Abstract conferenza Master Scienza e Fede: Lo statuto ontologico dell’embrione umano
a cura di Prof. P. Ramón Lucas Lucas, L.C.
- L'unità della persona «corpore et anima unus»: accogliere il dato biologico, ma andare oltre senza riduzionismi
- L'unità biologica dell'embrione-zigote: il dato della scienza.
- L'unità antropologica dell'embrione: la riflessione filosofica
a) La vita biologica dell'embrione umano è già vita personale.
Dal punto di vista antropologico possiamo constatare nello zigote l'inizio della corporeità umana. Questa cellula che il biologo ci presenta come un nuovo essere umano che comincia la sua propria esistenza o ciclo vitale, è l'inizio di un nuovo ed originale corpo umano. L'«umano» dell'uomo è inseparabile della «corporeità»; nell'essere personale umano non è possibile separare la vita biologica da quella propriamente umana. Dai dati offerti dalla biologia, il filosofo fa un’induzione logica dalla quale si manifesta che non vi possono essere salti di qualità né passaggi da un'essenza ad un'altra. Il corpo umano può maturare perché è già di fatto corpo umano. Non arriverà a essere mai umano se fin dall'inizio non è stato tale.
b) Il principio vitale e la razionalità costitutiva
La ragione filosofico-metafisica per cui la vita biologica dell'embrione è e deve essere già vita personale è il principio vitale spirituale. L'anima umana è il primo principio vitale e anche l'unico principio di vita, cioè, l'unica forma sostanziale del corpo. Nell'uomo non ci sono tre principi vitali primi, uno per la vita vegetativa, altro per la sensitiva e un terzo per la spirituale. Esiste un'unica anima spirituale che presiede tutte le funzioni della vita, dalla vegetativa alla spirituale. Pertanto la vita vegetativa di un embrione umano è già una vita personale umana perché il suo principio vitale unico è l'anima spirituale. Così la vita umana è la vita di una persona che è un'unità corporeo-spirituale; non è solamente «bios», ma neanche è spirito «puro». È chiaro che l'uso delle facoltà superiori manifesta la nostra «umanità», ma la quest'umanità ha un carattere ontologico costitutivo, non accidentale. Perciò lo statuto sostanziale personale non si acquisisce o si perde gradualmente, ma è un’identità essenziale. Non si è «pre-persona», o «post-persona», o «sub-persona»; o si è persona o non lo si è affatto.