A cura del Prof. Elio Sindoni, Presidente Fondazione CEUR
Davanti alla bellezza del cielo notturno, in un buio profondo incastonato da migliaia di stelle, da sempre gli uomini si sono posti la domanda ‘a che tante facelle ?’ Ci sarà qualcuno che da lassù ci starà guardando? Nei secoli questo scenario si è via via ampliato, oggi sappiamo che l’Universo contiene miliardi di galassie, e in ognuna di esse miliardi di stelle. Tutto questo spazio solo per noi? Sono domande che gli uomini si sono posti dall’Antichità, sviluppando miti e leggende. Poi, a parte alcuni scienziati e filosofi del Medioevo, dal Rinascimento e poi dall’epoca moderna, per giungere sino a noi, si sono sviluppate teorie e realizzati esperimenti per cercare una risposta : siamo soli nell’Universo? Ma la prima cosa da cercare di capire è cosa sia veramente la vita e quali siano le condizioni che un pianeta deve avere per permetterne la nascita e l’evoluzione. Sappiamo ora molto sulla struttura di tutti i pianeti e i satelliti del nostro Sistema solare e ora la ricerca è focalizzata sulla possibilità che su qualcuno di essi vi sia solo qualche forma di vita a livello microscopico (batteri, virus ?). . Un passo fondamentale è stato fatto negli anni ’90 del secolo scorso, con la scoperta di pianeti al di fuori del Sistema solare: ‘un mondo di mondi’ come già sosteneva Immanuel Kant. La ‘caccia’ a tali esopianeti continua e si sono sviluppati sofisticati metodi per individuarli. Il problema, qualora anche si individui uno di questi pianeti simile alla Terra, è scoprire se su di esso vi sia vita. Da oltre 50 anni si cerca anche in altro modo la presenza di vita su pianeti extrasolari: è il progetto SETI che consiste nel puntare verso molte regioni del cielo i radiotelescopi, sperando di captare qualche segnale radio che si distingua dal fondo e indichi intenzionalità. Infine un accenno al Principio Antropico che, nelle sue varie formulazioni, afferma che noi viviamo in un Universo che di fatto permette l’esistenza della vita come noi la conosciamo.