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Papa Francesco contro l’aborto: “Desta orrore il solo pensiero”

Papa aborto Evangelium-Gaudii-615x380Durante l'incontro con il corpo diplomatico il Pontefice affronta le questioni più scottanti dell'attualità. Dalla famiglia al lavoro, dalla Siria alla Corea. Ma la sua attenzione si sofferma sui temi etici, scagliandosi contro chi sceglie che un bambino non debba vedere la luce

 

Papa aborto Evangelium-Gaudii-615x380Durante l'incontro con il corpo diplomatico il Pontefice affronta le questioni più scottanti dell'attualità. Dalla famiglia al lavoro, dalla Siria alla Corea. Ma la sua attenzione si sofferma sui temi etici, scagliandosi contro chi sceglie che un bambino non debba vedere la luce

da: R.it

CITTA' DEL VATICANO - "Desta orrore il solo pensiero che vi siano bambini che non potranno mai vedere la luce, vittime dell'aborto, o che vengono utilizzati come soldati, violentati o uccisi nei conflitti armati, o fatti oggetti di mercato in quella tremenda forma di schiavitù moderna che è la tratta degli esseri umani, la quale è un delitto contro l'umanità". È questo uno dei passaggi principali del discorso tenuto da Papa Francesco durante l'udienza, nella sala regia del palazzo apostolico, con i membri del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede.

Ma quello del Pontefice è un lungo monologo che affronta praticamente tutti i principali temi del momento, le crisi politiche e le emergenze sociali più discusse, le questioni più scottanti. A partire dalla famiglia e dalle sfide che deve quotidianamente affrontare.

Riforme per la famiglia. È un appello in primis alle istituzioni quello fatto dal Papa: "Si rendono necessarie politiche appropriate che sostengano, favoriscano e consolidino la famiglia - sottolinea Bergoglio - La fraternità si comincia ad imparare solitamente in seno alla famiglia e il lessico familiare è un lessico di pace. Ma, purtroppo, spesso ciò non accade perché aumenta il numero delle famiglie divise e lacerate, non solo per la fragile coscienza del senso di appartenenza che contraddistingue il mondo attuale, ma anche per le condizioni difficili in cui molte di esse sono costrette a vivere, fino al punto di mancare degli stessi mezzi di sussistenza".

Valorizzare i giovani. Per il Papa tutto deve iniziare dai giovani, dal futuro: "Bisogna investire sui giovani, con iniziative adeguate che li aiutino a trovare lavoro e a fondare un focolare domestico - afferma - Non bisogna spengere il loro entusiasmo". Ricordando la recente esperienza della Giornata mondiale della gioventù di Rio de Janeiro, un vero e proprio bagno di folla per Bergoglio: "Quanti ragazzi contenti ho potuto incontrare. Quanta speranza e attesa nei loro occhi e nelle loro preghiere. Quanta sete di vita e desiderio di aprirsi agli altri. La chiusura e l'isolamento creano sempre un'atmosfera asfittica e pesante, che prima o poi finisce per intristire e soffocare".

Non escludere gli anziani. Un pensiero, quest'ultimo, con il quale Francesco richiama l'attenzione anche sugli anziani, in un curioso parallelismo proprio con i più giovani: "Capita che gli anziani siano considerati un peso mentre i giovani non vedono davanti a sé prospettive certe per la loro vita. Anziani e giovani, al contrario, sono la speranza dell'umanità - ha sottolineato - I primi apportano la saggezza dell'esperienza; i secondi ci aprono al futuro, impedendo di chiuderci in noi stessi.

Speranza per la Siria. Volgendo lo sguardo all'estero, poi, il Pontefice non nasconde la personale preoccupazione per la guerra civile in Siria e per il clima di tensione crescente in cui vivono le popolazione delle due Coree. Ma, nelle sue parole, c'è anche l'auspicio per il futuro: "Non cesso - ha detto Papa Francesco - di sperare che abbia finalmente termine il conflitto in Siria. In tale prospettiva, auspico che la conferenza 'Ginevra 2' segni l'inizio del desiderio di pacificazione".

Pacificazione tra le Coree. Nello stesso tempo, però, è imprescindibile il pieno rispetto del diritto umanitario. "Non si può accettare - dice Bergoglio - che venga colpita la popolazione civile inerme, soprattutto i bambini. Incoraggio tutti a favorire e a garantire, in ogni modo possibile, la necessaria e urgente assistenza, senza dimenticare l'encomiabile sforzo di quei Paesi, soprattutto il Libano e la Giordania, che con generosità hanno accolto nel proprio territorio i numerosi profughi siriani". Quanto alla questione coreana, la Santa Sede "implora da Dio il dono della riconciliazione nella penisola con l'auspicio che, per il bene di tutto il popolo, le parti interessate non si stanchino di cercare punti d'incontro e possibili soluzioni".

Solidarietà per i profughi. Un accenno anche all'incessante catena di sbarchi sulle coste della nostra penisola; un tema particolarmente a cuore al Papa. "Non può trovarci insensibili - ha detto ancora Francesco - il dramma delle moltitudini costrette a fuggire dalla carestia o dalle violenze e dai soprusi, particolarmente nel Corno d'Africa e nella Regione dei Grandi Laghi. Molti di essi vivono come profughi o rifugiati in campi dove non sono più considerate persone ma cifre anonime. Altri, con la speranza di una vita migliore, intraprendono viaggi di fortuna, che non di rado terminano tragicamente". Il Papa ricorda nitidamente la propria visita a Lampedusa ed augura al popolo italiano di "rinnovare il proprio encomiabile impegno di solidarietà verso i più deboli e gli indifesi e, con lo sforzo sincero e corale di cittadini e istituzioni, di superare le attuali difficoltà, ritrovando il clima di costruttiva creatività sociale che lo ha lungamente caratterizzato".

Preghiera per Medioriente e Africa. Francesco esprime, poi, soddisfazione per l'apertura di nuovi spiragli per una soluzione della questione mediorientale: "E' positivo che siano ripresi i negoziati di pace tra israeliani e palestinesi. Faccio voti - ha detto il Papa - affinchè le parti siano determinate ad assumere, con il sostegno della comunità internazionale, decisioni coraggiose per trovare una soluzione giusta e duratura ad un conflitto la cui fine si rivela sempre più necessaria e urgente". Senza dimenticare le drammatiche situazioni in cui versano diversi Paesi africani: Nigeria, Repubblica Centrafricana, Mali, Sud Sudan, Egitto su tutti.

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