Germán Sánchez – COS’È UNA SPIRITUALITÀ?

Se un carisma è, secondo il Magistero della Chiesa, “ …un’esperienza dello Spirito trasmessa ai propri discepoli per essere da questi vissuta, custodita, approfondita e costantemente sviluppata in sintonia con il corpo di Cristo in perenne crescita,” tutta la vita delle persone consacrate e le opere apostoliche che esse realizzano dovranno riflettere questa esperienza dello spirito, altrimenti si potrebbe cadere nell’attivismo o in un modo di vivere assai lontano dalle intenzioni originali del fondatore. perché tale esperienza dello spirito si realizzi, non basta dire di seguire una determinata spiritualità, ma essa deve farsi vita attraverso alcuni mezzi assai specifici. Essi aiutano le persone e le istituzioni religiose a fare ogni giorno l’esperienza dello spirito. Non sono i mezzi a dar forma alla spiritualità, ma essi sono aiuti pratici, semplici, quotidiani, che permettono alle persone e alle istituzioni di vivere secondo il carisma.

Una scuola di spiritualità si definisce una “sintesi dottrinale originale o sistema teologico dottrinale di vita spirituale vissuta e insegnata dal fondatore e dai suoi seguaci.” Pertanto è necessario interrogarsi sulle motivazioni che spinsero il fondatore a scegliere una determinata scuola di spiritualità. Possiamo allora dire che ogni fondatore, per ispirazione dello Spirito Santo, propone ai propri discepoli un modo particolare di vivere tale spiritualità. Se si sceglie il francescanesimo, ad esempio, si deve ricercare l’aspetto specifico del francescanesimo che il fondatore voleva che si vivesse. Tale aspetto caratteristico costituirà la spiritualità propria dell’istituto o Congregazione religiosa. “Nella caratterizzazione e nella differenziazione delle spiritualità intervengono molti altri fattori personali. Ambientali, religiosi e culturali. Nella formazione di un carisma non tutti gli ingredienti hanno la stessa rilevanza e lo stesso influsso. Si può suggerire una classificazione generale dei principali criteri che danno origine e forma peculiare a differenti spiritualità. Come principio originante di spiritualità non hanno la stessa importanza e ampiezza l’esperienza del fondatore e il fattore culturale.”

Se, per esempio, prendiamo una Congregazione religiosa con una spiritualità benedettina, ma con grande partecipazione alla vita attiva, attraverso opere educative rivolte alla gioventù, ci renderemo conto che potrà essere diversa da un‘altra Congregazione, che, pur seguendo la spiritualità benedettina, si dedichi piuttosto alla contemplazione e alla preghiera. Le differenze andranno sempre ricercate nei fattori che indussero i fondatori non solo a scegliere la spiritualità benedettina, ma in quegli elementi che motivarono il fondatore a vivere l’uno, più in relazione coll’apostolato diretto e l’altro, più contemplativo. Possiamo quindi dire in un altro esempio che le Congregazioni religiose che riparano sotto la stessa spiritualità dovrebbero trovare il modo in cui applicare e vivere tale spiritualità, per essere consone al carisma voluto dal fondatore.

La indifferenziazione nel vivere i carismi è un altro fattore che disgraziatamente si è infiltrato in molte Congregazioni e istituzioni religiose, così come nelle persone consacrate. Fa parte della mentalità laicizzata di cui abbiamo trattato in questo articolo parlando del dolce veleno, perché addormenta, narcotizza o genera stanchezza nel vivere il carisma. Se tutti i carismi, come alcuni sostengono, sono in parte uguali, allora non ci saranno motivi che impediscano una fusione indiscriminata o un’e senza senso delle Congregazioni, perdendo lo specifico di ogni carisma.

Germán Sánchez

Dal libro Il Carisma come fonte di una vera e propria Spiritualità

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