanto alle tradizionali aree di competenza filosofica, se n’è venuta delineando un’altra, nuova nel metodo e nei linguaggi, vivace per il dibattito interno e ricca di apporti diversificati. È l’area che riunisce i contributi delle scienze empiriche alla soluzione del problema uomo. Partecipano alla sua realizzazione le neuroscienze, la biologia dello sviluppo, la genetica, l’informatica, la psicologia sperimentale e diversi altri settori della scienza empirica che utilizzano inediti paradigmi di ricerca e preziose intuizioni operative. Tutti condividono un’unica finalità: la conoscenza di quel fattore umano di unificazione, le cui diverse sfaccettature possono essere evidenziate con i metodi che sono loro propri e che viene chiamato
mente.
Nella mia veste di biologo esporrò alcuni dei risultati sperimentali in grado di gettare fasci di luce sui substrati biologici della mente umana.
Partendo dall’incontestabile unità della mente e dall’altrettanto incontestabile pluralità delle unità biologiche che formano il corpo (le cellule) descriverò i sistemi di integrazione che assicurano la comunicazione tra le cellule, permettendo così l’emergere di una
unità plurale. Mostrerò la molteplicità dei sistemi integrativi attivi nell’embrione fin dall’inizio della sua pluricellularità. Metterò in evidenza la loro appartenenza a ordini strutturali e funzionali diversi che vanno dall’atomico al molecolare al cellulare, attivati in questo preciso ordine durante lo sviluppo dell’embrione. Mi soffermerò soprattutto sui due principali sistemi cellulari: quello
sanguigno e quello
nervoso.
Il sistema sanguigno, che si sviluppa per una lunghezza media di oltre 2.000 Km, è un sistema integrativo costituito da una fitta ramificazione di vasi che connettono tra loro i 700 mila miliardi di cellule dell’organismo. L’efficienza di questo sistema di comunicazione tra cellule è qualitativamente assai raffinata – basti pensare al complesso gioco degli ormoni – ma soffre dei limiti imposti dalla relativa lentezza con cui il fluido/sangue si muove all’interno dei vasi.
Immensamente più efficiente, data la sua natura elettrica, è la comunicazione assicurata dalla rete dei nervi. I nervi, distribuiti in tutto il corpo, ricevono stimoli di diversa natura sia dall’interno che dall’esterno del corpo stesso, li trasformano in impulsi elettrici e li trasmettono al
cervello che li elabora.
Il cervello è considerato il substrato della mente. La sua struttura è oggetto di indagine da parte delle
neuroscienze di base mentre Il coinvolgimento funzionale delle sue diverse aree è prerogativa delle
neuroscienze cognitive che utilizzano tecniche molto raffinate per evidenziare quali zone cerebrali siano attive nello svolgimento di un determinato compito.
I progressi registrati dalla fisiologia cerebrale sono clamorosi. Non sono però che gli inizi di un impegno di ricerca che appare sterminato. Basti pensare che il cervello umano è fatto da 100 miliardi di cellule nervose i cui prolungamenti formano una rete che, secondo stime recenti, raggiunge i 165.000 Km di lunghezza!