Germán Sánchez Griese – IL DOLCE VELENO NELLE VIE DELLO SPIRITO II

Tendere all’infinito, cioè a Dio come fine di tutte le cose e della vita di ogni essere umano, è ciò che dà fondamento alla vita spirituale. La donna consacrata cercherà di vivere la vita stessa di Dio, cioè quella dello Spirito, nella propria vita. I suoi gesti esteriori e la sua condotta saranno guidati dall’intima convinzione di essere una creatura di Dio, di essere venuta da Lui e a Lui essere diretta. Non è quindi né un sentimento che si riduce ad uno stato emotivo passeggero, né un’alienazione mentale cha coarta la sua libertà. È prendere coscienza del lavoro che Dio realizza in essa, mistica, e la volontà che si mette all’opera per rispondere sempre secondo l’azione di Dio in lei, ascesis.

Per percepire l’azione di Dio nell’anima, cioè l’esperienza dello spirito, è necessario che la donna consacrata si addentri nella conoscenza personale di Dio. Se dicevamo che la donna consacrata del nostro tempo può lasciarsi trascinare dalla mentalità laicizzata ed ha trascurato di coltivare la conoscenza personale di Dio, sarà necessario che qualcuno l’aiuti a trovare questo senso della vita. Ci riferiamo a persone costruttrici di senso, che aiutino la donna consacrata a trovare il vero senso della vita. Esso lo si trova su di un piano spirituale e da lì può irradiare gli altri livelli della persona, quello fisico e quello psicologico. Accedere al piano spirituale richiede tutto un esercizio per fare in modo che l’anima sia sempre aperta all’azione di Dio, esperienza spirituale, e voglia rispondere sempre ad essa. Al livello spirituale non si accede se non per via dello spirito; quindi le persone costruttrici di senso dovranno essere esperte della vita dello spirito,per poter trasmettere la propria esperienza spirituale ed aiutare gli altri a seguitare e a rispondere a quest’esperienza spirituale. S’impone la necessità di una direzione, una guida o di un accompagnamento spirituale vicino, frequente e semplice.

Lo stesso Magistero della Chiesa chiede con urgenza agli istituti religiosi e Congregazioni, come alle persone consacrate di tener viva la propria spiritualità. “La consacrazione religiosa è vissuta in un dato istituto, in conformità alle costituzioni che la Chiesa, con la sua autorità, accetta e approva: in accordo, pertanto, con particolari disposizioni che riflettono e approfondiscono un’identità specifica. Tale identità emana da quell’azione dello Spirito Santo che costituisce il dono originario dell’istituto: il carisma che determina un particolare tipo di spiritualità, vita, apostolato, tradizione (cfr. MR 11).” Per questo non c’è nulla di strano se ogni persona consacrata o istituzione religiosa custodisce gelosamente la propria spiritualità che si basa fondamentalmente sulla sequela di Cristo, le intenzioni del fondatore, l’aspirazione alla santità e lo sviluppo delle virtù più caratteristiche volute dal fondatore. Lo strano, disgraziatamente, e la cosa più comune ai giorni nostri è che poche persone consacrate conoscono la propria spiritualità.

Germán Sánchez Griese

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