Cattedra Arosio

L’idea di materia nel pensiero di San Bonaventura

 

Il saggio cerca di approfondire la concezione della materia di Bonaventura da Bagnoregio, esplicitando gli accenni sparsi nella sua opera, mettendo tale concezione in rapporto con le sue fonti, con i contemporanei coi quali essa si trova in dialogo, con le sue più e meno prossime derivazioni. Nel far ciò, ci si prospetterà un Bonaventura il quale, senza nulla togliere alla centralità di Dio, porta avanti una concezione attiva e dinamica del mondo naturale, della quale soprattutto oggi si sente un gran bisogno; ma ci si prospetterà anche il profilo di un Bonaventura realmente pensatore, oltre che uomo di fede. Secondo una metafora cara al Duecento, Dio è quel centro al quale si può giungere in linea retta da qualunque punto della circonferenza, posto che ci si addentri abbastanza in profondità. Allo stesso modo noi cercheremo, tramite l’approfondimento della teoria della materia, di arrivare al cuore pulsante del pensiero di un autore tanto celebre quanto, sovente, misconosciuto nel suo spessore speculativo.

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Aspectus e Affectus nel pensiero di Robert Grosseteste

Generazioni di studiosi hanno osservato che la distinzione aspectus/affectus era un elemento caratteristico del pensiero di Robert Grosseteste (1168-1253 circa). Questa divisione dei poteri dell’anima razionale in cognitivi e appetitivi compare frequentemente nelle opere del polimata inglese, in tutti i generi e per almeno quattro decenni della sua carriera di studioso. Il lavoro contenuto in questo vo- lume presenta la prima analisi storica e sistematica completa della distinzione aspectus/affectus di Grosseteste e scopre che questa distinzione è una chiave importante per comprendere una rete di temi interconnessi nel pensiero di Grosseteste. Le dottrine che accompagnano aspectus e affectus sono fondamentali per la sua psicologia e hanno importanti connessioni con la sua metafisica, soteriologia, teologia mistica ed epistemologia. Pur non sostituendo in alcun modo i precedenti studi di James McEvoy (1982, 2000) e James Ginther (2004), questo libro fa progredire lo studio di Robert Grosseteste in diverse aree, tra cui la sua dottrina dell’anima e la sua teoria dell’illuminazione.

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