Pregare per il Papa che lascia. Pregare per il Papa che verrà. Unioni gay, solo un fuoco di Paglia.

Scriviamo questo commento con tristezza, quasi con mondano distacco; ma anche con speranza. Benedetto lascia. E’ vero ma nella Chiesa, per amor suo. E anche se Socci lo scrisse su Libero nel 2011 (“Dimissioni del papa…Preghiamo che Dio ce lo conservi a lungo”, 25.9.2011). ora, ora non cambia nulla (Scola) non cambia la certezza e la speranza, “Affidiamo ora la Santa Chiesa alla cura del Nostro Signore Gesù Cristo, e imploriamo la sua santa Madre Maria, affinché assista con la sua bontà materna i Padri Cardinali nell’eleggere il nuovo Sommo Pontefice”.  È e sarà sempre così et in saecula saeculorum amen. Per noi battaglieri bioetici l’addio di Ratzinger “non potrà fornire l’alibi di debordare dal suo insegnamento sulle questioni bioetiche”. Così Eugenia Roccella all’agenzia Dire.

E ora veniamo alla cosiddetta apertura della Chiesa alle unioni gay. Su Repubblica del 5.2. va in onda la solita dis-informazione Foto/articolo con titolo: “Diritti alle coppie gay”. Prima apertura nella Chiesa” secondo titolo a p.15: “Il Vaticano – da notare l’articolo – sì ai diritti delle coppie omosex”. In “prima” si vedono due mani unite di uomini (si può dire, ancora? forse per poco ancora) che si intrecciano. Segue il commento inevitabile di Mancuso: “La pari dignità dei figli di Dio”.  Chi vi ricorda? A me un certo Obama – leggi il mio commento della scorsa settimana.

Ma è così?  Veramente il neo presidente Pontificio Consiglio per la Famiglia Paglia apre ai gay?

Leggiamo Avvenire. “Il matrimonio è solo quello tra uomo e donna…dice Paglia - esiste l’arcipelago delle altre convivenze non familiari per le quali è bene che si cerchino soluzioni patrimoniali e nel diritto privato…non dobbiamo pensare che il matrimonio sia giustificato solo dall’affetto: l’autosufficienza del sentimento non giustifica da solo il matrimonio”. E questa sarebbe la storica apertura della Chiesa alle nozze gay ? L’Unità più avveduta apre infatti il giorno dopo non con Paglia ma con Ruini anche lui naturalmente “aperto” alle unioni gay ma non al matrimonio. “L’apertura del card. Ruini sui diritti purchè non si parli di matrimonio” di Roberto Monteforte, p.9, 6.2) . L’Osservatore Romano riporta le frasi corrette di Paglia e sembra godersela.  La famiglia tra Cicerone e Giorgio Gaber”.

Un certo rumor nelle file cattoliche si registra semmai per una frase di Paglia che invita “la politica a trovare una soluzione per le unioni anche gay".

Questa “apertura” non è  piaciuta  al vice presidente centrale dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani, Giancarlo Cerrelli che sulle pagine di Libero risponde: «Nel nostro ordinamento  sono già contemplati gli strumenti a tutela delle convivenze e pertanto ritengo inutili e superflue eventuali soluzioni in tal senso”. Sembra risentire Bagnasco. “Anche solo l’apertura, apparentemente piccola, di una fessura può trasformarsi nell’inizio di una voragine e nel successivo diritto all’adozione gay”.  Chi ha ragione ?

Ancora sulle unioni consiglio di leggere su Libero il botta e risposta tra il direttore Feltri e il l’oltranzista Doninelli (Nozze gay, diritto o abuso, p.19);  l’intervista di Zanini al sociologo Pierpaolo Donati che sui bambini cresciuti in coppie gay dice che diversamente da quelli di copie etero sono più fragili e ricorrono più spesso allo psicologo, su Avvenire La famiglia artificiale, 2.9. p.21; e infine il commento di Magdi Cristiano Allam, “Le nozze gay un suicidio dell’Europa” su il Giornale, 4.2. p.13.

Ed ora velocemente su malasanità (questa volta, non italiana): 9.2 Migliaia i morti nella sanità inglese. E’ il rapporto shock del governo. Pazienti gravi abbandonati negli ospedali pubblici inglesi lasciati senza cibo né acqua, non lavati, medici assenti, cure inesistenti. 1200 i pazienti lasciati morire tra il 2005 e il 2009. Lo riporta Repubblica, Gran Bretagna, migliaia di morti per malasanità, p.18

E sulla Legge 40, respinto il ricorso del governo italiano: L’Unione europea riscrive la fecondazione assistita su Libero, leggi l’articolo di Stefano Re, p. 23. Ma il ministro Balduzzi può ancora emanare le linee guida, scrive la Morresi. Lo farà?  Dubitiamo insieme ad Assuntina che su Avvenire scrive: “Legge 40,  i bersagli sono vita e famiglia” e “Per non ridurci a recitare slogan sul deserto che avanza”. Un vero proprio manifesto biopolitico da mettere in campo.

Antonello Cavallotto

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