Ancora sulle staminail. Attrezzi di mestiere e sigilli di parole

Continua l’onda lunga di articoli dedicati alle staminali e ai due Nobel, Gurdon e Yamanaka.  Anche se a latere, a leggere questa settimana la bravissima Francesca Cerati su Nòva, la rubrica scientifica del Sole 24ore di domenica 21, c’è da rimanere letteralmente stupiti circa sperimenti su staminali che a presto verranno effettuati in assenza di gravità con importanti ricadute anche sul piano alimentare.  Pare che proprio in assenza di gravità le totipotenti si trasformino in cellule neuronali (Francesca Cerati, Nòva, Lo strano caso delle staminali in orbita). Sulle staminali viaggiamo ormai nella Nasa dell’informazione scientifica. E dunque, in attesa di questi esperimenti fondamentali, chiedo venia al prof. Novelli per il suo “Cellule staminali per riparare il corpo” (Messaggero del  9.10, p.1) da me ripreso e criticato su questa rubrica in: “Ancora sulle bugie della scienza, ma così scrive Novelli, caro Greco”. Ben venga l’autocritica. Una certa forzatura di giudizio prende sempre a un cultore della bioetica. Specie sulle cellule “trasformiste” come le ha virgolettate Lei caro professore Novelli. E insomma mi sarebbe piaciuto leggere anche di questo.

Ma, come si dice, non si può avere tutto. Unicuique suum. A ciascuno il suo mestiere. Allo scienziato la ricerca; al giornalista l’informazione, al bioeticista il giudizio morale. Attrezzi, linguaggi stili e mi si passi anche trucchi del mestiere oggettivamente diversi. E così deve essere. E pazienza se anche domenica 15 sul Corriere della Sera - Massimo Piattelli Palmerini scrive e parla - titolo: “I Nobel e la verità (intima) delle cellule” , anche lui di staminali e Nobel.

Anche il suo articolo, a questo punto, è come dire perfetto, inattaccabile. C’è anche il giusto pathos quello che tiene legato il lettore fino alla fine dell’articolo per le formidabili applicazioni e prospettive terapeutiche che queste cellule promettono. Pazienza, lo ripeto, e non ne faccio una colpa, se la questione etica che sollevano le IPS sono a margine. Mi rifaccio con  “I signori del Nobel danno ragione al Papa” di Stefano Andrini, su Avvenire, 14, e il settimanale Tempi, “L’altro sé, un premio al realismo scientifico”.

La responsabilità è personale. Se la scienza non sbaglia, da mesi una certa stampa ed una certa informazione  scientifica sembrano aver avviato una sorta di progrom della parola e aggettivo: staminali embrionali, proprio o forse a causa delle IPS. Ci penserà  la Nasa. Nulla di personale, professore. Solo appunti sparsi, ma ordinati, di un’idealista, amante dell’informazione completa.

Antonello Cavallotto

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