Orozco Luis Alfonso – Profumo di nardo nella Chiesa

Profumo di nardo nella Chiesa: la vita consacrata

Luis Alfonso Orozco LC

L'unzione a Betania (Mt 26, 6-13): 6 Mentre Gesù si trovava a Betània, in casa di Simone il lebbroso, 7 gli si avvicinò una donna con un vaso di alabastro di olio profumato molto prezioso, e glielo versò sul capo, mentre stava a mensa. 8 I discepoli vedendo ciò si sdegnarono e dissero: «Perché questo spreco? 9 Lo si poteva vendere a caro prezzo per darlo ai poveri!». 10 Ma Gesù, accortosene, disse loro: «Perché infastidite questa donna? Essa ha compiuto un'azione buona verso di me. 11 I poveri infatti li avete sempre con voi, me, invece, non sempre mi avete. 12 Versando questo olio sul mio corpo, lo ha fatto in vista della mia sepoltura. 13 In verità vi dico: dovunque sarà predicato questo vangelo, nel mondo intero, sarà detto anche ciò che essa ha fatto, in ricordo di lei».

Perché infastidite questa donna?

Davanti alla vita consacrata, alla realtà di giovani coraggiose che ancora oggi offrono la loro vita a Dio nella Chiesa, il mondo si infastidisce e alza la voce: Perché questo spreco? (v. 8). Anzitutto, diciamo che non è nessuna novità sentire una tale reazione, perché si tratta di una cosa vecchia tanto quanto il Nuovo Testamento. Per chi non ha fede e invece ha come unico orizzonte l’agitazione mondana, la vita consacrata gli sembra uno spreco di energie, un modo di usare male la propria esistenza, una scelta di altri tempi che non si “capisce”, come se fossimo al medioevo. Secondo loro si tratta di un modo di sprecare la vita. Meglio studiare o divertirsi o farsi volontari per aiutare i poveri nel Terzomondo! Dicono.

Ma la risposta di Gesù non si fa attendere. È chiara e autorevole: «Perché infastidite questa donna? Essa ha compiuto un'azione buona verso di me. (v. 10). Gesù risponde alla domanda con altra domanda diretta ai detrattori, come per dire, lasciatela stare in pace. “Se non capite il gesto profondo d’amore che significa consacrare la vita a Me nella Chiesa, se non sapete che dietro c’è una Mia chiamata personale; meglio non parlare, né dare dei consigli inopportuni”.

Che una giovane vuole consacrare se stessa a Dio in un determinato Istituto di vita religiosa, e questo ad alcuni –nella propria famiglia o fuori- non sembra opportuno, perché ormai guardano le cose con una visione troppo umana, dove manca la fede, allora è buono per tutti ascoltare un’altra volta la risposta del Signore: Perché infastidite questa donna? Essa ha compiuto un’azione buona verso di me. La vita consacrata rappresenta un gran bene nella Chiesa e nel mondo, dove c’è bisogno di amore disinteressato e di testimonianza dei valori trascendenti del Regno di Dio. E questo per volontà del Signore, il quale continua ancor oggi a chiamare chi vuole a questo genere di vita –i consigli evangelici-, che certo non è dato capirlo a tutti.

Ricordo una conversazione, poco tempo fa, con una religiosa che preoccupata mi diceva: “Un tale mi ha lasciata turbata perché me ha detto che la vita consacrata nella Chiesa è un relitto del passato, e che nel nostro mondo non ha già nessun senso”. Più o meno ho risposto così alla suora: “Sorella, quella lì è solo un’opinione, una volgare opinione, e lei la deve prendere come tale senza lasciarsi influire. Ciò che importa non è l’opinione di Tizio, ma ciò che dice chi ha autorità nella Chiesa. Ascolti la parola del Vangelo e vada avanti con fedeltà nella sua vita consacrata a Cristo”.

Una moderna Teresa D’Avila, in America

Gli esempi valorosi di donne consacrate che hanno fatto tanto bene nel mondo, parlano meglio di tante spiegazioni. Subito viene in mente la vita e opera di Madre Teresa di Calcutta, che è universalmente riconosciuta. E fra tanti altri che si potrebbero citare, scelgo uno -magari poco conosciuto- che viene dagli Stati Uniti. Rita Rizzo era una ragazza povera e dalle precarie condizioni di salute. Col tempo è arrivata a creare la più grande impresa televisiva cattolica: la Eternal World Television Network (ETWN). E questo essendo suora di clausura. Come ha fatto? Raymond Arroyo, Direttore del servizio informativo dell’impresa in questione, lo rivela in una biografia su Madre Angelica (nome da religiosa di Rita Rizzo).

Arroyo ha potuto scrivere il libro grazie a interviste esclusive a Madre Angelica, prima della sua malattia della Vigilia di Natale del 2001, quando è stata colpita da un ictus cerebrale. “Madre Angélica. La increíble historia de una monja que fundó una televisión mundial” (“Madre Angelica. L’incredibile storia di una monaca che ha fondato una televisione mondiale”), è la traduzione in spagnolo dell’originale in inglese “Mother Angelica. The Remarkable Story of a Nun, Her Nerve and a Network of Miracles”. Il volume spiega com’è, vive e pensa questa monaca di clausura – definita nel libro una “Teresa d’Avila moderna” – che parla al mondo e che secondo la rivista statunitense Times è “la donna cattolica più influente del Nord America”.

“Di tutti coloro che il Signore poteva scegliere per mettere in piedi questo emporio internazionale della comunicazione, Madre Angelica era la candidata meno appropriata, ma le vie del Signore non sono le nostre vie”, ha scritto nel prologo l’Arcivescovo di Denver e membro del Consiglio direttivo di EWTN, monsignor Charles J. Chaput, OFM. E ancora Joseph Ratzinger, nel 1999, ha detto che “Madre Angelica è riuscita a fare in America quello che altri hanno tentato di fare senza successo: far arrivare i suoi programmi a un numero di spettatori che si contano in milioni, rappresentando per la Chiesa un centro di fede e di forza rinnovatrice”.

Questo esempio stupendo e fortunatamente attuale di una suora di clausura, ci insegna ciò che Dio è capace di fare quando una persona, una semplice religiosa come Madre Angelica, si presta con fede ai suoi disegni provvidenziali.

Profumo di nardo

Leggiamo nel versetto nº 7 del vangelo riportato: gli si avvicinò una donna con un vaso di alabastro di olio profumato molto prezioso, e glielo versò sul capo, mentre stava a mensa. Quella donna sicuramente era stata guarita da una malattia o perdonata da Gesù, e mossa dall’amore, come un bel gesto di gratitudine gli versa sul capo quel profumo molto prezioso, che era un suo tesoro. Un profumo molto prezioso -e perciò caro- nella Chiesa è la vita consacrata.

La persona consacrata offre a Dio, suo Signore e unico Amore, non un dono qualsiasi o una parte del suo tempo in opere buone, ma tutta se stessa. La consacrazione è donazione piena che si dà a Dio senza riserva, e questo soltanto lo fa chi ha ricevuto il dono della chiamata nella sequela Christi. Perciò non è dato capirlo a tutti. La consacrata, la religiosa santa, è sempre come un profumo di nardo, prezioso anche per la sua scarsità, che si diffonde nel recinto della Chiesa per la lode di Dio e per il bene dei fratelli.

Profumo di nardo è stata la vita consacrata della carmelitana Teresa del Bambino Gesù, compadrona mondiale delle missioni, o la vita nascosta e sofferta di Faustina Kowalska, scelta da Dio per mostrare al mondo la sua infinita misericordia. O quel profumo esotico della meravigliosa vicenda umana e spirituale di Santa Giuseppina Bakhita, l’umile suora sudanese che prima fu schiava e poi si consacrò a Dio e senza fare nessun miracolo, se non quello della sua perfetta consacrazione. È questo il profumo prezioso che si eleva tutti i giorni nella Chiesa, dai conventi, clausure e comunità religiose dove vivono tante umili religiose e donne consacrate che rallegrano il cuore di Cristo con il profumo silenzioso della loro vita consumata come offerta d’amore.

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