Un’Enciclica ‘Ecumenica’
Intervenendo alla presentazione ufficiale della "Laudato si'", il metropolita Zizioulas di Pergamo, ha sottolineato la sintonia della chiesa ortodossa con la sensibilità di papa Francesco sui temi ecologici
L’Aula Nuova del Sinodo, il grande auditorium sopra la Sala Nervi, questa mattina alle 11 era gremito. L’occasione era la presentazione della Lettera Enciclica Laudato si’, che effettivamente “è il documento che ha suscitato le maggiori attese”, secondo le parole e l’esperienza di padre Federico Lombardi, che ha introdotto e moderato l’evento.
Le parole di papa Francesco destano sempre grande interesse, in questo caso poi si aggiunge la forza di un documento magisteriale, su un tema di la cui urgenza è sotto gli occhi di tutti. Tutto questo spiega la grande affluenza di questa mattina alla conferenza stampa.
Intervenendo alla presentazione ufficiale della "Laudato si'", il metropolita Zizioulas di Pergamo, ha sottolineato la sintonia della chiesa ortodossa con la sensibilità di papa Francesco sui temi ecologici
L’Aula Nuova del Sinodo, il grande auditorium sopra la Sala Nervi, questa mattina alle 11 era gremito. L’occasione era la presentazione della Lettera Enciclica Laudato si’, che effettivamente “è il documento che ha suscitato le maggiori attese”, secondo le parole e l’esperienza di padre Federico Lombardi, che ha introdotto e moderato l’evento.
Le parole di papa Francesco destano sempre grande interesse, in questo caso poi si aggiunge la forza di un documento magisteriale, su un tema di la cui urgenza è sotto gli occhi di tutti. Tutto questo spiega la grande affluenza di questa mattina alla conferenza stampa.
Anche i social network stanno dando grande rilevanza all’evento e all’enciclica, ad esempio con l’hashtag su twitter #LaudatoSi. Papa Francesco stesso, ha dichiarato padre Lombardi, ha diffuso il documento, inviandolo nei giorni scorsi con una nota personale ai vescovi, per sottolinearne l’urgenza pastorale. È infatti un’enciclica che sta particolarmente a cuore al Santo Padre, e che il papa ha realizzato «personalmente ma non in solitudine», avvalendosi dell’apporto di tanti esperti.
Il card. Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Pontificio Consiglio Iustitia et Pax, ha presentato l’intero lavoro. L’enciclica infatti (cfr. n. 15) si inserisce nell’alveo del Magistero Sociale della Chiesa, e il cardinale vi aveva lavorato fin dalla sua prima stesura. Turkson ha dunque mostrato il percorso del documento, che si snoda dall’introduzione nei sei capitoli. Si parte da un’analisi dei dati scientifici sulla situazione attuale (cap.I), per poi (cap. II) recuperare le «ricchezze della tradizione giudeo-cristiana» sulla cura del creato, e richiamare tutti alla comune responsabilità.
Il cap. III affronta le «radici della situazione attuale» (n. 15) con l’obiettivo di elaborare un’ecologia integrale (cap. IV) che comprenda «il posto specifico che l’essere umano occupa in questo mondo e le sue relazioni con la realtà che lo circonda». Ciò significa richiamare questa specificità umana – e non all’opposto il negarla - che conduce alla salvaguarda autentica dell’ambiente.
Infatti, secondo il card. Turkson «al centro del percorso della Laudato si’, troviamo questo interrogativo: “Che tipo di mondo desideriamo trasmettere a coloro che verranno dopo di noi, ai bambini che ora stanno crescendo?”»: questa domanda è tipicamente, anzi, unicamente umana. Ed effettivamente solo a partire da questo l’enciclica elabora (cap. V e VI) le proposte pratiche ed educative.
Si è poi affrontato il delicatissimo e controverso tema del clima. Il prof. John Schellnhuber, di recente nominato membro della Pontifica Accademia delle Scienze, ha presentato i dati attuali sul Climate Change, le cause a lungo termine e quelle considerate più direttamente collegate con l’attività umana, ma ha pur riconosciuto che il clima della terra è una delle più stupefacenti manifestazioni della complessità della Creazione. Inoltre ha sottolineato come non ci sia una correlazione tra il numero delle persone, la povertà e l’inquinamento, ma anzi che spesso sono i pochi che detengono le ricchezze che inquinano di più.
Del resto, ha notato il card. Turkson «l’obiettivo dell’Enciclica non è quello di intervenire nel dibattito sul Climate Change, cosa di competenza degli scienziati, e tanto meno di stabilire esattamente in quale misura i cambiamenti climatici siano una conseguenza dell’azione umana». Ma nella prospettiva globale dell’Enciclica «è sufficiente che l’attività umana sia uno dei fattori che spiegano i cambiamenti climatici perché ne derivi una responsabilità morale grave di fare tutto ciò che è in nostro potere per ridurre il nostro impatto e scongiurarne gli effetti negativi sull’ambiente e sui poveri».
La conferenza stampa, novità di assoluto rilievo, ha visto la partecipazione anche del Metropolita John Zizioulas di Pergamo, il cui intervento è stato lungamente applaudito. La Chiesa ortodossa da tanti anni parla con coraggio della tragica distruzione del Creato, sottolineando la necessità della riscoperta soprattutto dell’aspetto spirituale nella cura della nostra casa comune, cosa che è fortemente presente nella Laudato si’. La sua relazione si è incentrata su tre aspetti: il significato teologico dell’ecologia, la dimensione spirituale del problema ecologico e, infine, il significato ecumenico dell’enciclica. Partendo dalle note accuse formulate alla fine degli anni ‘60 alla cultura cristiana come causa della crisi ecologica (cfr. Lynn White), il metropolita ha mostrato piuttosto che un atteggiamento di dominio irresponsabile dell’uomo verso la natura rappresenta un abuso della dottrina biblica sulla creazione e contraddice principi fondamentali della nostra fede. Oggi, ha affermato, si può addirittura parlare di un “peccato ecologico”, che sempre ha causa nell’individualismo che imprigiona l’uomo e taglia la sua relazione con Dio e con il prossimo: anche verso quel prossimo di cui solo l’uomo ha considerazione, cioè le generazioni future.
La conferenza stampa si è infine arricchita anche dell’apporto di due relatrici, la professoressa Carolyn Woo, Presidente dei Servizi di Soccorso cattolici, e Valeria Martano, romana e insegnante da 20 anni nelle periferie di Roma. La prima ha sottolineato come l’enciclica faccia suo l’appello di San Giovanni Paolo II di una “conversione ecologica”, che diriga lo sviluppo non solo verso il profitto economico ma alla salvaguardia dei beni comuni, quali acqua, aria, ricchezza di biodiversità. Martano, infine, ha toccato il tema dell’ecologia umana, presente nell’enciclica, sottolineando che «l’ambiente umano e l’ambiente naturale si degradano insieme» e ha testimoniato il lavoro che svolge da anni, con la Comunità di Sant’Egidio, «per sottrarre all’inquinamento umano spazi di “bellezza” e umanità».
Fonte: Vatican City, (ZENIT.org) Massimo Losito