Il dialogo in una cultura postmoderna: una linea di ricerca tra identità, discernimento e missione accademica
La linea di ricerca Dialogo in una cultura postmoderna, promossa dalla Facoltà di Filosofia dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, nasce dal desiderio di affrontare con lucidità e impegno le sfide culturali del nostro tempo. In particolare, si propone di esplorare e superare le aporie prodotte dagli effetti disgreganti delle idee postmoderne, tanto nella società quanto nel mondo accademico. Il cuore della proposta è un lavoro di approfondimento, valutazione e promozione della competenza dialogica, intesa come via per l’evangelizzazione della cultura e del pensiero contemporanei.
Questa linea non si limita alla riflessione teorica: è un progetto vivo e articolato, che coinvolge docenti, studenti, ricercatori e professionisti in un’azione condivisa di studio, insegnamento e divulgazione. Il suo pubblico di riferimento è composto da leader culturali, agenti pastorali ed educatori che desiderano formarsi per dialogare efficacemente con e nella cultura attuale, contribuendo a rigenerarla alla luce del Vangelo. Le principali attività offerte includono diplomi, corsi, conferenze e pubblicazioni, tutte pensate come strumenti concreti per formare persone capaci di un dialogo serio, profondo e trasformativo.
La visione che anima questo percorso riconosce che evangelizzare la cultura richiede oggi alle istituzioni accademiche un triplice esercizio: discernimento, purificazione e riforma. Viviamo infatti un cambiamento d’epoca che interpella direttamente il pensatore cristiano, chiamato a un nuovo coraggio della verità: libertà di spirito nell’affrontare le sfide emergenti, rifiuto sia della contaminazione del cristianesimo con filosofie incompatibili, sia del rigetto ideologico di ogni pensiero esterno. È urgente, dunque, avviare un confronto serio con il pensiero postmoderno, elaborare una sintesi adeguata e individuare criteri di discernimento affidabili.
In questo quadro si inserisce anche una delle criticità più diffuse nel mondo contemporaneo: la polarizzazione crescente. Le trasformazioni culturali in atto generano insicurezza e smarrimento, spesso sfociando in atteggiamenti radicali, chiusure aggressive e nella negazione del dialogo. Tra le conseguenze più gravi, si registra un preoccupante declino della libertà di espressione, fondamento di ogni società democratica.
Non è un caso che nel 2023 le convenzioni territoriali del Regnum Christi abbiano indicato tra le priorità la necessità per i suoi membri di apprendere un nuovo modo di dialogare con il mondo, superando le barriere difensive e adottando linguaggi capaci di comunicare nel presente. Nello stesso anno, questo orientamento è stato condiviso anche dai rettori delle università della RIU, riuniti a Madrid. La linea di ricerca Dialogo in una cultura postmoderna si pone così come risposta a questa esigenza ecclesiale e accademica, con l’intento di generare una cultura capace di affrontare la crisi attuale e di formare leadership orientate alla costruzione di strade condivise.
La struttura della linea prevede un comitato scientifico interdisciplinare e diverse forme di partecipazione. I docenti delle varie facoltà contribuiscono con attività di ricerca, pubblicazione o insegnamento; gli studenti APRA possono essere coinvolti come fellows, affiancando i professori o svolgendo attività di tutoraggio; infine, laureandi e dottorandi possono dedicare la propria tesi a temi inerenti al dialogo e all’evangelizzazione nella cultura postmoderna.
Tra le domande di ricerca che guidano questo percorso, emergono in particolare: come promuovere il passaggio da una cultura dialettica e polarizzata a un atteggiamento dialogico di reciproca purificazione e arricchimento? Qual è il fondamento teologico del dialogo? Quali principi filosofici ne sostengono la dimensione culturale? E infine: quale contributo specifico può offrire la visione cattolica del mondo al dibattito accademico nella postmodernità?
Con questa linea di ricerca, la Facoltà di Filosofia dell’APRA si propone non solo di interpretare il presente, ma di contribuire alla sua trasformazione.