Salute cerebrale e longevità: un corso d’eccellenza per capire una delle grandi sfide del nostro tempo

Immaginate un uomo che, ogni mattina, si sveglia all’alba, si sottopone a test cognitivi, monitora ogni parametro vitale, assume oltre cento pillole al giorno, si allena fisicamente come un atleta olimpico e pianifica ogni pasto secondo un protocollo scientifico personalizzato. Non è un esperimento distopico da romanzo cyberpunk, ma il quotidiano di Bryan Johnson, imprenditore visionario della Silicon Valley che, con il suo progetto Blueprint, investe ogni anno milioni di dollari nel tentativo di invertire il processo d’invecchiamento e prolungare indefinitamente la vita.

Johnson è il protagonista del documentario Netflix Don’t Die – The Man Who Wants to Live Forever, simbolo estremo e controverso di un movimento culturale che vede nella longevità radicale il nuovo orizzonte della tecnologia. Ma al di là dell’effetto mediatico, la sua storia pone domande cruciali: è davvero possibile vivere più a lungo e meglio? Quali sono le implicazioni etiche, mediche, sociali di questo approccio? E soprattutto: che ruolo ha il cervello, organo chiave dell’identità umana, nel determinare la qualità del nostro invecchiamento?

A queste e ad altre domande intende rispondere la IX edizione del Corso di Perfezionamento in Neurobioetica dal titolo Salute cerebrale e longevità, promosso dalla Facoltà di Filosofia dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, in collaborazione con l’Istituto Scienza e Fede, la Cattedra UNESCO in Bioetica e Diritti Umani e l’Istituto Internazionale di Neurobioetica (IINBE). Il percorso formativo prenderà avvio il 26 settembre 2025 e si concluderà il 19 giugno 2026, articolandosi in dieci incontri mensili fruibili online anche asincroni oppure in presenza.

Salute cerebrale e longevità: una visione integrale

Il corso si inserisce all’interno del più ampio progetto internazionale di sviluppo di una longevità umana integrale, sostenuto dall’Istituto Internazionale di Neurobioetica patrocinato dalla Pontificia Accademia per la Vita, e avviato in occasione del Primo Vertice Vaticano sulla Longevità tenutosi il 24 marzo 2025 nel quadro del Giubileo della Speranza. Papa Francesco ha inviato per l’occasione un suo personale saluto e incoraggiamento proprio il giorno dopo le dimissioni dall’Ospedale Gemelli. Questo progetto, che prevede una piattaforma di ricerca, formazione e divulgazione, punta a integrare scienza, etica e antropologia per orientare le innovazioni sulla longevità al servizio della dignità umana e della solidarietà globale.

Il corso Salute cerebrale e longevità si propone dunque come uno strumento educativo strategico, all’interno della prima fase (2025-2028) di questo piano, per promuovere una cultura della cura, dell’inclusione e della resilienza cognitiva.

I contenuti: neuroscienze, etica, epigenetica

Tra i temi affrontati nei diversi incontri:

  • la definizione e promozione della salute cerebrale in chiave integrale;
  • l’epigenetica applicata alla neuroprotezione e il potenziale rigenerativo delle cellule staminali;
  • il rinnovamento ovarico, la longevità attiva e la prevenzione del declino cognitivo;
  • le implicazioni etiche delle tecnologie assistive e dei modelli predittivi di intelligenza artificiale per l’invecchiamento;
  • l’influenza della spiritualità e della cura relazionale nei processi di invecchiamento felice, con riferimento agli studi sui centenari sardi e sul concetto di “zona blu”;
  • l’impatto delle neuroscienze sulle politiche sanitarie e sull’equità nell’accesso ai trattamenti.

Accanto alla figura mediatica di Bryan Johnson, esistono altri esempi che incarnano maggiormente la ricerca di una longevità sana e umanamente sostenibile. Come quello di Howard Tucker, neurologo americano che, a 102 anni, esercita ancora la professione medica con lucidità e passione. La sua ricetta? Camminare ogni giorno, mantenere la mente attiva, coltivare relazioni autentiche. Oppure la storia di Saturnino De La Fuente, morto nel 2022, entrato nel Guinness dei Primati come uomo più anziano del mondo, che ha attribuito la sua longevità a una vita semplice, regolare, e al valore della famiglia. Esperienze che confermano quanto fattori cognitivi, affettivi e spirituali siano determinanti nel vivere bene a lungo.

Modalità e struttura

Il corso prevede 10 incontri da settembre 2025 a giugno 2026 (ogni quarto venerdì del mese circa), in modalità presenziale, online sincrona e asincrona, con seminari e tavole rotonde. Include anche un evento speciale durante la Settimana Mondiale del Cervello (13 marzo 2026) e la possibilità di partecipare al Secondo Vatican Longevity Summit in presenza in programma per maggio 2026.

Gli iscritti potranno ottenere 3 crediti universitari ECTS previo completamento delle attività formative, tra cui un elaborato scritto. Il corso è aperto a diplomati, professionisti e studiosi.

Verso un umanesimo longevo

Questa iniziativa non si limita all’apprendimento teorico: si inserisce in una rete globale di progetti educativi e culturali che punta a trasformare il modo in cui pensiamo l’invecchiamento, superando stereotipi e promuovendo modelli di comunità amichevoli, inclusive e tecnologicamente consapevoli.

Il cervello, con la sua plasticità e vulnerabilità, diventa così simbolo e termometro del futuro umano. Un futuro che vogliamo costruire su solidarietà, giustizia, dignità, e su una conoscenza che non separa ma integra.

Longevità 4.0 non è fantascienza. È una sfida condivisa. E la risposta comincia dalla formazione.

 

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