Marcela Lombard – PER FORGIARE LA MATURITÀ: COMINCIARE PENSANDO ALLA FINE
Esiste un modo di aiutarci a maturare sul quale riflettiamo ogni volta che facciamo esercizi spirituali – almeno quelli secondo Sant’Ignazio – che è meditare, pensare ai novissimi, cioè alla morte, al cielo, l’inferno… Quando noi ci vediamo nella prospettiva della fine della nostra vita, riusciamo a mettere a posto molti aspetti dell’oggi, siamo in grado di relativizzare situazioni che sono sempre contingenti, temporanee.
Questo riflettere sulla comprensione di dove siamo diretti, dove vogliamo arrivare, ci aiuta enormemente a dare oggi i passi che mi porteranno in un domani lì, al mio obiettivo. Se vogliamo arrivare a Dio, essere santi – che è la nostra vocazione primigenia – ogni giorno della nostra vita deve essere orientato a questo. Ma è importantissimo che io voglia veramente questo, e non soffermarmi troppo nei piccoli obiettivi, nei piccoli successi dell’oggi.
E’ molto facile perdere il bersaglio quando non lo guardiamo spesso, ci distraiamo con le cose spicciole e non guardiamo il tesoro grande. Quante volte per fare bella figura davanti ai superiori o per ottenere o mantenere un incarico ci dimentichiamo perché – per Chi – facciamo tutto nella nostra vita, a Chi abbiamo consacrato il nostro cuore, la nostra mente, il nostro agire. Può succedere che i nostri sentimenti, le ambizioni, le passioni… ottenebrino l’ideale, come le nuvole che si pongono davanti al sole e lo coprono, e come non lo vediamo, non lo cerchiamo, ci dimentichiamo che c’è. La persona matura ha il coraggio di correggere la strada quando è sbagliata, cercando di nuovo l’obiettivo, è in grado di realizzare il progetto che si è prefissato.
Voglio segnare alcune idee che Edith Stein (Sta. Teresa Benedicta della Croce) propone come le caratteristiche fondamentali della donna matura, di quella che sa dove vuole arrivare.
L’animo della donna deve essere:
ü“Ampio” ed aperto a tutti gli esseri umani;
üDeve essere “sereno”, poiché nessuna tempesta possa spegnere la piccola fiammella;
üDeve essere “caldo”, affinché i semi teneri non si congelino;
üDeve essere “luminosa”, perché negli angoli bui non si annidino i parassiti;
ü“Raccolta in sé stessa”, così le irruzioni esterne non minacceranno la vita interiore;
ü“Vuota di sé stessa” , perché la vita altrui abbia in lei lo spazio;
ü“Padrona di sé” e del suo essere, affinché tutta la sua personalità si trovi in un costante atteggiamento di servizio.
In poche parole, la donna deve essere generosa, silenziosa, svuotata di sé stessa, calda e luminosa. Per arrivarci dovrà rinunciare alla propria volontà e farsi prigioniera della volontà divina, offrendosi insieme a Cristo sull’altare e ritrovando ogni giorno il silenzio e la serenità interiore, malgrado la stanchezza e i problemi di ogni giorno.
Marcela Lombard