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Come affrontare in positivo i cambiamenti che stiamo vivendo? Il punto di vista di una mamma. Intervista a Martina Carabetta

In questo tempo diverso e sospeso, in cui tutti viviamo con inquietudine, speranza e curiosità l'incertezza del futuro, l'Istituto di Studi Superiori sulla Donna è vicina alle mamme attraverso il suo progetto Valore Mamma. Per mantenere viva la community tra mamme, abbiamo chiesto alle partner della Settimana della Mamma, di condividerci  le loro riflessioni, il loro punto di vista su come affrontare in positivo i cambiamenti che stiamo vivendo.

Abbiamo intervistato Martina Carabetta dell'Associazione Latte&Coccole di Roma. Associazione nata per offrire un punto di riferimento ai futuri e neogenitori e agli operatori del settore materno-infantile.

Come ti poni rispetto all’emergenza che stiamo vivendo, come affronti questa sfida inedita?

 width=Ho fatto fatica, come penso un po’ tutti, a realizzare che quello che stava succedendo non era uno dei miei amati film o libri di fantascienza. Ma una volta buttata dentro con tutte le scarpe, a causa della quarantena, dalla necessità di fermare le attività associative, all’impossibilità di svolgere la mia abituale attività a contatto con mamme e neonati, ho reagito come ormai faccio davanti a tutto: osservo, mi adatto, vedo il lato buono delle cose. Non è stato difficile e forse non è stato neanche merito mio. La quotidianità mi ha messo davanti dei veri regali, delle grazie: poter stare tanto tempo con i miei ragazzi, decidere insieme la spesa e cosa far da mangiare, essere chiamata da loro perchè vogliono consumare pranzo e cena tutti insieme.

Come ti sei organizzata il lavoro?

Eh, in realtà è un discorso in progress... Il mio lavoro è con le persone e ho sempre promosso il contatto personale, e anzi semmai disincentivato l’uso eccessivo dei social che non dovrebbero mai sostituire la presenza. In particolare con le neomamme, che spesso in una città come Roma faticano a uscire di casa, promuovo e propongo mille “trucchi” per tirarle fuori dai loro appartamenti... tutto questo ora è impossibile e mi ha richiesto non solo una riorganizzazione materiale ma anche mentale. Sto facendo pratica di piattaforme per chat e meeting virtuali, e presto inizieremo a programmare anche corsi on line.

Quali suggerimenti su come vivere al meglio questo periodo della quarantena vuoi condividere con le mamme?

Ho riflettuto molto sul senso di precarietà di questi giorni... sul fatto che non sappiamo quanto durerà, come e quando finirà. Leggo tante manifestazioni di angoscia ed ansia e mi dispiace molto per tutti quelli che pur essendo sani e in sicurezza nelle loro case la vivono malissimo.

Tutti periodi di “emergenza” hanno elementi in comune, anche se la situazione drammatica nasce da motivi completamente diversi. Penso allora che quello che ho imparato nel mio percorso di elaborazione del lutto improvviso e dello shock post traumatico possa essere utile anche ora.

  1. Vivere alla giornata. In certi momenti della vita è impossibile fare programmi. Spesso saltano, e le aspettative che ci siamo creati per avere una illusione di controllo ci fanno stare peggio e ci rendono più difficile reagire efficacemente.
  2. Darsi obiettivi molto molto piccoli e realistici. Pianificare i pasti, pensare a come strutturare la giornata, pensare a cosa far fare ai bambini nel pomeriggio o al massimo in “questa” settimana. Soprattutto se ci si sente sopraffatti, ridurre il periodo: se non ce la faccio a pensare a tutta la settimana penso fino a giovedì; se anche questo è troppo, penso un giorno alla volta.
  3. Spegnere la TV, smettere di sentire le notizie negative. Cosa serve concretamente per me e la mia famiglia? Limitarsi a questo. Non mi cambia niente sapere il numero esatto dei contagiati giorno per giorno, se questo mi fa aumentare l’ansia.
  4. Fare lavori con le mani. Se lasciamo la testa libera di vagare, non si sa che strada prendono i pensieri. Occuparsi con cose molto pratiche aiuta a liberare la mente. Giocare con i bambini riempie le giornate ?!
  5. Focalizzarsi sul bicchiere mezzo pieno. C’è sempre qualcosa di buono, anche nella situazione peggiore. Se stai leggendo queste righe, significa che sei vivo, che hai la corrente elettrica o uno smartphone, perlomeno. C’è sempre qualcuno che ti vuole bene, e se sei solo, c’è sempre Cristo con te e per te.
  6. Cercare aiuto. Ci sono dei momenti della vita in cui non si può far da soli. Non è essere deboli. Deve essere l’aiuto giusto, non si può camminare insieme tra zoppi.
  7. Pregare. Rallentare. Cantare. E’ il momento giusto per farlo, e anche se avete casa piena di bambini o di persone che chiedono il vostro impegno, ritagliatevi anche solo 10 minuti per fermarvi e meditare, ringraziare, pregare. Personalmente ho alcuni miei brani molto amati della Bibbia che sono stati di grande conforto per me nei momenti più bui, che ho tirato fuori periodicamente quando mi tornava l’angoscia nei primi anni di lutto.
  8. C’è sempre qualcosa per cui ringraziare. Anche quando ti sembra che non c’è niente di niente di bello nella tua vita. Anche solo per il respiro che hai ancora. Per il tetto sulla tua testa. Per il cielo blu. Per il ritorno della primavera. Ringraziare costringe a focalizzarsi sul bello e sul positivo. Innesca un circolo virtuoso.

Come credi cambieranno le cose dopo il covid-19?

Non ho gli strumenti per saperlo, quindi non mi faccio aspettative. Mi piacerebbe che i buoni propositi che molti esprimono in questi giorni non vengano dimenticati. Credo fortemente che i fiori nascono dal deserto. Credo che è solo quando siamo arrivati al fondo, che possiamo davvero rinascere. Quindi spero che questa rinascita riguardi tantissime persone. So che non sarà così per tutti, perchè questo ci insegna la storia, ma spero che tanti apprendano qualcosa di bello per la loro crescita personale e collettiva.

Quali scenari negativi temi maggiormente, per il prossimo futuro, e quali scenari positivi invece auspichi, sul piano culturale, sociale ed economico?

Sono un’inguaribile ottimista, non si è capito? E penso che sia meglio concentrarmi su come reagire al meglio all’oggi. Lascio le proiezioni a chi è dovuto a farlo, a chi ha gli strumenti per farlo. Penso che ognuno debba lavorare nel suo. E quindi non ho le competenze per fare io previsioni ragionevoli e fondate su elementi concreti. Ci sarà probabilmente un brutto contraccolpo economico. Spero che interessi meno persone possibile e che tutti riescano a rialzarsi.

Tanti saranno in lutto, e avranno bisogno di sostegno e compassione.

Quali sono le priorità su cui concentrarsi quando l’emergenza lascerà il posto alla ripresa di una nuova normalità, quando potremo ricominciare a uscire da casa, studiare e lavorare non solo a distanza?

Ricostruire le relazioni umane? Più vere, più autentiche, più compassionevoli? Ci sarà da fare un gran lavoro sui bambini...

Quali opportunità stai cogliendo da questa crisi, quali elementi positivi credi poter trarre e come pensi di valorizzare l’esperienza, sul piano umano e professionale?

Queste settimane sono state piene di grazie per me, con tutto il tempo in casa con i miei figli... e anche piccole cose sciocche ma importanti per me, come per esempio riuscire a fare delle cose che rimandavo sempre, svuotare il freezer, rimettere a posto i cassetti, riordinare la cucina... piccole cose quotidiane che danno però il senso di “casa”.

Ho più tempo per ascoltare e leggere più commenti sulla Parola, tutte le sere recito la Compieta con i miei fratelli di comunità, mentre in genere ci vediamo di persona, ma solo una volta a settimana!

Professionalmente è una grande sfida per me, per l’associazione. Ci stiamo imbarcando negli incontri virtuali quotidiani con le mamme, per non lasciarle sole, per continuare a dare loro ascolto, conforto, confronto, empatia... quello per cui facciamo il nostro lavoro. Io ora sto facendo tutte le consulenze on line, una faticaccia, perchè prima erano riservate solo alle mamme fuori Roma. Ma tutto serve per diventare più elastici, più resilienti, più pronti ad aiutare in tutte le situazioni.

       

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