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«Risorgere dalle ferite»: Lezione pubblica per inaugurare il corso interdisciplinare

Il martedì, 30 gennaio 2018 il prof. P. David Koonce, LC, direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose, con una lezione pubblica inaugura il corso interdisciplinare “Risorgere dalle ferite : psicologia e spiritualità a confronto”. "Siamo lieti di constatare che il corso abbia suscitato grande interesse non soltanto tra religiose, ma anche tra religiosi, seminaristi diocesani, e molti laici - dice il P. Koonce - in effetti, ogni cristiano soffre qualche ferita che ha bisogno di essere toccata, guarita, e trasfigurata dalla grazia della Risurrezione.” Pur essendo un corso disegnato per rispondere alle esigenze di formazione permanente del mondo della vita religiosa femminile, molti temi possono illuminare altre condizioni di vita nella Chiesa. “Sono convinto che il tema del corso di quest’anno è Provvidenziale e corrisponde a un movimento dello Spirito Santo, - aggiunge P. Koonce - basta leggere il discorso del Santo Padre nell’incontro con sacerdoti, religiosi e religiose, consacrati e seminaristi nel suo recente viaggio apostolico in Cile [16 gennaio 2018 ndr] per vedere l’attualità del nostro tema.” Come evidenzia P. Koonce, il Papa Francesco, in quell’occasione, ha dato un’espressione eloquente delle medesime intuizioni che ispirano questo corso:
Il consacrato è colui e colei che incontra nelle proprie ferite i segni della Risurrezione; che riesce a vedere nelle ferite del mondo la forza della Risurrezione; che, come Gesù, non va incontro ai fratelli con il rimprovero e la condanna. Gesù Cristo non si presenta ai suoi senza piaghe; proprio partendo dalle sue piaghe Tommaso può confessare la fede. Siamo invitati a non dissimulare o nascondere le nostre piaghe. Una Chiesa con le piaghe è capace di comprendere le piaghe del mondo di oggi e di farle sue, patirle, accompagnarle e cercare di sanarle. Una Chiesa con le piaghe non si pone al centro, non si crede perfetta, ma pone al centro l’unico che può sanare le ferite e che ha un nome: Gesù Cristo. La consapevolezza di avere delle piaghe ci libera; sì, ci libera dal diventare autoreferenziali, di crederci superiori. Ci libera da quella tendenza «prometeica di coloro che in definitiva fanno affidamento unicamente sulle proprie forze e si sentono superiori agli altri perché osservano determinate norme o perché sono irremovibilmente fedeli ad un certo stile cattolico proprio del passato». [Evangelium Gaudium, 94] In Gesù, le nostre piaghe sono risorte. [Francesco, Discorso, Cattedrale di Santiago di Cile, 16 gennaio 2018]
“In effetti -continua P. Koonce- in Gesù, le nostre piaghe sono risorte, sono glorificate e trasfigurate, ma non spariscono del tutto. Dobbiamo trovare il coraggio di accettare le nostre piaghe come segni della misericordia di Dio nella nostra vita. Questo è vero per ogni cristiano, ma il dramma di essere una persona «ferita ma risorta» si vive con particolare intensità nella vita religiosa. La persona consacrata, per la sua condizione nella Chiesa, è specialmente tentata di dissimulare o nascondere le sue piaghe; facilmente possiamo pensare che l’abito religioso è un costume da supereroe, invece di testimonianza della misericordia divina.” “Un corso interdisciplinare  perché Il Libro di Qoelet – spiega P. Koonce - dice « una corda a tre capi non si rompe tanto presto» (Qoelet 4,12), e possiamo dire che il nostro corso è strutturata come una «corda a tre capi».  Vuole esaminare le ferite nell’anima con l’aiuto della psicologia, alla luce della Sacra Scrittura, e nella tradizione della teologia spirituale. Dio, il grande medico dell’anima, utilizza la psicologia, la teologia spirituale, e la Sacra Scrittura come le suture per guarire le nostre ferite.”

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