Ancora sulle bugie della scienza. Ma così scrive Novelli, caro Greco

 

Domenica 5. Il quotidiano è Libero. L’articolista è Antonio Socci, giornalista e scrittore che ripropone al lettori la storia di Chiara Corbella, morta a 28 anni pur di diventare mamma e dopo due gravidanze fallite. Chiara ha rinunciato alle cure contro il cancro per avere Francesco. Il terzo “dono” come lei diceva, dopo che i suoi primi due bimbi erano nati morti. Francesco, nascerà a maggio, Chiara morirà di lì a poco. Un bell’articolo al servizio di una informazione sana e di fede.

Lo abbiamo ospitato lo scorso anno in un nostro incontro su bioetica e stampa. Lui è Pietro Greco, vice direttore de L’Unità e appena qualche anno orsono come ci disse promettente scienziato e ricercatore là nella terra di Colombo, gli States. Sul giornale di Gramsci, l’Unità, per chi non lo sapesse ha scritto un pezzo dal titolo: “La scienza non dice bugie” p.24. Il nostro serio – sul serio collega - non ci sta e si scaglia contro i recenti articoli di casi di frode nella scienza. Ma quali imbroglioni ? Gli scienziati non dicono bugie. Ah no? ma se non le dicono però le scrivono, caro Pietro.  Sono sicuro che non ti sarà sfuggito l’articolo sul Messaggero del tuo ex collega scienziato, il genetista Giuseppe Novelli, martedì 9 sul Nobel ai due ricercatori Gurdon e Yamanaka.

A leggere l’introduzione – quasi un bel appunto per novelli studenti di biologia e genetica sulle varie differenze terminologiche tra staminali totipotenti, staminali pluripotenti e staminali riprogrammate o Ips ( sembra quasi di sfogliare la prefazione, la 14 o 15ma di un testo aggiornato base universitario) il nostro bravo genetista  nulla scrive o dice circa la motivazione e quindi la novità della ricerca dei due scienziati sulle cellule riprogrammate. I  lettori profani  di scienza – mi insegni – avrebbero gradito apprendere quello che Novelli ha taciuto. E cioè che l’ambito di ricerca dei due emeriti e le loro Ips hanno dato un brutto colpo a tutti quei programmi e fondazioni che finanziano magari la ricerca, la sperimentazione sulle staminali embrionali. Ossia sull’uomo.

Novelli si limita invece a riportare – e certo come non poteva da bravo divulgatore scientifico ? - l’uso pratico delle Ips o staminali riprogrammabili senza menzionare questo salto di novità e senza darne pensiero   e penare  etico al lettore.  Leggendo Novelli, si avverte il senso di trovarsi di fronte a un pezzo non solo incompleto ma – cosa più grave- palesemente ideologico e anche passami antipatico soprattutto nelle  righe conclusive del nostro  quando richiamando  una fra le più note e abusate – nel giornalismo propagandistico - figure retoriche ( la petizione di principio)  egli rievoca i lavori della (deludente) Commissione Dulbecco (2001), una sorte di Vaticano II  per tutti quegli scienziati “aperturisti” favorevole alla ricerca sull’embrione umano.

Cosa ci azzecchi con i nostri due ricercatori, Dio solo lo sa. Certo che se non dite bugie – e  non è il tuo caso caro Greco – i tuoi ex colleghi scienziati ne scrivono però di panzane.  Sempre con affetto.

Concludo con il Fine Vita. Non mio però. Parlo delle Dat. Giovedì 12, 160 senatori hanno sottoscritto un appello a Schifani per portare a termine l’iter della legge sulle Dichiarazioni anticipate di trattamento. Lo riporta Luca Liverani a p. 14  su Avvenire. Sarebbe un bel colpo prima dell’avvento della legge sui matrimoni gay. Sempre che Vendola vinca.

Antonello Cavallotto

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