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P. Angelo SECCHI, S.I. (1818-1878). Brani Scelti.

  "Ma la meteorologia in questi ultimi anni è entrata in una fase novella; essa non si occupa solo della climatologia, ma della fisica generale dell'atmosfera e delle correnti aeree e del giro delle burrasche. Lo scrivente si trovava in America all'epoca delle grandi scoperte di Maury. Egli vide i suoi metodi, e dalla sua bocca stessa raccolse le sue idee[ ... ]. (A.Secchi, L'astronomia in Roma nel Pontificato di Pio IX, 1877 - p. 44) "Durante tali ricerche meteorologiche riconoscemmo la grande importanza delle osservazioni del magnetismo terrestre in relazione alle vicende atmosferiche. Un magnetometro di declinazione era già stato eretto dal fin dal 1852 nella specola vecchia, che fu trasportato quindi nella nuova, ma l'angustia del sito e la mancanza degli strnmenti complementarii non permetteva uno studio esatto di questo ramo di fisica. Cercammo pertanto di compiere questa lacuna in Roma e in Italia tutta, ove allora non esisteva nessun osservatorio magnetico completo." (Jbid, p. 45) "Se non che la scienza è vana se non è utile, e la meteorologia è fortunatamente di quelle scienze da cui l'umanità può ricever grandi ed utili servigi. E' vero che lo scienziato non può impedire la formazione delle burrasche, né variare il regime delle piogge, può però cogli avvisi prevenire molti danni delle tempeste e ciò non solo in terra, ma molto di più in mare: e i nostri avvisi delle lontane burrasche hanno più volte impedito de' disastri a Civitavecchia, e al litorale nostro. Inoltre le piogge spmp un elemento che è manifestamente legato ai lavori agricoli, e le qualità delle coltivazioni possibili in un dato clima; ma principalmente è legato col regime delle fontane che in paesi come i circostanti di Roma interessano i bisogni di tutti. Su questo il meteorologista può dare consigli non ispregevoli in moltissimi casi. Più volte perciò il Santo -Padre ordino al Direttore di ispezionare alcune sorgenti per servizio delle popolazioni e per dar consiglio sulle condutture e gli allacciamenti, onde non mettersi in ispese che riuscissero poi inutili." (Ibid, p. 48) "L'idea delle successive trasformazioni presa con debita moderazione non è punto inconciliabile colla ragione, né colla religione. Infatti ove non si voglia tutto eseguito per pure forze innate e proprie della materia biuta, ma si ammetta che queste forze non d'altronde derivassero che dalla Cagione prima che creò la materia, e ad essa diede la potenza di produne certi effetti, non vi è nessuna intrinseca repugnanza per credere che, fino a tanto che non interviene nessuna forza nuova, possano svilupparsi certi organismi in un modo piuttosto che in un altro, e dar origine così a differenti esseri. Ma quando da una serie di questi esseri si passa ad un'altra che contiene un nuovo principio, la cosa muta aspetto. Dal vegetale senza sensibilità non potrà passarsi all'animale che ha sensazioni, senza un nuovo potere che non può venire dalla sola organizzazione, né dalla sola materia. E molto più dovrà dirsi ciò quando si passa dal bruto animale all'uomo che ragiona, riflette ed ha coscienza. Un nuovo principio deve associarsi allora alle forze fisiche deHa materia per avere questi risultati." (A. Secchi, Lezioni di fisica terrestre, p. 199) "Che una seriata coordinazione di creature sussista con una graduata classificazione e perfezione, non si nega; anzi questa prova l'infinita sapienza di chi la produsse, e la coordinò alle circostanze della loro vita; ed essa nella varietà delle f01me, e fino nella bizzaria degli ornati ci mostra una sapienza infinita. Il supporre che tutto sia effetto di forze cieche, di combinazioni accidentali di materia bruta, che restino poi così per caso permanenti, come per caso si formarono, è stata dai savi sempre riguardata come una stoltezza, anziché una filosofia degna di uomo ragionevole. [ ... ] La mente è quella che veramente crea e concepisce, e se questo attributo è nell'uomo in qualunque modo, per partecipazione, non è render Dio pari a noi stessi l'attribuirgli eminentemente questo attributo, non è limitarlo ad una particolare esistenza il concepire che esso vede tutto, conosce tutto, spirito purissimo sostiene tutto, che in esso noi viviamo, ci moviamo ed esistiamo, e che siamo sua fattura." (A. Secchi, Lezioni difisica terrestre, p. 202) "Ma il creato, che contempla l'astronomo, non è un semplice ammasso di materia luminosa: è un prodigioso organismo, in cui, dove cessa l'incandescenza della materia, incomincia la vita. Benché questa non sia penetrabile ai suoi telescopii, tuttavia, dall'analogia del nostro globo, possiamo argomentare la generale esistenza negli altri. La costituzione atmosferica degli altri pianeti, che in alcuni è cotanto simile alla nostra, e la struttura e composizione delle stelle simile al presente nostro sistema, o perc01Tono taluno di quei periodi, che esso già percorse, o è destinato a perconere." (A. Secchi, Lezioni di fisica terrestre, p. 214-21 5) "La vastità della creazione [ ... ] brilla molto più nella unità e semplicità dei principii che la informano [ ... ]. Semplicità ammirabile, la quale meglio di ogni altra cosa porta l'impronta di quella unità di principio che la trasse dal nulla . .. [principio] che regge le molteplici forze di cui è animata la materia. (A. Secchi, Lezioni di fisica terrestre, p. 198) "Mentre alcuni vedono l'incredulità e l'ateismo nei miei scritti, altri vi vede invece un'esaltata teologia che falsifica la fisica per appoggiare la bibbia[ ... ]. Chi si lamenta di non trovarvi le scopette che aspettava, chi non vi trova la fisica di S. Tommaso. A questi dirò solo che la fisica dopo S. Tommaso ha camminato un poco, e che se S. Tommaso fosse stato a' tempi nostri, non avrebbe adottato la fisica che adottò ma avrebbe preso quella adesso in uso nelle scuole ai tempi nostri, come allora prese quella in uso a tempo suo. [ ... ] Coi suoi progressi però Ila scienza non è arrivata a fare a meno di Dio, né quelli che speravano che la scienza vi arrivi avranno mai, né essi né i loro successori, questo." (APUG-Fondo Secchi, 23.I.5) "E' dunque dono di Dio anche l'intelligenza nelle scienze ed uno dei dono dello Spirito Santo. Allora, pe1tanto con coraggio, e dirò quasi con un certo diritto, potremo chiedere questo dono a Dio quando nei nostri studi noi ci proporremo lo scopo che si deve prefiggere ogni cristiano. Cioè non la vanità di superare gli emoli, non la boria i la superbia dopo averli superati ma solo col chiedere il lume dell'intelletto a comprendere le op~re del Signore, a conoscere le Sue grandezze e i nostri doveri." ! .......... . (APUG-Fondo Secchi, 2. VII.a p. 13) .. ...

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