LA FORMAZIONE NEL MAGISTERO DELLA CHIESA: ELEMENTI ESSENZIALI DELLA VITA CONSACRATA

Genesi del documento

Nel 1979 Giovanni Paolo II ha avuto la possibilità di realizzare il suo primo viaggio negli Stati Uniti ed ha potuto toccare con mano la situazione della Chiesa in qual Paese. Di singolare importanza fu il discorso alle religiose presso il santuario dell’Immacolata Concezione a Washington il 7 ottobre del 1979.  In precedenza il Papa era stato interpellato dalla presidente dell’e delle congregazioni religiose femminili di quella nazione, riguardanti temi in quel momento scottanti come il sacerdozio per le donne e la liberazione femminile nella vita consacrata.  Giovanni Paolo II ricordò alle religiose che la consacrazione si fonda sul battesimo e si perfeziona con la vita dei consigli evangelici, in come con la Chiesa “Negli anni che sono seguiti al nostro battesimo, è andata aumentando la nostra consapevolezza perfino la nostra meraviglia del mistero di Cristo. Ascoltando le Beatitudini, meditando sulla Croce, conversando con Cristo nella preghiera e ricevendolo nell’Eucaristia, ci siamo incamminati verso il giorno, quel particolare momento della nostra vita, in cui abbiamo solennemente ratificato in piena coscienza e libertà, la nostra consacrazione battesimale con coscienza e libertà piena. Abbiamo affermato la nostra determinazione a vivere sempre in e con Cristo, e ad essere, grazie ai doni datici dallo Spirito Santo, membri generosi e amorevoli del Popolo di Dio.  La vostra consacrazione religiosa si basa su questo fondamento comune del Corpo di Cristo che condiviso da tutti i cristiani. Nel desiderio di perfezionare e intensificare ciò che Dio ha iniziato nella nostra vita  col battesimo, e comprendendo che Dio vi ha veramente offerto il dono dei consigli evangelici, avete cercato di seguire Cristo più da vicino,  conformare pienamente la vostra vita con quella di Gesù Cristo  in una comunità religiosa a ttraverso questa. Questa è l’essenza della consacrazione religiosa: professare all’interno della Chiesa per il bene della stessa, povertà, castità e obbedienza in rsposta alla chiamata di Dio, al fine di lodare e servire Dio con maggior libertà di spirito (cf. 1Cor 7,34-35) e per condurre una vita più conforme a quella di Cristo, secondo il tipo di vita scelto da Lui e da sua Madre.(cf Perfectae caritatis,1; Lumen gentium, 46)”

Il Papa rendendosi conto delle problematiche che iniziavano nella vita religiosa presente Stati Uniti in modo particolare per il dissenso verso il Magistero della Chiesa, incarica una commissione di Vescovi per aiutare le religiose a vivere la loro vocazione ecclesiale. In questa lettera del 3 aprile del 1983 ricorda quali sono gli elementi essenziali della vita religiosa: “Questi includono: la vocazione data da Dio; la consacrazione ecclesiale a Gesù Cristo mediante la professione dei consigli evangelici con voti pubblici; una forma stabile di vita comunitaria approvata dalla chiesa; la fedeltà a uno specifico carisma originario e a sane tradizioni; la partecipazione alla missione di Cristo mediante un apostolato corporativo; la preghiera personale e liturgica, centrate particolarmente nel mistero eucaristico; la testimonianza pubblica; una formazione che abbracci tutte le fasi della vita; una forma di governo che richiede un’autorità religiosa basata sulla fede; un rapporto particolare con la Chiesa. La fedeltà questi elementi basilari, stabiliti nelle costituzioni approvate dalla Chiesa, garantisce il vigore della vita religiosa e rafforza la nostra speranza per la sua futura crescita.”

Vista l’importanza universale di suddetti elementi, il Papa diede incaricò la Sacra Congregazione per i religiosi e gli Istituti secolari, la stesura di un documento che avesse carattere universale, basato sulla lettera inviata ai vescovi americani. Il documento rappresenta uno sviluppo teologico su tre punti: l’elemento base della Vita consacrata, la consacrazione del religioso da parte di Dio e la risposta del  religioso a tale consacrazione; la consacrazione comporta una missione, la  consacrazione è   nuova e speciale chiamata rispetto a quella del battesimo.

 

La formazione

 

Per quanto riguarda la formazione il documento ripresenta un approfondimento e un passo in più rispetto al concetto di formazione del documento precedente. Se la dimensione contemplativa della vita religiosa si riferiva alla formazione come una forma di far immergere i religiosi nell’esperienza di Dio, il documento  elementi essenziali  riprende questo concetto e lo applica a tutta la vita. Parte dalla convinzione che la vita è un costante sviluppo e la consacrazione non è un evento finalizzato a un momento della vita consacrata, ma un continuo processo, iniziato da Dio e attraverso la sua azione   continua per  tutto l’arco della vita   con la collaborazione della stessa persona consacrata,  e dal quale scaturisce  un concetto interessante e innovativo sulla formazione. Poiché la consacrazione a Dio si sviluppa  allo stesso tempo  che si sviluppa la vita, la persona consacrata deve cercare i mezzi più adeguati per crescere in questa consacrazione a Dio, che non è altro che crescere nella vita di Cristo, nell'esperienza Dio, come lo definiva  e come abbiamo spiegato nello studio  del documento   la dimensione contemplativa della vita religiosa. Crescere nella configurazione a Cristo attraverso le costituzioni di un determinato Istituto rimane l’essenza di tutta la formazione nella vita consacrata: “la chiamata di Dio e la sua consacrazione continuano lungo tutta la vita, in una capacità permanente di crescita e di approfondimento che va oltre ogni nostra comprensione. Discernere la particolare attitudine a vivere una vita che vuole realizzare questa crescita in accordo con il patrimonio spirituale e le disposizioni di un dato istituto, e accompagnarla nell’evoluzione personale di ciascun membro di una comunità, sono i due aspetti principali della formazione”(Elementi essenziali, n. 44).

Il documento spiega in dettagli gli elementi di suddetta definizione, per questo è  necessario che ci soffermiamo un po’ in ciascuna di queste spiegazioni  per approfondire e arricchire il concetto che andiamo formulando riguardo la formazione della vita consacrata secondo il Magistero della Chiesa Il primo elemento che il documento sottolinea è la necessità di definire la formazione  come  un processo, cioè come un evento iniziato, continuo  e mai terminato affinché la  persona non si incontri  con Cristo nella morte. Se la formazione “ha come obiettivo principale d’immergere i religiosi nell’esperienza di Dio e aiutarli a perfezionare questa esperienza nella sua vita”(La dimensione contemplativa della vita religiosa, n.17), questa esperienza può iniziare prima del noviziato, pone le sue radici nel noviziato e deve continuare lungo tutta la vita della persona consacrata, considerando che si parla di esperienza e non di un fatto già realizzato Forse il termine esperienza può essere fonte di confusione per essere espressa in forma singolare e si può pensare di essere ridotta ad un atto o ad un evento. In questo caso crediamo che il termine esperienza voglia significare l’insieme di esperienze o l’esperienza continua che la persona consacrata fa di Dio In questa maniera si comprende la spiegazione che ci da il documento Elementi essenziali sull’esperienza di Dio circoscritta al processo formativo: “Per ogni religioso la formazione consiste nel divenire sempre più un discepolo di Cristo, nel crescere nell’e con lui e nella configurazione a lui. Il religioso assume sempre più profondamente i sentimenti di Cristo, condividendo la sua totale oblazione al Padre e il servizio  fraterno alla famiglia umana.  […]Un simile processo richiede una conversione autentica. <> (cf Rm 13,14; Gal 3,27; Ef 4,24) implica lo spogliamento di se stesso, del proprio egoismo (Ef 4,22-24; col 3,9-10). (Elementi Essenziali, n. 45). Siamo quindi di fronte ad un processo formativo  attraverso il quale la persona fa l'esperienza di Dio intesa come il vivere la vita dello Spirito di Cristo in tutto l’arco  della sua vita. Un processo attraverso il quale la persona è chiamata a configurarsi con la persona di Cristo in modo tale che lo stesso Cristo possa rendere sempre più sua  la persona consacrata. La configurazione a Cristo è assumere gli stessi sentimenti di Cristo sarà questo l’obiettivo centrale di tutto l’itinerario formativo. Questo concetto sarà ripreso e approfondito teologicamente negli anni successivi dall’Esortazione apostolica pstsinodolae Vita Consacrata. 

Secondo il documento Elementi essenziali non esiste una vita consacrata in se stessa. La vita consacrata si innesta in un carisma: “Il segno peculiare degli istituti religiosi si riflette nei modi con cui questi valori di Cristo sono espressi visibilmente. Pertanto, il contenuto dei voti di ogni istituto, secondo quanto è espresso nelle su costituzioni, deve essere chiaro e senza ambiguità” (Elementi essenziali n. 16). Quindi è da  comprendere che la crescita della vita consacrata, la conformazione a Cristo  e lo sviluppo personale si realizzano all’interno del carisma dell'Istituto. Se  ogni carisma ha il suo spirito, la sua natura,   e la sua  tradizione, non per puro devozionismo, ma ogni aspetto della persona consacrata, ogni aspetto della sua vita, deve essere permeata di carisma, in modo che la sua crescita nella configurazione a Cristo si realizzi in base  al carisma dell'Istituto. La persona consacrata deve conoscere ogni aspetto del suo carisma, che come esperienza dello Spirito ( Mutuae relationes, n. 11) può e deve investire tutta la vita. Non deve essere visto in modo distaccato dalle qualità personali, come se questo fosse  un articolo di pura devozione. Come creatura spirituale, il carisma chiamato ad informare le potenzialità della persona, come l’intelligenza e la volontà in modo tale che la persona imparerà dal carisma come assumere i sentimenti di Cristo, questo è l’obbiettivo della formazione, perché attraverso il carisma  apprenderà   a conoscere la realtà secondo la visione  di Cristo e ad amarle con il cuore di Cristo. Da qui si comprende che il carisma è un modo privilegiato  di formazione. Il progressivo  configurarsi a Cristo si effettua in conformità al Carisma e agli orientamenti dell’istituto a cui il religioso appartiene. Ciascuno ha il suo proprio spirito, carattere, finalità e tradizioni. I religiosi approfondiscono la loro e a Cristo in modo conforme a questi elementi (Elementi essenziali n. 46).

Infine il documento ricorda che l’agente principale della formazione è Dio stesso:  “poiché l’iniziativa della consacrazione religiosa è insita nella chiamata di Dio, ne consegue che Dio stesso, operando attraverso lo Spirito di Gesù, è il primo e principale agente nella formazione del religioso. Egli agisce attraverso la sua parola e i sacramenti, la preghiera e la liturgia, il magistero della Chiesa, e in modo più immediato, tramite coloro che sono chiamati, in obbedienza a contribuire in modo particolare alla formazione dei fratelli”.(Elementos esenciales n. 47).  Forse questo è uno degli elementi che maggiormente si è stato sottovalutato durante il tempo   del rinnovamento della vita consacrata subito il Concilio e che oggi rivediamo con soddisfazione prendere in considerazione.  Se la formazione è soprattutto   un’azione dello Spirito nella quale la persona vuole configurarsi pienamente e completamente a Cristo, deve essere lo stesso Spirito di Cristo l’autore principale. Certamente, la persona deve cooperare con libertà perché la grazia suppone la natura. Mai però la natura potrà portare a compimento ciò che dovrebbe essere opera della grazia. Molti istituti di vita consacrata non lo compresero e dedicarono gran parte dei loro sforzi inerente la formazione dedicandosi a preparare formatrici esperte in scienze umane, soprattutto in psicologia, ma carenti nella conoscenza di una vita spirituale forte e robusta, capace di attrarre la formanda alla vita dello Spirito e quindi capaci di comprenderle e guidarle per le vie dello Spirito. Di conseguenza si ebbero religiose molto ben preparate in diversi ambiti, con ampia conoscenza di se stesse, dei suoi problemi ma da un punto di vista psicologico,  carenti nella vita spirituale.

Considerare Dio come principale agente della formazione non è puro fideismo, ma consiste nell’imparare  ad ascoltare la sua voce interiore, soprattutto nella preghiera e avere una sufficiente forza di volontà, capace di rispondere alle mozioni dello Spirito di cristo per raggiungere ogni giorno una configurazione più piena con la vita di Cristo, in sintonia con il proprio carisma.

Germán Sánchez Griese

 

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