Freddo siberiano e iperboli anti-vita.
Ancora una nevicata di critiche sul libro di Sergio e Beda Romano, La Chiesa contro. Dopo la Scaraffia, anche Assuntina Morresi su Avvenire del 2 (inserto del giovedì, E’ Vita) e Giuliano Ferrara su Il Foglio di sabato 4, pag. 1, intervengono e dedicano la loro penna imbiancata ad illustrare e commentare al lettore “Le incresciose sviste della ditta Romano & Romano” così il titolo della Morresi.
Partiamo dalla Morresi. Fra le molte imprecisioni, due su tutte. La Ru486 è riportata sempre con la dicitura Ru64. Sicuramente un refuso. Seconda svista, ma ben più grave riporta che il Cnb italiano non avrebbe neppure un sito Internet. In realtà esiste e anche, scrive sempre più sconsolata la Morresi che ne fa parte, in versione bilingue.
“Insomma, conclude l’articolista, da firme prestigiose ci saremmo aspettati più precisione e correttezza”.
A Ferrara bastano invece solo due personaggi della commedia di Gustave Flaubert, Bouvard e Pécuchet per smontare: “questo formidabile manuale edito da Longanesi per sedici euro e sessanta centesimi, che soddisfa molte curiosità ma non aiuta a cerca a cercare riposte di alcun tipo ad alcuna domanda”.
Cambiamo argomento. Mercoledì 1 febbraio su Libero (pag. 20) una intervista alle sorelle Kessler, quelle del da-da-umpa. A 75 anni, dichiarano. “Qualora una delle due si dovesse trovare in coma l’altra staccherà la spina”. Commenta il “bioetico” Filippo Facci: “Perché scandalizzarsi? Nei paesi davvero civile è già così”. Verrebbe da dire: What else? Solo ricordare a Facci che staccare la spina, da noi, è ancora omicidio.
Della serie, interventi e repliche. Domenica 2 è stata la giornata della vita. Qualcuno l’ha trovata sulla grande stampa ? Olimpia Tarzia ci prova e scrive al Direttore del Corriere della Sera:
“Caro Direttore…ti ringrazio per avermi dato la possibilità di fare chiarezza, nel rispetto di una informazione libera e corretta e per aver potuto dare voce a milioni di donne alleate della vita che la celebrano nel silenzio e che non hanno spazio sui giornali”.
La risposta alla Tarzia la dà Dacia Maraini, chiamata in causa dalla stessa Tarzia per un suo articolo di fine anno contro i consultori.
“Cara Olimpia. Sono contenta che siamo d’accordo. Le donne che non vogliono portare a termine una gravidanza devono essere aiutate a capire… Certo. Benissimo. Investiamo sui consultori affinchè la donna possa essere liberare di non abortire. Ma anche di abortire, come la legge prevede ma la Chiesa e i movimenti per la vita impediscono”.
Ecco un ottimo compitino per gli studenti di bioetica su come si gabba il lettore scrivendo una non-risposta piena di iperboli e sofismi. Ah, per i più curiosi. A proposito di Bouvard e Pècuchet. I due impersonificano i campioni del conformismo scientista. Mentre discutono in cucina di manuali di agronomia, chimica e igiene, non si accorgono che i barattoli di conserva esplodono uno dopo l’altro.
Antonello Cavallotto
Partiamo dalla Morresi. Fra le molte imprecisioni, due su tutte. La Ru486 è riportata sempre con la dicitura Ru64. Sicuramente un refuso. Seconda svista, ma ben più grave riporta che il Cnb italiano non avrebbe neppure un sito Internet. In realtà esiste e anche, scrive sempre più sconsolata la Morresi che ne fa parte, in versione bilingue.
“Insomma, conclude l’articolista, da firme prestigiose ci saremmo aspettati più precisione e correttezza”.
A Ferrara bastano invece solo due personaggi della commedia di Gustave Flaubert, Bouvard e Pécuchet per smontare: “questo formidabile manuale edito da Longanesi per sedici euro e sessanta centesimi, che soddisfa molte curiosità ma non aiuta a cerca a cercare riposte di alcun tipo ad alcuna domanda”.
Cambiamo argomento. Mercoledì 1 febbraio su Libero (pag. 20) una intervista alle sorelle Kessler, quelle del da-da-umpa. A 75 anni, dichiarano. “Qualora una delle due si dovesse trovare in coma l’altra staccherà la spina”. Commenta il “bioetico” Filippo Facci: “Perché scandalizzarsi? Nei paesi davvero civile è già così”. Verrebbe da dire: What else? Solo ricordare a Facci che staccare la spina, da noi, è ancora omicidio.
Della serie, interventi e repliche. Domenica 2 è stata la giornata della vita. Qualcuno l’ha trovata sulla grande stampa ? Olimpia Tarzia ci prova e scrive al Direttore del Corriere della Sera:
“Caro Direttore…ti ringrazio per avermi dato la possibilità di fare chiarezza, nel rispetto di una informazione libera e corretta e per aver potuto dare voce a milioni di donne alleate della vita che la celebrano nel silenzio e che non hanno spazio sui giornali”.
La risposta alla Tarzia la dà Dacia Maraini, chiamata in causa dalla stessa Tarzia per un suo articolo di fine anno contro i consultori.
“Cara Olimpia. Sono contenta che siamo d’accordo. Le donne che non vogliono portare a termine una gravidanza devono essere aiutate a capire… Certo. Benissimo. Investiamo sui consultori affinchè la donna possa essere liberare di non abortire. Ma anche di abortire, come la legge prevede ma la Chiesa e i movimenti per la vita impediscono”.
Ecco un ottimo compitino per gli studenti di bioetica su come si gabba il lettore scrivendo una non-risposta piena di iperboli e sofismi. Ah, per i più curiosi. A proposito di Bouvard e Pècuchet. I due impersonificano i campioni del conformismo scientista. Mentre discutono in cucina di manuali di agronomia, chimica e igiene, non si accorgono che i barattoli di conserva esplodono uno dopo l’altro.
Antonello Cavallotto