Barrajòn Pedro – Meditazioni sulla fede 5

La fede dei discepoli per annunciare il Regno (Lc, 9, 1-6)

  

Egli allora chiamò a sé i Dodici e diede loro potere e autorità su tutti i demòni e di curare le malattie. E li mandò ad annunziare il regno di Dio e a guarire gli infermi. Disse loro: "Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né bisaccia, né pane, né denaro, né due tuniche per ciascuno. In qualunque casa entriate, là rimanete e di là poi riprendete il cammino. Quanto a coloro che non vi accolgono, nell'uscire dalla loro città, scuotete la polvere dai vostri piedi, a testimonianza contro di essi". Allora essi partirono e giravano di villaggio in villaggio, annunziando dovunque la buona novella e operando guarigioni.

Meditiamo questa settimana un passaggio della vita di Gesù dove non si parla esplicitamente della fede ma l’atteggiamento dei discepoli, che obbediscono alla parola di Gesù, richiede un grande atto di fede e di fiducia in lui. San Luca, come altri evangelisti, descrive questa scena solenne dove Gesù sceglie alcuni dei suoi discepoli per predicare il Vangelo. Si parla di una propria e vera chiamata. Gesù infatti “chiamò a sé” questi dodici discepoli. L’espressione “chiamare a sé” è molto bella. Egli chiama a questi dodici uomini per stare con lui e poi per inviarli a predicare. Il numero dodici evoca le dodici tribù del popolo d’Israele. Questi uomini dodici rappresentano la totalità di coloro che accetteranno il messaggio di Cristo. Gesù fonderà la Chiesa, il nuovo Popolo di Dio su queste persone, suoi discepoli. Non sono persone estraordinarie, soo normali, pescatori, lavoratori, esatori d’mposte, zeloti. Tra i discepoli troviamo diverse categorie ma nessuno è un grande personaggio. Sono persone semplici e piene di difetti che si perdono in cose piccole, che si chiedono chi è il più grande, che hanno paura della croce, che non comprendono bene il Maestro. Ma nonostante ciò Egli li chiama a se, per stare con Lui. A loro dà un’autorità speciale di tipo spirituale sugli spiriti immondi e un potere di guarigione. Gesù li invia al mondo con l’autorità che Egli stesso li dà.

Oltre a questo servizio di guarigione, Gesù affinda loro una specifica missione di evangelizzare, di predicare la Buona Novella al mondo. Questa missione l’abbiamo anche noi, discepoli di Gesù. Anche noi dobbiamo andare al mondo a predicare, a guarire, a evangelizzare. Il recente Sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione ha messo in evidenza come questa missione è quanto mai attuale in mondo secolarizzato e che sembra allontanarsi sempre di più dai valori del Vangelo. Ognuno vive questa missione a modo suo secondo le concrete circostanze in cui si trova, secondo la sua professione, la sua specifica chiamato, il suo proprio stato di vita. Ma il comando del Signore è chiaro e ogni cristiano lo deve sentire in cuore suo come un invito pressante a portare l’amore di Dio al mondo.

Gesù chiede ai suoi discepoli di portare avanti questa missione con totale fiducia in Dio, senza cofidare nelle forze umane. Non devono mettere la loro fiducia nelle richezze né nei suoi talenti, né in niente che non sia Dio stesso. Devono viaggiare senza niente che dia loro una sicurezza umana, devono imparare ad aspettare tutto dalla provvidenza. In questa loro missione alcuni li accoglieranno, altri invece chiuderanno loro le porte e li insulteranno, addirittura potranno perdere le loro vite. Questa missione dei primi discepoli è anche la nostra. Anche oggi avere il coraggio di annunziare il Regno di Cristo in un mondo secolarizzato suppone una grande sfida e una grande fede. Una forma di manifestare la nostra fede in Cristo e la nostra profonda adesione a lui è non avere paura di uscire dalla nostra commodità per mettersi al servizio del Vangelo; avere il coraggio di rompere la nostra routine quotidiana e dall’appiattiamento a cui ci porta una società conformista per portare al mondo un messaggio di amore e di pace. Soltanto una fede forte e profonda sarà capace di forgiare generazioni di uomini e donne che vogliano uscire da loro stessi e portare Cristo al mondo. Cristo mandò i primi apostoli a andare di villaggio in villaggio. Non vogliono lasciare nessuno fuori dell’azione di Cristo. Per noi è anche un invito. Andare da villaggio in villaggio vorrà dire per noi andare usare i mass media e trovare gli uomini lì dove essi si incontrano e hanno più bisogno di Crissto. Oggi il Signore vuole inviare anche discepoli al mondo. Troverà cuori di apostoli? Troverà in me disponibilità? Avrò il coraggio di fare presente Cristo negli ambiente dove mi trovo, lavoro e vivo? È in questi luoghi dove inizia la nuova evangelizzazione, dove si manifesta la fede con opere concrete di carità e di servizio. Molti uomini e donne aspettano la guarigione dei corpi e dello spirito. Aspettano un inviato di Cristo. Aspettano cuori che, come il profeta Isaia (6, 8) siano pronti a dire: “Eccomi! Mandami”.

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