neuro1

Abstract conferenza Master Scienza e Fede: Neurobioetica (online)

a cura del Prof. P. Alberto Carrara, LC, direttore del Gruppo di ricerca che si occupa di questa disciplina e membro della Pontificia Accademia per la Vita
È il 2002 l’anno a cui tradizionalmente si fa scoccare il “compleanno” della neurobioetica. In effetti, nonostante il concetto “neuroetica” fosse già ventilato in diversi ambiti del sapere, la “paternità” del neologismo viene attribuita storicamente alla prima definizione “canonica” risalente al maggio 2002 formulata in occasione del primo congresso mondiale di esperti a San Francisco (USA) intitolato: “Neuroethics: mapping the field”. Fu William Safire, politologo del New York Times, a suggerire la seguente definizione di neuroetica: quella parte della bioetica che si interessa di stabilire ciò che è lecito, cioè, ciò che si può fare, rispetto alla terapia e al miglioramento delle funzioni cerebrali, così come si interessa di valutare le diverse forme di interventi e manipolazioni, spesso preoccupanti, compiuti sul cervello umano. Non tutti sanno però – e il Prof. Carrara lo riporterà nuovamente alla luce il 17 marzo – che la prima formulazione del suddetto neologismo risale, in letteratura, al 1973, anno in cui, il medico e psichiatra Anneliese Alma Pontius dell’Harvard Medical School pubblicò l’articolo dal titolo: Neuro-ethics of “walking” in the newborn sulla rivista Perceptual and Motor Skills. Questo dato di letteratura scientifica segna l’ingresso del neologismo nella semantica scientifica. Durante la conferenza il Prof. Carrara presenterà il contesto della neurobioetica: quello dell’applicazione sempre più rapida ed immediata all’uomo delle scoperte neuroscientifiche, frutto dell’abbondante ricerca che mira a decifrare i misteri del cervello e della mente umana, che ha fatto sorgere nell’opinione pubblica sentimenti spesso antitetici. In quasi tutti i contesti socio-culturali, il suffisso “neuro” sta trovando largo impiego e successo per le finalità più svariate: dal vendere al convincere. Si parla già di neuro-mania, neuro-fobia e di neuro-filia. Le immagini di risonanza magnetica fanno già parte della cultura d’ogni giorno: termini come PET (tomografia ad emissione di positroni) o risonanza magnetica funzionale (fRMN) sono parte integrante della nostra memoria, li abbiamo uditi ed ascoltati ripetutamente per radio, in televisione, li abbiamo letti su Internet nelle circostanze più disparate. Infine, dopo una carrellata sulla natura, definizione e storia di questa disciplina, il neurobioeticista italiano approfondirà alcuni modelli ed autori che negli ultimi anni si sono caratterizzati sul panorama globale per le loro riflessioni sulle questioni etiche in ambito di cervello e sistema nervoso.

Hai bisogno di informazioni?

Contattaci