Meditazione per l’Anno della Fede – Padre Pedro Barrajon L.C.
La fede nel Padre, Lc 11, 1-4.
1 Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». 2 Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; 3 dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, 4 e perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore, e non ci indurre in tentazione».
Questo testo inizia con la descrizione di Gesù che prega. È bello poter immaginare Gesù nei momenti in cui prega. Ci sono tanti momenti nella vita di Gesù nei quali prega. I discepoli erano abituati a vederlo così, immerso nel dialogo con il Padre, ma ogni volta era per loro una nuova esperienza forte perchè la sua preghiera doveva essere occasione di trasformazione, serena, piena di pace e di felicità. Tutti noi abbiamo visto delle persone la cui preghiera ci ha particolarmente colpito. Pensiamo alla preghiera del beato Giovanni Paolo II che si isolava nella concentrazione della preghiera anche quando era osservato da tanta gente. Contempliamo Gesù orante in un luogo appartato, in comunicazione con il Padre, che gli parla della sua missione di salvezza degli uomini o di qualche speciale bisogno dei suoi discepoli, che gli chiede le grazie necessarie per coloro che aveva visto particolarmente turbati, tentati, dubbiosi nella fede; che prega per noi, per coloro che avremmo creduto in Lui lungo i secoli, per coloro che l’avrebbero amato fino alla morte, per coloro che l’avrebbero tradito. La contemplazione della preghiera di Cristo è sorgente di ispirazione per la nostra preghiera.
Un discepolo chiede al Signore di insegnargli a pregare. Tutti abbiamo bisogno di imparare a pregare. La preghiera è una scuola il cui unico Maestro è Lui, il Signore e il suo Spirito. Noi siamo sempre discenti. Noi impariamo a pregare continuamente perché pregare non è una tecnica, è un esercizio del cuore, è un atto di amore. E l’amore è sempre nuovo, sorprendente, bello, trasformante.
Gesù dà inizio alla sua preghiera invocando il nome di colui al quale è indirizzata: il Padre. Gesù ci ha rivelato il Padre del quale egli è il volto visibile: “chi ha visto me, ha visto il Padre”, ha detto a Filippo (Gv 14, 8). Il Padre è sempre presente nella sua vita. La conclude rimettendo nelle sue mani il suo spirito. La volontà del Padre è il suo nutrimento. Il Padre è invocato nel momento della prova e nel momento della gioia. Che grande lezione per noi quella di Gesù che ci insegna che nella vita non siamo soli, che c’è un Padre che ci protegge, ci ama, ci guida ed ci prepara una dimora eterna.
Le petizioni del Padre Nostro del Vangelo di San Luca sono cinque: la prima è di lode e di santificazione a Dio. La preghiera è sempre preghiera di lode, di riconoscenza a Dio come nostro Signore e Creatore. La preghiera inizia con questo atto di umiltà profonda: noi siamo creature. Solo Dio è il Creatore e il Signore. Ma Egli vuole che il suo regno di amore venga a noi, scenda su questo mondo così bisognoso di essere profondamente rinnovato dal di dentro, dall’amore misericordioso e salvifico di Dio. Questa è la seconda petizione.
La tre successive domande appartengono ai bisogni dei discepoli. La prima, il pane, che significa tutto ciò che ci permette di vivere con dignità umana, ma anche, secondo l’interpretazione di non pochi Padri della Chiesa, il pane di cui parla Gesù è Egli stesso come Pane Vivo, come l’Eucaristia. “sine Dominico nos non possumus vivere”, dicevano i martiri di Abitine prima di morire: “Senza l’eucaristia noi non possiamo vivere”. L’Eucaristia è il nutrimento del discepolo in cammino. Lo chiediamo al Padre come dono, come nuova manna che nel deserto della vita ci dà la forza per raggiungere la terra promessa da Cristo.
La penultima domanda è di perdono delle nostre offese al Dio di misericordia, al Padre buono, sempre pronto a perdonare. L’unica condizione è quella di perdonare noi a chi ci offende perché se non perdoniamo non possiamo chiedere perdono a Lui. Finalmente chiediamo forza nelle tentazioni per non cadere di fronte alle insidie del demonio o in preda alla nostra debolezza.
San Paolo diceva ai Tessalonicesi di pregare sempre: “sine intermisione, orate” (1 Tes 5, 17). Il Padre Nostro è la preghiera di tutti i tempi, di tutti i momenti, di tutte le persone, di tutte le età, di tutte le situazioni, di tutte le epoche, di tutti i popoli, di tutte le razze. Non ci stanchiamo mai di pregare con le parole di Gesù, di pregare con Gesù, di pregare come Gesù. In questo anno della fede, la preghiera, la preghiera di Gesù, sarà la strada che ci condurrà a una fede più limpida, più semplice, più forte, più pulita, più serena.