La conoscenza di sé (intervista a Laura Salvo)

La conoscenza di sé: la grazia è sempre al primo posto

Intervista alla Prof.ssa Laura Salvo, coordinatrice del corso estivo “La conoscenza di sé” che si terrà all’Istituto Superiore di Scienze Religiose, Regina Apostolorum di Roma, dal 1 al 6 luglio 2013.

Il titolo del vostro corso estivo “La conoscenza di Sé” è ambizioso e provocatorio allo stesso tempo, da che cosa ha avuto origine?

Sono tanti anni che l’Istituto Superiore di Scienze Religiose Regina Apostolorum segue la vita consacrata per donarle una formazione adeguata alle necessità del tempo che si vive. Il cristiano oggi più che mai è chiamato ad essere profeta, ad anticipare i bisogni del tempo e offrire delle risposte. La vita consacrata che nasce con questa missione specifica oggi più che mai deve saper dare delle grandi risposte di umanità. Pertanto il corso sulla conoscenza del sé, nasce da una lettura sui bisogni della vita del cristiano in generale e del consacrato in particolare, perché troppo spesso si vedono disarmonie tra la maturità umana e spirituale e la pratica clinica ci dice che se nella persona vi sono ferite scoperte, si creano schemi cognitivi e comportamentali condizionati, quindi non liberi, non autentici, non profondi.

La sua affermazione mi porta a pensare che anche la vocazione può essere fraintesa se la persona non ha lavorato su se stessa? 

Dio non si sbaglia quando chiama, e nemmeno cambia idea nel tempo, è la persona che potrebbe interpretare male alcuni segni e quindi ad un certo punto quando il tempo è servito come farmaco per lenire il dolore, la persona si guarda finalmente dentro e comprende che quella non è la sua strada. Non è un caso che oggi tra i 40 ed i 50 anni tante consacrate e consacrati lasciano, probabilmente molti non sarebbero nemmeno entrati se avessero lavorato prima su se stessi, se avesse avuto il coraggio di guardare i suoi traumi, il suo temperamento, la sua storia di vita, se avessero fatto un discernimento libero da pregiudizi e soluzioni invece che porsi delle domande.

Ma anche l’aiuto del psicoterapeuta può certamente aiutare a riscoprire le energie emotive e umane per rimettersi in piedi dopo la stanchezza propria di una vita di consacrazione e di donazione a Dio e agli uomini.

Dalle sue affermazioni sembra che la psicologia può risolvere il mistero della conoscenza della persona

La persona è un mistero, è un terreno sacro dove per entrare è necessario togliersi i sandali. Guai pensare che la psicologia può essere la soluzione ai problemi della vita consacrata di oggi. Perciò nel nostro Istituto lavoriamo in sinergia con il sacerdote e con gli accompagnatori spirituali. C’è sempre il primato dell’azione della grazia e dell’efficacia dei sacramenti. La psicologia non intende sostituirsi all’azione dello Spirito che agisce tramite i suoi ministri. La psicologia è una disciplina scientifica, uno strumento importantissimo, ma complementare alla spiritualità, per aiutare la persona a conoscersi meglio, o per sostenerla nei momenti di difficoltà, per portare chiarezza dove manca e per aiutare a migliorare le proprie fragilità. Ma la grazia è sempre al primo posto, come necessaria è la volontà della persona per volere superare il problema. La persona non è mai il risultato univoco di una sola esperienza, ma è dato dall’insieme di diverse variabili, come la sua famiglia, la cultura di riferimento, spiritualità vissuta ed il pattern genetico, altrimenti non si spiegherebbe come soggetti diversi esposti allo stesso trauma possano alcuni superarlo ed altri subirlo, non siamo tutti uguali, ma oggi più ce mai in una società complessa e liquida nelle relazioni soprattutto, la vita consacrata deve puntare a proporre modelli di vita maturi, sani e pieni di gioia e speranza.

 

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