Ne usciremo provati ma anche cambiati da questo periodo
Intervista a Francesca Baldini, neomamma e giornalista professionista
Francesca Baldini è una neomamma di origini romagnole che vive a Roma da molti anni. E’ una giornalista professionista con varie collaborazioni in testate cattoliche, tra cui RadioPiù, media partner della Settimana della Mamma. Recentemente ha collaborato alla messa a punto del sondaggio “Essere madre: aspettative e realtà a confronto", promosso dall’Istituto di Studi Superiori sulla Donna dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum per comprendere quali possano essere le nuove necessità delle neomamme. I risultati della survey, realizzata in collaborazione con LadyMum, Latte&Coccole, BabyShowerParty e TraNoi…ConNoi, saranno presentati all’evento “Becoming Mum! Cosa aspettarsi, come prepararsi e a chi rivolgersi. Un pomeriggio dedicato alle mamme in attesa, alle neomamme e ai papà” evento che si terrà in data da definirsi non appena l’emergenza covid-19 sarà passata.
In attesa di averla ospite all'incontro Valore Mamma Open Talk il 6 maggio p.v., abbiamo voluto intanto intervistarla per farci raccontare come sta vivendo questo periodo in cui tutti siamo costretti a ridisegnare le nostre vite ed il nostro tempo, e a riscrivere le nostre abitudini.
Come stai affrontando questa sfida inedita?
Siamo tutti smarriti e abbastanza impreparati. Io la sto vivendo in maniera molto passiva aspettando la ripresa.
Come stai reagendo di fronte al rischio da coronavirus? Da mamma cosa ti preoccupa di più?
La paura più grande è il contagio ovviamente, ma anche se dovessi ammalarmi di non poter stare vicino a mia figlia e alla mia famiglia.
Come stai gestendo la vita familiare durante questa quarantena?
Cercando di suddividere bene spazi e tempi, mantenendo piccole attività, continuando a truccarmi e vestirmi come se dovessi uscire.
Come ti sei organizzata il lavoro?
Cercando di mantenere almeno la mattina libera, ma è estremamente difficile con una bimba piccola. Inoltre cerco di avere uno spazio mio in casa dove lavorare.
Quali suggerimenti su come vivere al meglio questo periodo della quarantena vuoi condividere con le mamme?
Quello di mantenere dei momenti vostri, ma anche di godervi figli e marito/compagno. Ne usciremo provati ma anche cambiati da questo periodo.
Come credi cambieranno le cose dopo il covid-19?
Cambierà il mondo del lavoro, lo scenario e l’approccio, ma soprattutto il nostro stile di vita.
Quali scenari negativi temi maggiormente, per il prossimo futuro, e quali scenari positivi invece auspichi, sul piano culturale, sociale ed economico?
Negativi nella frizione del mondo del lavoro. Positivi, riscoprire la nostra casa comune e la cooperazione tra le comunità.
Quali sono le priorità su cui concentrarsi quando l’emergenza lascerà il posto alla ripresa di una nuova normalità, quando potremo ricominciare a uscire da casa, studiare e lavorare non solo a distanza?
Penso che la lezione più grande che ci porteremo dietro è quella che la tecnologia può diventare una grande alleata, ma non è tutto e magari si potrà ragionare realmente su sviluppare seriamente il concetto di “smart working” nel nostro paese e sviluppare le piattaforme di condivisione per lavorare su progetti comuni o per la formazione sia interna alle aziende, sia esterna.
Quali opportunità stai cogliendo da questa crisi, quali elementi positivi credi poter trarre e come pensi di valorizzare l’esperienza, sul piano umano e professionale?
Su quello umano penso che esca fuori veramente la vera umanità delle persone sia nel bene che nel male. Mi auspico che tutto questo bene comune, questa cooperazione che è emersa in questi giorni non vanifichi. Dal punto di vista professinale cmabierà tanto, spero però che ci sia una ripresa più veloce di quello che si ipotizza e che le persone sappiano bene sfruttare questo periodo per puntare su una reale formazione di professionisti e sburocratizzare maggiormente questo paese.