Illuminare la realtà con la luce del Vangelo
Il Cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson ha tenuto la Lectio Magistralis in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum.
Di Carlo Climati:
Ogni anno si rinnova la tradizione della cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum.
È un bellissimo momento di incontro e di festa, al quale partecipano studenti, professori, amici e collaboratori.
Quest’anno la Lectio Magistralis è stata tenuta dal Cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, sul tema “Attualità e rilevanza oggi della Dottrina Sociale della Chiesa alla luce della Caritas in veritate”.
Peter Kodwo Appiah Turkson è il primo Cardinale della storia del Ghana ed è stato tra i protagonisti della vita religiosa e sociale in Africa negli ultimi anni.
La Cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum si è tenuta il 21 ottobre 2010.
È stata aperta dalla Relatio Inauguralis del Rettore, Padre Pedro Barrajón LC, seguita dal saluto di un docente, Padre Michael Ryan LC, e di uno studente dell’Ateneo.
Nel suo discorso Padre Barrajón ha ricordato che la grande sfida di ogni istituzione accademica ed ecclesiastica è quella di “rimanere saldi nella fede cattolica, senza paura di penetrarla con l’acutezza propria della ragione”.
“La Chiesa – ha ricordato il Rettore – ha bisogno di una schiera di apostoli che assumano la gravità di questo compito missionario e lo facciano con slancio, con accortezza, con sapienza, con ardore, convinzione e coraggio. Vorremmo che sia in questo Ateneo che in altri centri della Chiesa si formassero queste schiere di nuovi apostoli sotto la guida di Maria, Regina degli Apostoli”.
Nella sua Lectio Magistralis il Cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson ha sottolineato la necessità di riportare Dio al cuore della questione dello sviluppo umano.
Il Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace ha spiegato che la Caritas in veritate esalta la missionarietà della Chiesa: “La dottrina sociale della Chiesa è annuncio e testimonianza di fede. È strumento e luogo imprescindibile di educazione ad essa (CV, 15)”.
“Mi sembra – ha detto il Cardinale - che questo sia il motivo per il quale la dottrina sociale della Chiesa viene considerata prima di tutto nella sua funzione di essere strumento per l'evangelizzazione: la necessità di ridare spazio a Dio e assegnargli il posto che gli compete, altrimenti non si dà sviluppo. Uno sviluppo, si badi bene, che nella Caritas in veritate non è quello "dei popoli", bensì "lo sviluppo umano integrale", senza che questo comporti una trascuratezza dell'altro.
Questo convincimento emerge, in realtà anche dal magistero sociale precedente e in particolare dalla Populorum progressio in cui Paolo VI scriveva: "Senza dubbio l'uomo può organizzare la terra senza Dio, ma «senza Dio egli non può alla fine che organizzarla contro l'uomo. L'umanesimo esclusivo è un umanesimo inumano». Non v'è dunque umanesimo vero se non aperto verso l'Assoluto, nel riconoscimento d'una vocazione, che offre l'idea vera della vita umana. Lungi dall'essere la norma ultima dei valori, l'uomo non realizza se stesso che trascendendosi. Secondo l'espressione così giusta di Pascal: «L'uomo supera infinitamente l'uomo» (n. 42)”.
“Ora – ha ricordato il Cardinale - a quarant'anni di distanza, il mondo è radicalmente cambiato, i confini fra sviluppo e sottosviluppo, principalmente a causa della globalizzazione, si sono fatti più labili; Nord e Sud non sono più sinonimi di mondo ricco e sviluppato da una parte e mondo povero e sottosviluppato dall'altra; le differenze culturali si sono sfumate; le migrazioni sono aumentate e le tipologie si sono moltiplicate, per non richiamare che qualche aspetto che caratterizza la nostra epoca. Accanto a tutto ciò, specie nel mondo occidentale aggredito dalla secolarizzazione, è sopraggiunta una profonda crisi di fede che ha invaso la società, una crisi che non si può ignorare confidando semplicemente che il futuro della società continui a restare ancorato al patrimonio di valori cristiani trasmesso nei secoli”.
“In un simile contesto – ha detto il Cardinale - la Chiesa trova valore aggiunto per la sua missione di evangelizzazione, e specialmente di "nuova" evangelizzazione, nella sua dottrina sociale. Una dottrina che usa un metodo "realista", nel senso che parte dalla realtà terrena per illuminarla con la luce del Vangelo, che deve assumere come compito primario quello di dimostrare che "l'adesione ai valori del Cristianesimo è elemento non solo utile, ma indispensabile per la costruzione di una buona società e di un vero sviluppo umano integrale" (CV, 4).