trapianto-testa

Psicoterapie a confronto con l’idea del “trapianto di testa”

L’esperienza psico-corporea attraverso l’ipnosi clinica ericksoniana e l’anastomosi cefalo somatica come ipotesi di lavoro speculativa tra il possibile e l’impossibile.

Massimo Cotroneo, PhD L’ipotesi di partenza, l’idea chirurgica di un trapianto di testa su un corpo proveniente da un donatore (al momento poco volontario), di un corpo pensato come funzione della mente-cervello, è attualmente un intervento neurochirurgico annunciato come in fase di realizzazione, messo in discussione dalla comunità scientifica in quanto a riuscita e del quale non si conoscono al momento gli sviluppi. Fermo restando le rilevanti implicazioni bioetiche e di consenso informato, qualora tale trapianto fosse effettivamente realizzato con successo, si porrebbero rilevanti problemi riguardanti gli aspetti psichici coinvolti e del rapporto mente-corpo che possiamo solo provare ad immaginare. Conosciamo, tuttavia, alcune esperienze di trapianti come quello degli arti, degli organi e del volto e le possibili problematiche psichiche e psicosociali conseguenti che, seppure solo lontanamente confrontabili, possono offrirci informazioni interessanti e aiutarci a capire. Morris et al. (2007), a tal proposito, hanno notato che la crescita della chirurgia dei trapianti ha portato a un recente aumento degli studi che esaminano le risposte psicologiche dei riceventi. Sebbene molti soggetti riportino miglioramenti della qualità della vita in seguito a trapianti di fegato o cuore (O’Carroll et al. 2003, Grady, et al. 2005), i ricercatori stanno diventando sempre più consapevoli di come i trapianti di organi possono dar luogo a una serie di fattori stressanti, sfide psicosociali e complesse richieste adattative (Ziegelmann, 2002). Questi stress comprendono timori relative alla vitalità dell'organo trapiantato, conseguenze di un eventuale rigetto, ansia relativa ai potenziali effetti collaterali dei farmaci immunosoppressivi, sentimenti di responsabilità per il successo o il fallimento del trapianto ecc.. Tali effetti psicologici possono essere più significativi, come è intuibile, in caso di trapianto facciale. Anche il problema dell'innesto di una mano proveniente da donatore, come parte da integrare nel proprio corpo, rappresenta una questione delicata che può comportare rifiuto psicologico (Klapheke, 1999), difficoltà considerevolmente amplificate nel trapianto di volto (Farrer, 2004). Partendo da queste premesse, vogliamo speculare tali questioni partendo dalla prospettiva dell’ipnosi clinica ericksoniana e del relativo approccio psicoterapeutico. Possiamo guardare all’ipnosi clinica, infatti, come allo strumento ideale che possa facilitare la sperimentazione di un futuro prossimo attraverso una condizione mentale immaginata, ma più vivifica, potendo anticipare psicologicamente e su un piano emotivo i possibili effetti di una condizione rappresentata cognitivamente. L’ipnosi, dunque, per scandagliare dei cambiamenti non ancora reali e comprenderne la portata. La trance, infatti, permettendo di sperimentare vissuti molto vicini all’esperienza reale, appoggiandosi a quanto già accaduto nella propria vita - e a ciò che si può concepire con la fantasia all’interno di uno speciale stato della coscienza, può consentire di anticipare mentalmente gli effetti e il vissuto soggettivo di esperienze possibili e se, effettivamente, siano desiderabili per il soggetto. Tale via può aiutare ad integrare l’esperienza cognitiva con quella emotiva dunque, orientando al fare delle “scelte” che siano effettivamente tali. Rappresentarsi psicofisiologicamente una data esperienza pensata, come accade ad esempio nell’ambito psicorporeo, può rappresentare un vissuto molto intenso, tanto sul piano soggettivo che relazionale. L’integrazione, nel senso ampio del termine, rappresenta un concetto importante del lavoro possibile con l’ipnosi clinica ericksoniana. Keywords: ipnosi, psicoterapia, ericksoniana, trapianto, anastomosi, trance.

S.I.S.P.I., Scuola Internazionale di Specializzazione con la Procedura Immaginativa http://sispi.eu/ 

Il corpo abitato.

dott. Alberto Passerini, psichiatra, psicoterapeuta, direttore della S.I.S.P.I., Scuola Internazionale di Specializzazione con la Procedura Immaginativa.

Corpo fisico e corpo fantasmatico.

dott.ssa Manuela De Palma, psicologa e psicoterapeuta della S.I.S.P.I. Premesso che non abbiamo esperienze psicologiche pregresse di “trapianto di testa”, si possono tuttavia fare alcune considerazioni ipotetiche, sulla base delle conoscenze che la Psicoanalisi con l’Esperienza Immaginativa ci ha permesso di sviluppare circa il rapporto tra Io Corporeo Immaginario ed Io Psichico.  In particolare, riflettendo sui casi di depersonalizzazione, nei pazienti psicotici (corpo vissuto come estraneo o scisso o ricombinato), così come sui casi di eccedente “animazione” del corpo, da parte della mente (che investe il corpo dei propri conflitti), come avviene nei pazienti psicosomatici, ci si può interrogare a quale criticità vada incontro un corpo realisticamente (e non solo fantasmaticamente) “ricombinato” come potrebbe essere nel “trapianto di testa”.  In particolare: a) che ne sarebbe della stratificazione cognitiva della percezione di sé, che avviene a partire dalla gestazione e dura per tutta la vita?  Che ne sarebbe dell’Identità che si forma attraverso la propria biografia?  Che ne sarebbe della “formazione” dell’Io Psichico proveniente dalla percezione della sensorialità corporea e del successivo reinvestimento del corpo fisico da parte della psiche?

La mente relazionale e i 3 cervelli

dott.ssa Chiara D’Urbano, psicologa e psicoterapeuta dott. Pasquale Ionata, psicologo e psicoterapeuta La nostra riflessione come psicologi e psicoterapeuti è pionieristica: siamo agli esordi di nuove sperimentazioni che vanno a scardinare spazi e confini fino a questo momento mai stati messi in discussione. Dalle prime manipolazioni sul corpo, ai trapianti di organi, che pure hanno salvato molte vite, siamo rapidamente arrivati a ipotizzare che un intero corpo possa essere impiantato in un cervello “altro” da sé. Ciò che riflessioni di matrice psicodinamica in primis l’analisi dei sogni, possono offrire riguardo il mondo delle emozioni e delle relazioni, e il funzionamento dei nostri tre cervelli: 1) cervello encefalico (testa), 2) il cervello viscerale (intestino), 3) cervello cardiaco (cuore): a partire da come dialogano fra loro e come si forma e si plasma l’universo identitario mente-corpo ed interpersonale, proveremo a formulare alcune considerazioni.

Programma

Saluti delle Autorità Accademiche e del Prof. P. Alberto Carrara, L.C. Modera: dott.ssa Maria Luisa Pulito, psichiatra, membro GdN

Ipnosi clinica ericksoniana

L’esperienza psico-corporea attraverso l’ipnosi clinica ericksoniana e l’anastomosi cefalo somatica come ipotesi di lavoro speculativa tra il possibile e l’impossibile. dott. Massimo Cotroneo, psicologo e psicoterapeuta, docente dell’Università Europea di Roma (UER).

Scuola Internazionale di Specializzazione con la Procedura Immaginativa.

Il corpo abitato dott. Alberto Passerini, psichiatra, psicoterapeuta, direttore della S.I.S.P.I., Scuola Internazionale di Specializzazione con la Procedura Immaginativa Corpo fisico e corpo fantasmatico dott.ssa Manuela De Palma, psicologa e psicoterapeuta della S.I.S.P.I.

Area psicodinamica-psicoanalitica

La mente relazionale e i 3 cervelli

dott.ssa Chiara D’Urbano, psicologa e psicoterapeuta dott. Pasquale Ionata, psicologo e psicoterapeuta   Sarà possibile seguire l'evento in diretta streaming tramite questo link  

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