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Una conversazione su arte, inclusione, fede e bioetica.

A cura di Serena Montefusco, UNESCO Chair in Bioethics and Human Rights Su iniziativa della Dott.ssa Renata Santos Benam, impegnata da oltre 10 anni sulla sensibilizzazione dei diritti dei non vedenti e ipovedenti, lo scorso 12 novembre si è tenuto un incontro, o come piace agli organizzatori chiamarlo, “una conversazione” su arte, inclusione, fede e bioetica, presso Palazzo San Niccolò di Firenze, un ambiente vintage e accogliente risalente al quattordicesimo secolo. “Questo piccolo evento è stata un’opportunità per abbracciare la nostra umanità capace di incontrare nuove persone, creare amicizie, gioire gli uni degli altri, visto che nel tempo, una buona conversazione è sempre stata un punto di partenza cruciale verso la speranza. L’idea è sfidare noi stessi e la nostra immaginazione su come vediamo il mondo e cosa possiamo fare per renderlo un luogo più inclusivo attraverso le arti, l’istruzione, la bioetica” – Dott.ssa Benam. In un’atmosfera quasi di altri tempi, hanno conversato con gli ospiti il Presidente dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, sezione territoriale di Firenze il Dott. Niccolò Zeppi, il Professore Luca Uzielli, Docente Emerito in Tecnologia del legno presso l’Università di Firenze, lo scultore Andrea Bianco, il pianista Duccio Limberti, Professore e Direttore dell’Istituto Scienza e Fede dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, P. Rafael Pascual, LC, e Prof. Alberto García Gómez, Decano della Facoltà di Bioetica e Direttore della UNESCO Chair in Bioehtics and Human Rights (Ateneo Pontificio Regina Apostolorum e Università Europea di Roma). Dopo i saluti iniziali, la benedizione di P. Daniel Mauricio, LC, è seguita dalla riflessione della Dott.ssa Santos Beman sulla sua esperienza di sostegno ai non vedenti e ad altri gruppi vulnerabili, e su come la conoscenza della realtà di molti non vedenti e ipovedenti, in particolare, abbia modificato la sua carriera.  Ciò ha contribuito al suo modo interdisciplinare di condurre la ricerca nei campi della scienza del comportamento, ispirata al lavoro di BF Skinner, verso le arti, l'educazione e l'esperienza della fede, come si vede nel suo recente lavoro sui significati delle reliquie al di là della visione e sull'esperienza della vulnerabilità e della Sindone di Torino.  La Dott.ssa Santos Beman ha sottolineato che si può fare ancora molto per l'equità e l'inclusione sociale.  Il Dott. Zeppi ha poi condiviso la sua esperienza di non vedente e di Presidente dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti nel sostenere e promuovere l'autonomia, l'istruzione, la ricerca e la riabilitazione. La Prof.ssa Natalia Parenko, in rappresentanza dell'Accademia Internazionale d'Arte di San Pietroburgo a Firenze, ha introdotto l'esibizione al pianoforte di una giovane pianista di talento, Angela Chen, con una performance eccezionale che ha simboleggiato l'inizio della Conversazione con la speranza nelle giovani generazioni. A seguire il Prof. Uzielli ha presentato alcune sculture e lastre in legno mettendo in risalto come, attraverso l’utilizzo della vista, del tatto e dell’olfatto, sia possibile esplorare e conoscere il mondo del legno. Interessante l’intervento di uno dei partecipanti, Prof. Paolo Pecile, che ha sottolineato l’importanza del legno e le sue proprietà versatili per lo sviluppo della società e della tecnologia; soprattutto ha fatto una riflessione sul fatto che la storia ci venga raccontata attraverso l’età del ferro, per esempio, e non “l’età del legno.” Dopo un momento di pausa, di P. Rafael Pascual, LC, ha introdotto le prospettive interdisciplinari nello studio della religione, in particolare attraverso lo studio della Sindone di Torino, e di come abbia ispirato molti artisti, tra cui Andrea Bianco. Presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma, P. Rafael Pascual, LC, oltre a coordinare il Master Scienza e Fede, il Diploma in Studi Sindonici, cura la Mostra Permanente sulla Sacra Sindone - Chi è l’Uomo della Sindone? La mostra è una raccolta di immagini, oggetti, sculture che permettono ai visitatori di fare un’esperienza spirituale, storica e scientifica dove i misteri del sacro telo dove è impressa la figura di un corpo di un uomo con segni evidenti di torture vengono svelati. L’ultima scultura “Ecce Homo secondo la Sindone” donata proprio da Andrea Bianco in occasione del XV Anniversario dell’inaugurazione della Mostra, è modellata sul Volto sindonico. “Erano numerosissimi e drammatici i particolari da realizzare su quel Volto. A partire da un occhio tumefatto come quello di un pugile, per proseguire con il colpo di bastone lungo la guancia, e poi quel lembo di barba strappata e il rivolo di sangue sulla fronte. Ma la cosa più atroce per me è stato il casco di spine. A questo punto ho realizzato in pienezza che lo scopo non era quello di creare un’opera bella, bensì una scultura che rappresentasse, per quanto possibile, l’indicibile dolore del nostro Dio per la salvezza dei peccatori” - Andrea Bianco. Avvicinandoci alla fine di questa conversazione tra amici, M.B Dallocchio, artista e assistente sociale di Beverley Hills che ora vive a Firenze, ha presentato il pianista, non vedente dalla nascita, Duccio Limberti che ha una storia incredibile di successi, laureato in lingue nel 1987, al Conservatorio Martini di Bologna ha conseguito il certificato di teoria e solfeggio.  Musicista autodidatta, arrangiatore, cantante, improvvisatore autore di 2 libri. Duccio ha suonato successi nazionali e internazionali accompagnato anche dalla moglie, Lali Burduli, con la quale crea il Duo LALIMBERTI.  L'esibizione ha lasciato tutti emozionati e con la pelle d'oca, poi Duccio Limberti e il Prof. García (con la chitarra) hanno improvvisato insieme un pezzo spagnolo, quindi lasciando la parola al Prof. García per condividere il progetto della Cattedra UNESCO in Bioetica e Diritti Umani Bioetica e Arte Globale, che attraverso le diverse espressioni dell'arte vuole promuovere l'inclusione nel rispetto dei diritti umani e l'importanza della vulnerabilità in bioetica, nonché le arti come forma di educazione ai valori e ai principi universali della Dichiarazione Universale di Bioetica e Diritti Umani (2005).  Per concludere, la dott.ssa Serena Montefusco, Project Manager e Communication Officer della Cattedra UNESCO, ha invitato i partecipanti a un'esperienza estetica mostrando alcune opere del Concorso Internazionale Bioetica e Arte che la Cattedra UNESCO ha realizzato come espressione del progetto. La conversazione si è conclusa nell’entusiasmo generale di tutti i partecipanti che hanno potuto apprezzare la magia dell’incontro e la condivisione con l’altro, la magia della presenza dello Spirito che ha permesso tutto ciò.

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