Michela Pensavalli – LA RELIGIOSA PUÒ AMARE

L’aiuto nel campo dell’affettività può giungere anche da una sorella:

         “Ti supplico, sorella, evita questa esperienza, lotta con tutte le tue forze: devi volere, fortissimamente volere. Organizza la tua vita religiosa in modo che Dio ti possieda interamente. Considera la tua sessualità come un capitale da investire nel modo giusto. Non dobbiamo far scempio di questo capitale per soddisfare piccole voglie. Accettiamoci così come siamo, educhiamoci, lasciamoci educare, con tutte le esigenze implicare nel termine. Cerchiamo di conoscere bene e accettare i nostri limiti reali e partiamo da questi per progredire nei confronti dell’ideale da raggiungere. La padronanza di sé non possiamo raggiungerla senza il riconoscimento e l’accettazione della nostra sessualità, nella piena consapevolezza della possibilità e dei doveri che essa comporta. Non reputiamoci incapaci di risolvere il conflitto tra la carne e lo spirito.

         “Tutto posso in Colui che mi conforta” dice San Paolo. Bisogna superare l’amore per l’altro con l’amore per gli altri. Se crediamo che tutta l’opera educativa è un rapporto d’amore, quanta possibilità abbiamo di darci generosamente, di prodigarci senza misura, di riversare nei bimbi tutta la ricchezza affettiva della nostra natura femminile, affinata e resa più squisitamente delicata e comprensiva dalla nostra consacrazione in Cristo”.

“Ora ho compreso qualcosa dell’amore infinito di Dio verso il figliol prodigo, verso la mia anima. È il dono più bello che Egli mi abbia fatto. Mi ha spalancato il cuore alla fiducia, mi ha inondato di pace! Il suo amore, non è un amore che tormenta, ma che dilata l’anima.

         La vita è semplicemente un atto di amore, un dono scambievole, un sentirsi nulla nel Tutto. Vorrei poterti donare tutta la mia gioia di amare, perché il tuo cuore fosse soltanto pieno di Dio. Tu, sono certa, saprai amare il Signore molto più e molto meglio di me. Per questo il Buon Dio insiste e picchia alla porta del tuo cuore. Perdonami se le mie parole non sono state calde di affetto e di conforto quanto tu ne abbisogni in questo momento. Ma rallegrati: la fonte della gioia, della pace e dell’amore è Cristo, a cui ci siamo donate anima e corpo, e ora insieme ci ridoniamo per sempre a Lui”.

E’ difficile amare correttamente

 

La rinuncia ad essere sposa e madre mettono a volte a dura prova l’animo femminile. L’equilibrio tra esigenze affettive e vita consacrata a volte risulta instabile e precario.

“A 40 anni ero direttrice di un collegio. Quando le mie sorelle e qualche vecchia amica mi venivano a trovare, a parlare dei loro figli, della loro vita coniugale, sentivo in maniera ancor più acuta l’apparente vuoto della mia vita; una donna di 20 anni non sa quel che significhi essere sola, senza figli, senza soddisfazioni professionali. A 35, 40 è ben diverso.

         Occorre inoltre fare i conti con la natura femminile; la donna giunta alla maturità avverte più intensamente il bisogno di appoggiarsi ad un uomo, come anche quello di trasmettere la vita. I sacrifici accettati col cuore a 20 anni si sentono a 40, nella carne, spesso in maniera più acuta. Mentre l’uomo costruisce soprattutto muovendo dal ragionamento, la donna fa appello all’intuizione del cuore, e quel che costruisce è il frutto del suo amore. Evidentemente, la realizzazione di un ideale religioso, per quanto seducente esso sia, implica in misura minore questo fattore umano così importante in una donna. Questa rischia di sentirsi lesa nella sua vocazione religiosa, se la sua vita spirituale non è diventata una realtà viva alla quale può offrire la parte migliore di sé, la sua stessa essenza”.

Stati d’animo della Religiosa:

-         Solitudine e incomprensione come esperienza di non appartenere al mondo, ma a Dio.

-         Sofferenza provocata molte volte da non saper vivere la propria affettività nel modo più giusto.

-         Atteggiamento narcisistico, ripiegamento su se stessi o come amore al raccoglimento e come “distacco dal mondo”

-         Ipersensibilità nei confronti di se stessi, che porta a volte ad un erotismo mascherato nel sentimento religioso nei rapporti con Dio e con gli altri

-         Masochismo nella ricerca di forme di penitenza o castigo o autopunizione.

Michela Pensavalli

Hai bisogno di informazioni?

Contattaci