Cattedra Arosio – Giornata di studio
Lo scorso 22 novembre presso l'Aula Magna dell'Ateneo Pontificio "Regina Apostolorum", Roma, auspice la Cattedra Marco Arosio di Alti Studi Medievali, s'è tenuta la giornata di studio "L'epistemologia dell'atto di fede nel Medioevo da S. Alberto Magno a Giovanni Capreolo". La giornata di studio, postasi a servizio dell' "anno della fede" voluto dal Santo Padre, ha inteso insieme fissare l'attenzione sulla multivocità delle epistemologie medievali, nonché, soprattutto, sulla differenza tra l'equilibrio dei Padri e grandi Scolastici, rispetto alle crinature "pre-moderne" dell'ultima Scolastica. Un tema, checché se ne pensi a prima vista, quanto mai attuale anche oggi.
Dopo i saluti introduttivi del P. Rettore, Pedro Barrajón LC, e del P. Decano di Filosofia, Rafael Pascual LC, la sessione mattutina ha meditato sul tema, prima secondo la prospettiva medievistica generale (di equilibrio "circolare" ragione-fede) proposta da E. Gilson (P. Alex Yeung LC, docente presso l'APRA); poi secondo la forte accentuazione estetica di quell'equilibrio ("crux intelligibilis") in S. Bonaventura (Carmelo Pandolfi, docente di Storia della Filosofia medievale presso l'APRA); ancora secondo l'epistemologia di S. Alberto Magno (Graziano Perillo, docente di Storia della Filosofia medievale presso il "Salesianum"); infine secondo l'Aquinate offerto da don Alain Contat (docente ordinario di Logica presso l'APRA): l' "apparire" del predicato nel soggetto nel giudizio filosofico, l' "auctoritas" del Dio rivelanteSi, invece dell' "apparire", nelle proposizioni di fede; e secondo Enrico di Gand (Nicolas Faucher, dell'Université Paris-Sorbonne).
La sessione pomeridiana ha continuato con riflessioni puntuali di ordine storiografico su Ockham, da parte del Prof. Alessandro Conti, dell'Università degli Studi de L'Aquila; su Aureolo, Durando di S. Porciano (prefideisti e in certo modo anticipatori della rottura dell'equilibrio in Ockham) e Capreolo ("ritorno" a Tommaso) da parte di J. Mitchell LC. Infine il Prof. Janos Kelemen, dell'Università di Budapest, ha conchiuso con la riflessione sul Dante teologo dei "Canti dell'Aquila" nel "Paradiso" della Divina Commedia. Un proficuo e vivace dibattito, anche da parte degli studenti, ha arricchito i lavori, in specie la mattina.