La scelta di Jolie. Clonazione. Persone non pecore.
Venerdì 17 maggio. Apriamo sulla clonazione e sul perché va rifiutata. Ce lo motiva sul Corriere delle Sera il filosofo morale Adriano Pessina con argomenti validi e razionali. Ne prendiamo due. Il primo è “che non è accettabile che la donna sia utilizzata come fornitrice di ovuli per la scienza”. Il secondo è “che si è clonato un uomo, non una pecora. E lo si è clonato – ma non per far nascere un vivente appartenente alla nostra specie – ma per ricavarne cellule per future terapie”. Adriano Pessina, “Persone, non pecore. Basta manipolazioni”, Corriere della Sera, 17.5, p.24. E quindi dal punto di vista bioetico rimaniamo sempre nella stessa Magna Questio. E’ giusto e legittimo clonare un essere umano appartenente alla nostra specie per ricavarne come si propala future terapie? E basta la parola “terapeutica” per far diventare etica la soppressione umana?
No, non basta e come scrive sconsolata anche Assuntina Morresi, su Avvenire a p. 26 “a che questo ritorno al passato? Un ritorno a Dolly pur sapendo che le IPS staminali pluripotenti indotte del Nobel Yamanaka sono le uniche che non danno problemi etici? Già . A che?
Martedì 21. Accade anche questo nel mondo delle dive. Lei è Angelina Jolie. La bella e stupenda Angelina Jolie. A 37 anni Angelina Jolie si è mutilata. Non per un incidente cinematografico. Non girava una scena di guerra. Ma per scelta. Una scelta forte, convinta (o stupida). Angelina si è levata il seno. Si è sottoposta a doppia mastectomia dopo aver scoperto di essere portatrice di un gene che le avrebbe comportato – 90% dei casi – forse il cancro al seno. Le avrebbe comportato, non che lo aveva già in circolo, il tumore. E quindi – come scrive con aderenza al reale Adriana Bazzi sempre sul Corriere – Angelina Jolie era una persona sana. (Angelina Jolie, attenti all’effetto imitazione, p.19). Povera Jolie. Comprendiamo. Forse è stata impaurita da quei calcoli probabilistici e statistiche divergenti della medicina predittiva che illude che si possa vivere senza mai morire. Ma ad una mutilazione preventiva che si fa con gesto folle, una che il diritto non ritiene più da farsi. Sotto scacco la vecchia legge del 1982 che impone l’intervento chirurgico per cambiare genere. Secondo la nuova giurisprudenza forense adesso cambiare sesso per molti trans sarà più facile e meno mutilante. E’ l’addio al bisturi su corpi in persone che non lo sentono proprio. Lo riporta Il Fatto Quotidiano, 20.5, p.9.titolo: Il Sesso può essere mutato senza bisturi, di Thomas Mackinson e Ferruccio Sansa).
Mercoledì 22 maggio. Ancora un dialogo sul fine vita. Su Repubblica a p. 36 il “confronto” tra uno dei massimi studiosi del pensiero filosofico antico, Giovanni Reale e l’oncologo ateo Umberto Veronesi nella presentazione di un comune libro: Responsabilità della vita, Bompiani editore, p. 36. Un dialogo incontro tra difesa della sacralità della vita e sacralità della tecnica. Da comprare e studiare. Sempre sulla vita e sulla morte leggi anche su Il Foglio, La casta dei sacerdotale dei bioeticisti, p. 3 di venerdì 17. E’ la posizione critica del filosofo Natham Emmerich contro l’utilizzo da parte del sistema politico di esperti bioeticisti ai dilemmi delle scienze della vita. Gli esperti di bioetica – scrive Emmerich - non possono permettersi di diventare una casta sacerdotale. E la società non deve affidare loro le decisioni finali su questioni di vita e di morte”. Da un certo punto di vista non ha tutti i torti.
Antonello Cavallotto