Marcela Lombard – DINAMICHE NEGATIVE NELLE RELAZIONI INTERPERSONALI IN COMUNITÀ

Questa realtà soprannaturale che è la comunità è sempre formata da persone umane limitate, in cammino verso la perfezione, ma non ancora sante. Pertanto ci possono essere dinamiche negative per mancanza di conoscenza personale, per difficoltà nel dominio dei propri sentimenti, per tanti motivi che fanno perdere di vista la bellezza della comunità come figura della Trinità. Forse sentiamo o sappiamo di situazioni veramente sgradevoli nelle comunità religiose – i mass media sono esperti in far uscire alla luce anche i più piccoli particolari – ma dobbiamo analizzare che un atto di violenza, o un’aggressività eccessiva, non nascono da un giorno all’altro, ci sono elementi di formazione umana ed affettiva che non si sono risolti, ed effettivamente possono portare a conseguenze molto gravi. Vediamo ora, brevemente, alcune possibili dinamiche negative che possono venire dalla mancanza di maturità affettiva.

û   Carenze affettive: Cercare l’affetto delle altre, per egoismo, solo per soddisfazione personale. Sperare di sentirsi lodata, coccolata, compressa, più che donare questo alle altre. Soffrire se non si ricevono manifestazioni d’affetto, di gratitudine, reagendo in modo ostile, aggressivo se non si hanno queste cose. Costruire delle amicizie particolari dove le confidenze, le critiche, le manifestazioni anche sencibili d’affetto deviano il cuore dal centro che deve essere Dio. Per distinguere queste è importante analizzare se si soffre quando l’altra persona non c’è, se si ha gelosia quando parla con altre, se si cerca di dominare...

û   Suscettibilità: Percepire tutto quello che fanno le altre come un’offesa, come un modo di ferirmi, di disturbarmi. Di solito va accompaganta dalla cavillazione, da immaginazioni e pensieri negativi rispetto le altre che ci predispongono nel rapportarci con loro.

û   Mancanza di universalità: cercando soltanto le persone che ci stano simpatiche o con le quali abbiamo qualcosa in comune (lingua, nazione, età...). Ignorando o disprezzando le altre. Manifestare le antipatie: Naturalmente possiamo esperimentare antipatia verso alcune persone, ma se siamo mature – umana e affettivamente – saremmo in grado di analizzare i veri motivi delle antipatie. Generalmente sono differenze di carattere o modi di fare dalle altre che ci disturbano. La domanda che dobbiamo porci è, chi è il parametro per giudicare la mia consorella e il suo modo d’agire? Perche di solito queste antipatie sorgono dai paragoni fatti con noi stessa (questa è lenta, pigra...). Non sarà che Dio può fare le persone come Lui vuole? Chi sono io per giudicare la creazioni di Dio? Non può essere una santa la mia consorella malgrado quel difetto (reale o apparente)?

û   Individualismo: Pensare solo a sé stessi senza preoccuparsi dagli altri. Centrare tutta l’attenzione su i propri problemi e progetti, fare tutto da soli, senza mai chiedere aiuto, ne offrire aiuto. Isolarsi dalla vita comunitaria.

û   Egoismo che porta a vivere a “grosso modo”: Non prestare attenzione ai particolari, sia nella vita personale, ma soprattutto nella vita di comunità. Per egoismo pensare soltanto a quelle che piace a se stessi e non rendersi conto delle necessità altrui, o peggio ancora ignorarle.

û   Vanità: Cercare costantemente di fare la bella figura davanti alle superiore o alle consorelle. Agire costantemente per compiacere loro, per essere considerati... questo può portare ad agire incoerentemente o facendi finta. Questo crea una divisione all’interno della persona, poiché non si riconosce, non vive con autenticità e le porta a non saper come agire in ogni circostanza, creando tensioni con le altre che se ne accorgono di questa dicotomia. La persona non è libera, è condizionata dalla sua vanità e questo le impedisce di agire con maturità, il cuore è centrato in questo, e non in Dio.

û   Pragmatismo e utilitarismo: Avere come criterio d’azione quello che è più pratico e utile, trattare le altre così, solo se servono, se mi aiutano, ma non apprezzarle per quello che sono. Servire, agire, fare molte cose, ma non per amore, bensì per soddisfazione per pratticità e utilità. Pensare che soltanto le persone utili – almeno così considerate – sono degne di prendersi in considerazione, le altre s’ignorano.

û   Critica e mormorazione: Parlare male delle altre per invidia, per non accettarle così come sono. “Denunciare” i loro sbagli davanti a tutti, a modo di sfogo, di vendetta, di “sport”. Questo – che purtroppo è molto comune – ci parla di una vera immaturità umana, affettiva, intellettuale e soprattutto spirituale e cristiana. La persona che critica dimostra grandemente la sua ignoranza, poichè non è capace di mantenere una conversazione con buoni contenuti intellettuali. Umanamente non ha controllo dei propri sentimenti, emozioni, impressioni soggettive. Spiritualmente e cristianamente perché manca al vissuto più elementare della carità cristiana, lasciandosi da passioni e peccati come l’invidia e la difamazione. Affettivamente ancora non sa amare gli altri come Gesù li ama, fino ad accettarli e dare la vita per loro malgrado i loro difetti. Tristemente questo vizio è la causa di tantissime divisioni e problematice grosse nelle comunità religiose.

û   Aggressività per insicurezza: Una persona si sente poco sicura nella comunità e reagisce costantemente in modo aggressivo, attaccando le altre colpevolizzandole dei problemi personali.

û   Innamoramento: Potrebbe capitare che la religiosa nel non trovare la soddisfazione affettiva nella comunità cerchi fuori l’affetto che non trova dentro. Molte volte i rimorsi, la paura di venire scoperta la fa isolarsi della comunità, cercare la solitudine per sognare, evitando di partecipare alla vita comunitaria.

Come possiamo vedere, se andiamo alla radice delle problematiche personali, possiamo prevenire e risolvere più facilmente i conflitti nella comunità. E’ evidente che la immaturità affettiva sorge generalmente dall’essere troppo attaccati a se stessi, cercando di soddisfare i propri gusti e desideri; o avendo il cuore centrato in qualcuno o qualcosa che non è Dio. Son affetti parziali, contigenti, che richiedono purificazione. Vivere amando “Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le forze e il prossimo come te stesso”, senza affetti sensuali, egoistici che ci allontanano dalla verità che è Dio.

Marcela Lombard 

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