Marcela Lombard – IL CENTRO DELLA PROPRIA VITA.

Per poter maturare è necessario sapere qual è il centro della nostra vita, sapere se l’abbiamo centrata in un oggetto o persona sbagliata perché ciò si può presentare come un ostacolo per la maturità.

Tutti abbiamo la nostra vita centrata intorno a qualcosa o a qualcuno. Nella vita religiosa il nostro ideale è essere incentrate in Cristo, che Lui è il centro della nostra, vita, ma tante volte, in tante circostanze non è più così. Può accadere che ci lamentiamo, effettivamente supplichiamo la grazia di essere centrate in Lui, ma forse non lasciamo lo spazio nella nostra mente, nel nostro cuore e nella nostra volontà perché ci sia Lui lì.

Analizziamo cosa può succedere quando siamo centrati in altre cose o persone:

üAltra persona significativa positivamente (superiora, consorella, famiglia…): Esiste una forte dipendenza emotiva, pertanto si diventa vulnerabili allo stato d’animo, sentimenti e comportamenti dell’altra persona, al modo di trattarci, o qualsiasi altro evento che possa turbare la relazione (attacchi di gelosia, trasferimenti…). Molte volte questa dipendenza porta a reazioni bipolari esasperate: amore – odio, bisogno – conflitto, risentimento… si cerca di evitare le ferite, pertanto si ricorre al sarcasmo, alla critica, al conflitto, per non dimostrare tenerezza o debolezza estrema.

üIl lavoro – apostolato: trarre la sicurezza da quello che si fa e/o avere il lavoro quasi come una droga che impedisce di fare altro. La propria identità, la sicurezza personale e il senso del proprio valore dipende dal lavoro svolto (sono infermiera, sono direttrice della scuola, sono insegnante…). Qualsiasi cosa che impedisca di continuare a lavorare sarà un grande problema, un senso di fallimento, specie se ci sono delle limitazioni personali, per malattia o qualsiasi altro motivo.

üI beni: non solo quelli materiali, ma anche quelli non tangibili come la fama, l’essere riconosciuti dagli altri (soprattutto dai superiori)… se la propria sicurezza dipende da questo che è così precario, la vita sarà in continua ansia e agitazione, poiché si percepirà un costante pericolo di perdere quello che procura la sicurezza.

üIl piacere: Cercare la gratificazione immediata, quello che è più comodo. Il piacere per sé, non soddisfa, no produce senso d’appagamento, anzi si cerca ogni volta più. Troppo tempo libero indisciplinato, troppa televisione, troppi momenti d’ozio… fanno che le capacità della persona restino inattive e non si sviluppino i talenti.

üUn nemico: sicuramente questo non succede consciamente, ma quando c’è una frequente interazione con una persona con cui si ha un conflitto, può portare ad averla nel centro della propria vita. Specialmente quando uno si sente maltrattato da qualcuno socialmente importante o emotivamente significativo, si può cadere nell’ossessione per quella offesa, reagendo, ribellandosi… Si pensa di continuo a quella persona e si crede che la vita cambierebbe se non ci fosse nel nostro raggio d’azione. La sicurezza quindi risiede nel comportamento dell’altra persona.

üLe istituzioni: Porre la propria sicurezza nell’appartenenza ad un certo Istituto, addirittura il proprio Istituto religioso, perdendo di vista che è solo un mezzo per arrivare a Dio, per vivere secondo il volere di Dio. Rimanendo solo al compimento esterno delle regole, delle tradizioni, ma non vivendo per intima convinzione.

üIl Sé: Sicuramente è il centro più comune, poiché si cerca egoisticamente il successo, la comodità, la soddisfazione personale, l’autorealizzazione… Chi riceve, ma non dà mai. Non è capace di usare la propria capacità per migliorare, per servire gli altri. Porsi come criterio di giudizio sulle altre persone e le circostanze, fare costantemente riferimento a sé stessi, ai propri gusti, desideri, ecc...

 

La soluzione è mettere Gesù Cristo al centro della nostra vita. Lui è l’unico che ci dà una sicurezza che non cambia, che non finisce, che non muore. Non reagisce negativamente, al contrario è sempre misericordioso, non fugge, è sempre fedele, non è influito dalla moda o il clima. Evidentemente questo richiede imitarlo nelle sue virtù fondamentali, seguire i principi che Lui ci propone con il suo esempio e attraverso gli strumenti della sua grazia. Sono principi, virtù che impariamo con l’esperienza, che possiamo ogni giorno viverle con più profondità e consapevolezza.

Queste virtù, questi principi che ci propone Gesù ci danno la capacità di vivere con un atteggiamento positivo, e propositivo, cercando sempre di migliorare nella propria vita, nella gestione di sé stessi e delle relazioni con gli altri. È da queste virtù che sorgono i nostri atteggiamenti. Se viviamo convinti che la carità è una delle virtù fondanti nella nostra vita, l’amore verso Dio, sarà sincero, si cercherà di compiere la Sua volontà, malgrado il sacrificio. La carità e la bontà verso gli altri sarà il filo conduttore della propria vita; anche la carità con sé stessi che porterà all’accettazione serena del proprio modo d’essere e alla ricerca del costante superamento per imitare ogni giorno di più a Gesù. Sarà il desiderio di vivere come Lui il criterio per prendere le decisioni nella propria vita, dando ad ogni azione un valore di redenzione, sarà un’opzione libera, consapevole che porterà grande soddisfazione.

Marcela Lombard

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