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Le tecnologie e la condivisione ci portano verso nuovi modi di essere

Cosa pensano i giovani under 35' sulla situazione attuale?  Come affrontare in positivo i cambiamenti che stiamo vivendo?   Lo abbiamo chiesto a Samuel Piana,  esperto di marketing, formatore, founder Landexplorer e past student della Summer School “La sfida umana nell’epoca della trasformazione digitale promossa dall’Istituto di Studi Superiori sulla Donna dell’APRA in collaborazione con Prioritalia
 

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Come ti poni rispetto all’emergenza che stiamo vivendo, come affronti questa sfida inedita? Parlaci dalla tua esperienza personale: dove ti trovi, come utilizzi le tecnologie per lavorare e/o studiare.

In questo periodo forzato di stop dalle attività lavorative e formative che sono alla base del mio lavoro, in una delle province, il Verbano Cusio Ossola ritenute, praticamente sin dall’inizio, zona rossa per Coronavirus mi sono re-inventato partendo dalle conoscenze e competenze che avevo accumulato durante le esperienze di questi anni. Così ho iniziato a realizzare video lezioni e video tutorial per i ragazzi dell’ente formativo VCO Formazione dove insegno da settembre 2019.

Ho iniziato ad affiancare alunni e insegnanti nell’aiuto a comprendere come piattaforme collaborative come Google Classroom e Gsuite, che conoscevo avendo collaborato con Google, potevano essere una maniera diversa ed innovativa per continuare l’attività didattica arricchendola di spunti. Così dal mio studio a Nonio, piccolo paesino sopra Omegna sulla sponda occidentale del lago d’Orta, ho iniziato dapprima a seguire le sedi dell’ente formativo di Gravellona Toce e Novara e poi ho implementato l’attività anche per aziende ed associazioni, dimostrando come la gran parte dei lavori routinari, come riunioni e attività di progettazione era possibile realizzarli anche a distanza con grande risparmio di tempo, soldi ed energie.

Come credi stia cambiando e cambierà il rapporto tra gli esseri umani e le tecnologie, alla luce dell’improvvisa consapevolezza di essere vulnerabili, sia come individui sia come comunità umana?

La tecnologia è nata con lo spirito di mettere a “fattor comune” le conoscenze, le competenze e le esperienze degli esseri umani e questo risponde all’ancestrale bisogno di comunicare, di confrontarsi, di dialogare tra uomini. L’essere vulnerabili ha riattivato il senso di socialità e di una “comunità digitale” e questo spesso lo si può notare attraverso i social network che da un momento all’altro si sono trasformati da “camere di risonanza” per atteggiamenti negativi, spesso in contrasto come se il mondo si divida sempre tra “buoni e cattivi”, a luoghi virtuali (o a “non luoghi”) in gradi di far scatenare un’ondata di positività; ne sono esempi “gli apericena in balcone”, le live musicali nati attraverso il passaparola social.

Quali scenari negativi temi maggiormente, per il prossimo futuro, e quali scenari positivi invece auspichi, sul piano culturale, sociale ed economico?

Se da un lato la scelta di bloccare gli spostamenti e di attivare il “distanziamento sociale” è l’unica arma a disposizione oggi per sconfiggere o attenuare il virus, dall’altra parte si apre il grande interrogativo se il nostro Paese, l’Italia, sarà in grado di resistere sul piano economico-finanziario. Da delegato territoriale del movimento GiovaniImprenditori di Confartigianato Piemonte Orientale, vedo e dialogo con diverse realtà imprenditoriali, in particolare nel settore culturale turistico dove, tra l’altro opera la mia impresa, che dovranno essere aiutate a ricostruire il loro ruolo nella società, in alcuni casi reinventandosi ed in altri trasformando completamente il loro modo di approcciare al mercato, cosa assai facile da dire ma molto difficile da fare!

Per quanto riguarda gli aspetti positivi il digitale diviene un opportunità che va colta ed implementata a tutti i livelli: snellendo le organizzazioni e implementando nuove modalità di relazionarsi tra i vari “portatori d’interesse” e da ciò si apre anche la grande opportunità di meglio infrastrutturare il nostro Paese, rendendo ad esempio fruibile a tutti la banda larga; aspetto non secondario che l’emergenza coronavirus ha reso evidente: scuole non collegate alla banda larga, imprese non abituate ad utilizzare i sistemi cloud ecc.

Quali sono le priorità su cui concentrarsi quando l’emergenza lascerà il posto alla ripresa di una nuova normalità, quando potremo ricominciare a uscire da casa, studiare e lavorare non solo a distanza?

Sembrerà banale dirlo, ma tra le mie priorità ci sarà sicuramente quello di rincontrare amici, colleghi, fornitori e clienti…ritornare in sostanza ad una socialità fatta di strette di mano di abbracci dando forse maggiore valore a questi incontri. L’altra priorità sarà quella “riprendersi il proprio spazio”… la tecnologia è molto bella ci permette di essere in ogni luogo in tempo zero…ma per trasformare le cose che facciamo in emozioni abbiamo bisogno del nostro essere, con tutti i lati positivi e negativi, sapendo che ci vuole tanto lavoro e tanta fatica… solo così ci gustiamo gli obiettivi raggiunti.

Quali opportunità stai cogliendo da questa crisi, quali elementi positivi credi poter trarre e come pensi di valorizzare l’esperienza, sul piano umano e professionale?

La crisi odierna ha messo in luce molto bene che non esiste un “sapere” gerarchico e un “sapere” cattedratico o una differenza sostanziale e positiva tra chi conosce ed esercita un potere da chi più umilmente continua a percorrere la sua strada a testa bassa. Questo mi ha portato a tenere ancora più in considerazione il concetto di condivisione che è alla base di internet. Così continuerò e cercherò di aumentare ancora di più le modalità con cui divulgo quel poco che so o che ho imparato attraverso l’esperienza.

Come credi che possa evolvere il divario cognitivo che separa la visione del modello di benessere delle generazioni più anziane da quelle più giovani, in seguito a questa crisi?

Bella domanda! Il conflitto su quale sia il modello di benessere e su come il digitale intervenga anche in questo campo, ad oggi, mi sembra ancora abbastanza distante. Troppe volte sento le generazioni più anziane che si nascondono dietro al non essere nativi digitali per non affrontare i cambiamenti che esso impone cercando di “custodire sottochiave” la posizione socio-economica ed il prestigio raggiunto. I giovani, invece, ritengono di dover cercare il benessere attraverso una maggiore relazione fra esseri umani “ammorbidendo” quella sorta di “gerarchia sociale” che loro ritengono asfissiante. Personalmente, essendo nato a cavallo tra questi “due mondi”, credo che il benessere sia da ricercare nel mezzo, in quanto abbiamo ancora una economia molto radicata sul prodotto da vedere, da toccare, dove il prestigio si misura anche attraverso il denaro. È in atto da tempo, però, un cambio radicale silenzioso nella società dove l’emozione positiva diventa un valore da ricercare e da ricordare in grado di ripagare qualsiasi sacrificio e di superare qualsiasi risorsa economica. Sarà solo il tempo nel medio-lungo termine a dimostrare se e come i “due mondi” descritti troveranno punti in comune.

Qui la video testimonianza preparata da Samuel Piana.

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