a cura del Prof. P. Gonzalo Miranda, LC, decano della facoltà di bioetica
L’inaspettata e terribile crisi della pandemia causata dal COVID-19 ci invita a riflettere sul ruolo della tecnologia e delle biotecnologie nella nostra vita quotidiana. Da una parte, ci troviamo in piena corsa per fare i test necessari per individuare le persone contagiate in modo da controllare l'espansione del virus; viviamo in ansia sperando che vengano identificati o creati medicinali che aiutino a guarire le persone infettate e, speriamo in tempi non troppo lontani, che venga anche elaborato un vaccino efficace. Dall'altra, circolano voci insistenti sulla possibilità che il COVID-19 provenga dal laboratorio biotecnologico vicino nel quale, si sa, si stava sperimentando con dei virus.
Le biotecnologie come causa di problemi seri e come rimedio per tanti mali.
Come si sa, la Bioetica è nata in buona parte come risposta a delle pressanti sfide, provenienti soprattutto dai progressi della medicina e della biologia negli anni 50 e 60 del secolo scorso. Quelle sfide hanno provocato la reazione attiva di pensatori e autori, i quali le hanno focalizzate a partire dalla loro visione etica, sullo sfondo di una comprensione antropologica, il che è inevitabile, anche per coloro che lo negano.
Oggi, e nel futuro prossimo, la bioetica si deve occupare in maniera attenta e saggia delle nuove sfide poste dall’accelerazione tecnologica e biotecnologica del nostro tempo. Dobbiamo considerare alcune scoperte o invenzioni che aprono delle possibilità fino a poco tempo fa impensabili, sia per la comprensione che per la manipolazione della vita umana in generale, e della vita dell'uomo in particolare. Si tratta di quelle che sono state chiamate "tecnologie emergenti”.
Alcune di queste tecnologie sono già in pieno sviluppo e vengono applicate in maniera sempre più efficace e diffusa. Altre sono ancora in fase di sperimentazione e non c'è la certezza che si possano affermare e diffondere in un futuro prossimo. Comunque, sono tecnologie, esperimenti e applicazioni che aprono degli orizzonti nuovi, pongono domande incombenti e chiamano ad una riflessione seria, sia dal punto di vista antropologico, che da quello etico e giuridico.
Un fenomeno importante è quello della sinergia tra diversi tipi di tecnologie che si potenziano a vicenda nell'ambito delle scienze della vita. Si parla oggi di “tecnologie emergenti/convergenti”. Strumenti e metodologie tecnologiche appartenenti a diversi ambiti scientifici che convergono sempre più efficacemente, aprendo delle nuove possibilità e accelerando il raggiungimento di obiettivi estremamente ambiziosi. Si usa oggi, per esempio, l’acronimo NBIC per riferirsi all’interazione tra la Nanotecnologia, la Biotecnologia, la Tecnologia dell’informazione e le Scienze cognitive.
Queste sinergie generano delle potenzialità che vanno al di là della mera somma delle possibilità apportate da ognuna delle tecnologie convergenti. Si richiede pertanto uno speciale sforzo di comprensione e di discernimento etico ed eventualmente di regolamentazione giuridica e di controllo prudenziale. Anzi, non serve soltanto reagire eticamente o giuridicamente alle scoperte e le applicazioni già avvenute, ma si richiede un processo di “accompagnamento etico” in fase di progettazione e ideazione da parte degli scienziati e dei tecnici. Uno sforzo per orientare con la riflessione bioetica gli obiettivi, i metodi, i processi sperimentali mentre si vanno configurando. Una bioetica propositiva ed orientativa che contribuisca alla ricerca di veri beni e ad evitare certi problemi, “prima che sia troppo tardi”.
"Foto di Scienza in HD, in Unsplash”