A 60 anni dal Concilio: il pensiero di Ratzinger come bussola per il presente

Giornata di studio alla Facoltà di Teologia dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum

 

Sessant’anni dopo l’apertura del Concilio Vaticano II, l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum ha promosso una Giornata di Studio per rileggere quell’evento fondativo della Chiesa contemporanea attraverso il pensiero di Joseph Ratzinger. Organizzata dalla Facoltà di Teologia, l’iniziativa ha riunito studiosi, teologi e accademici per interrogarsi sul significato del Concilio oggi, nella vita ecclesiale e nel dialogo con il mondo. Non un semplice anniversario, ma l’occasione per riscoprire le radici di un evento che continua a plasmare il presente.

 

Il programma della giornata ha proposto un ricco alternarsi di lezioni plenarie e sessioni parallele. Tra gli interventi principali, il Cardinale Kurt Koch ha aperto i lavori con una riflessione sul legame tra Ratzinger e il Concilio; Mauro Gagliardi ha proposto una rilettura teologica della Dei Verbum, Leonardo Pelonara si è concentrato sulla Lumen Gentium, mentre Sameer Advani ha analizzato la Gaudium et Spes. A queste voci si sono affiancate sette sessioni tematiche, che hanno esplorato questioni come l’ecclesiologia di comunione, la libertà religiosa, l’ermeneutica biblica, l’etica e il dialogo con le religioni, con contributi da parte di docenti e ricercatori provenienti da diverse università pontificie e centri internazionali.

 

Tra le prospettive emerse con forza, l’invito a tornare ai testi originali del Concilio, per riscoprirne lo spirito autentico e sfuggire a letture ideologiche. In questa opera di discernimento, il pensiero di Joseph Ratzinger si conferma una chiave preziosa. Partecipe al Concilio come perito, egli ha offerto una visione teologica centrata su Cristo, attenta alla Tradizione come realtà viva e dinamica, capace di orientare la Chiesa anche oggi. Non si tratta di nostalgia, ma di un approccio che restituisce al Vaticano II la sua portata spirituale e missionaria: un’apertura al mondo che nasce dall’incontro con il Verbo incarnato.

 

I promotori della giornata, P. Sameer Advani e don Leonardo Pelonara, hanno sottolineato l’urgenza di un rinnovamento teologico che non si appiattisca sull’attualità, ma si nutra della Parola di Dio e della vita sacramentale della Chiesa. Hanno messo in guardia da interpretazioni polarizzate del Concilio – come pura rottura o rigida continuità – che rischiano di tradirne la ricchezza. Il Vaticano II, hanno ricordato, è stato innanzitutto un evento spirituale, un soffio di rinnovamento che esige discernimento e fedeltà.

 

Le riflessioni non si sono limitate alla storia, ma hanno toccato le sfide del nostro tempo: la secolarizzazione, la frammentazione culturale, la crisi dell’identità cristiana. In questo contesto, il magistero e il pensiero ratzingeriano restano una bussola affidabile. La sua idea di una “ragione allargata”, capace di aprirsi alla fede senza ridursi a scientismo o relativismo, offre criteri solidi per abitare il presente e dialogare con il mondo senza perdere l’anima.

 

L’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum non è nuovo a questi approfondimenti. Il pensiero di Joseph Ratzinger – poi Benedetto XVI – è da anni al centro della sua proposta formativa, sia nella didattica che nella ricerca. Convegni, pubblicazioni e collaborazioni internazionali ne testimoniano l’impegno. In particolare, vengono valorizzati il suo contributo alla teologia della liturgia, la riflessione sulla fede come risposta razionale all’Incontro, e la visione della Chiesa come sacramento di salvezza per il mondo. In Ratzinger, rigore intellettuale e profondità spirituale si uniscono in una sintesi che continua a ispirare generazioni di studiosi e pastori.

 

La giornata si è conclusa con un appello chiaro, rivolto in particolare ai giovani teologi: non accontentarsi di letture semplificate del Concilio, ma entrarvi in profondità, con umiltà e desiderio di verità. Il pensiero di Ratzinger, in questo senso, non è un’eco del passato, ma un compagno di strada per la Chiesa del futuro. Il suo insistito richiamo alla centralità di Cristo resta un punto fermo: «Alla fine, solo il santo è veramente rivoluzionario» – ricordava da Papa. Ed è proprio questa rivoluzione dello Spirito che, sessant’anni dopo il Vaticano II, siamo chiamati a riscoprire e a testimoniare.

 

Laura Dalfollo, Responsabile Formazione a Distanza APRA

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