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Presentazione del libro: “La Vergine di Guadalupe”

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Martedì 11 Dicembre 2012, vigilia della Solennità della Beata Vergine di Guadalupe Regina e Patrona dell’America e Stella dell’Evangelizzazione, all’Ateneo Regina Apostolorum si è svolta la presentazione del libro “La Vergine di Guadalupe”, scritto dal P. Javier Garcia L.C. e recentemente pubblicato nella versione italiana dalla casa editrice Shalom

  Martedì 11 Dicembre 2012, vigilia della Solennità della Beata Vergine di Guadalupe Regina e Patrona dell’America e Stella dell’Evangelizzazione, all’Ateneo Regina Apostolorum si è svolta la presentazione del libro “La Vergine di Guadalupe”, scritto dal P. Javier Garcia L.C. e recentemente pubblicato nella versione italiana dalla casa editrice Shalom. FOTO2 Il Direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Regina Apostolorum”, Padre Marcello Bravo Pereira, L.C, ha aperto l’incontro porgendo il saluto ai presenti e inquadrando l’evento fra le varie iniziative promosse dall’Ateneo per celebrare l’  “Anno della Fede” indetto dal Sommo Pontefice Benedetto XVI. “E’ un’opportunità provvidenziale, egli ha detto, abbinare il tema della fede con la presentazione di un libro dedicato alla Madonna”. Proprio oggi il corso avrebbe dovuto affrontare il tema della fede nella donna e Maria è stata un modello eccellente di donna di fede, “una donna, come ha detto Giovanni Paolo II, che ha pellegrinato nella fede”. Qualche settimana fa si è concluso il Sinodo dei Vescovi sulla nuova evangelizzazione, e noi, come si legge nel libro, dobbiamo guardare a Maria come modello di evangelizzazione e modello per gli evangelizzatori, Stella della prima e nuova evangelizzazione. Dobbiamo, come il popolo latino americano, definito da Giovanni Paolo II, il continente della speranza, guardare a Maria maestra di fede, custode, annunciatrice, aiuto per la fede, e lasciarci guidare da lei. Per tutti questi motivi- ha detto Padre Marcello- abbiamo voluto chiamare un grande specialista per parlare della Vergine di Guadalupe, il  Padre Javier Garcia, legionario di Cristo  della prima ora, venuto in Italia negli anni 50 con i primi gruppi di legionari. Il Padre Garcia, per tanti anni docente di teologia presso l’Università Gregoriana, è specializzato in teologia india e latino americana e ha approfondito il mistero della Madonna di Guadalupe, tema assai caro al popolo messicano. A Padre Luis Alfonso Orozco, docente dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum è toccato il compito di introdurre in modo più dettagliato alcune parti del testo facendo gustare diversi particolari di questa apparizione e inquadrandola nel contesto storico e sociale del Messico dei primi decenni del ‘500, travagliato per la violenta e lacerante conquista da parte degli spagnoli. Situazione che rese difficile ai primi missionari entrare nel cuore della gente e conquistarsi la loro fiducia. Il martedì 11 dicembre 1531, in un luogo sconosciuto nel cuore del Messico, quando la conquista spagnola era appena terminata, la Madre di Dio appare a Juan Diego, compie sulla sua tilma (mantello) il miracolo delle rose e gli chiede di presentarsi dal vescovo Zumàrraga (vescovo di Città del Messico) per annunciargli il miracolo che avrebbe cambiato la storia di un nazione, di un continente. Il Padre Garcia evidenzia nel libro la diffidenza del popolo verso i missionari spagnoli, poco più di una quarantina in un territorio così esteso, a causa delle violenza con cui questi avevano assoggettato il Messico. L’apparizione in questo senso fu di grande importanza perché la Vergine Maria si presentò nella sua immagine con dei codici conosciuti al mondo Azteco e Maya (Il simbolo dei fiori, dei colori, i segni uranici del sole, della luna, delle stelle, dello splendore dell’alba, delle nuvole) che subito divennero, mescolandosi con i simboli cristiani, una sintesi di inculturazione in cui il popolo seppe riconoscersi, proprio per la familiarità dei geroglifici aztechi. Lo stesso volto meticcio della Madonna, un misto tra i lineamenti spagnoli e indios divenne un segno di Pace e di riconciliazione. Comincia così, attraverso la Vergine di Guadalupe un processo di inculturazione e di riconciliazione. La Madonna non portando in braccio il Bambino Gesù viene percepita come “presenza del Verbo incarnato” attraverso il simbolo del fiore con i quattro petali che porta sul grembo e il nastro nero che le cinge i fianchi, espressione e messaggio per il popolo messicano della misericordia del Padre e di Gesù, di cui la gente aveva bisogno. In questo modo la Vergine di Guadalupe mostra alle persone il Figlio Gesù al quale tutti devono andare e le evangelizza indirizzandole al Salvatore, come fece a Cana (Gv 2,5) invitando i servi a  rivolgersi con fiducia a Gesù: “fate quello che vi dirà”. Davvero, come ha detto Padre Marcello,“non poteva esserci una migliore introduzione all’Avvento e al Natale!”

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