Giornata per la vita. L’improvviso ritorno del fronte anti-abortista. A Parigi non si molla e sfila la famiglia vera. A Roma, in Campidoglio un convegno contro il Gender.….Bene, avanti, avanti così, per la vita
Giornata per la vita. Nel suo messaggio Papa Francesco ricorda che ogni figlio è volto del Signore amante della vita, dono per la famiglia per la società. In Francia 500 mila attivisti pro-life al grido di "non molleremo" sfilano a Parigi (La Repubblica, In piazza contro i matrimoni gay, di Giampiero Martinotti, p. 15). La sinistra si legge – si trova spiazzata per un movimento che nato in piazza e sul web ha sfilare cattolici, musulmani ed ebrei e tante tante famiglie normali. Vergogna. Con il solito trucchetto dell'inquadrature dal basso, il Tg 1 nazionale ne mostrava poche decine. A vite da difendere, vita da sacrificare.
Eutanasia stile Texas. Quella del giudice R.H. Wallace che ha deciso: "Anche se incinta, staccatele la spina. ". Così le macchine che tenevano in vita Marlise Munoz, 33 anni, infermiera, sono state fermate. La donna era caduta in casa, ma il marito l'aveva trovata soltanto alle due del mattino, quando ormai era rimasta per diverso tempo priva di ossigeno. Arrivata in ospedale i medici sono stati categorici: "L'attività cerebrale è completamente ferma. Il Texas vieta di lasciar morire una donna incinta. Quindi, anche se gravissima, sarebbe stato doveroso tenere in vita Marlise. Non così per il giudice Wallace che ha ritenuto che il feto portato in grembo dalla donna "non avesse alcuna possibilità fisica di nascere e sopravvivere". Ma sì caro Wellas in fondo c'è della pietà nel tuo sentire. Se morta la madre perché non ammazzare anche il figlio ? (Paolo Mastrolli, "La Stampa", 26 gennaio 2014). Più che un giudice uno sceriffo.
Di altro tenore la sentenza quella invece del giudice Alessandra De Curtis, sempre riferita da "Repubblica.it-inchieste": Vaccinazioni sbagliate dietro i tumori dei soldati. Il Ministero della Salute è stato condannato in primo grado a indennizzare con 150mila euro la famiglia di Francesco Finessi, un alpino di 22 anni, deceduto nel 2002 per un linfoma non-Hodgkin. Le associazioni che affiancano i familiari dei soldati morti in questi anni parlano "di migliaia di casi".
Campidoglio contro il Gender. Annunciato per il 3 dicembre nella sala della Protomoteca, rinviato poi al 31 gennaio dopo la marcia indietro (il 14 novembre) del sindaco Marino pressato dai suoi sponsor delle associazioni lesbiche, gay, bisessuali e transessuali (lgbt), e quindi prima concesso, poi revocato e finalmente di nuovo concesso si è svolto l'atteso convegno in Campidoglio promosso da "Famiglia domani" dal titolo "Ideologia del gender: quali ricadute sulla famiglia?". Duecento in sala. Una ventina i disturbatori membri delle associazioni lgbt, alla faccia della omodemofobia ! Relazioni chiare e stringenti nella loro logica di padre Carbone, Dina Nerozzi, Vittorio Lodolo D'Oria e Gianfranco Amato. Ha portato i suoi saluti Lavinia Mennuni, che ha espresso "profonda preoccupazione" per la politica del Comune di Roma in materia di famiglia e per l'indottrinamento lgbt . Interessante anche la relazione di Padre Giorgio Carbone, religioso domenicano ordinario di bioetica, che ha citato il "Memorandum" dell'11 marzo 1969 redatto dallo statunitense Frederick Jaffe vicepresidente allora della Planned Parenthood, In tale documento si annovera la ristrutturazione della famiglia, l'alterazione dell'immagine della famiglia ideale; l'incremento percentuale dell'omosessualità; l'educazione sessuale obbligatoria dei bambini; politiche di penalizzazione della famiglia con figli. Oggi, ha evidenziato padre Carbone, tale memorandum è operativo. Ha concluso gli interventi (l'amico) e avvocato Gianfranco Amato. Che ha rievocato i motivi per cui la legge 'anti-omofobia' (ora in Senato, dopo l'approvazione tortuosa alla Camera) è inutile e pericolosa. Amato ha contestato, dati alla mano, che in Italia ci sia un' "emergenza omofobia", dai dati forniti dalla polizia per il triennio 2010-2012 emerge che sono stati segnalati (segnalati, non accertati) in Italia 28 casi l'anno di presunta omofobia; da quanto si sa non è stato segnalato un solo caso di discriminazione nel posto di lavoro per ragioni omofobiche... insomma dov'è la fantomatica "emergenza omofobia" in Italia? E già dov'è ? Infatti non c'è.
di: Antonello Cavallotto