Bioetica, Multiculturalismo e Religione: Workshop Internazionali

di Allister Lee – Studente di Licenza in Bioetica

La contemporaneità e la spinta al futuro portano con sé progresso e conseguenze. Due facce della stessa medaglia con cui l’intera umanità dovrà, prima o poi, fare i conti. In risposta a queste esigenze di dialogo e azione concreta, la Cattedra UNESCO di Bioetica e Diritti Umani del nostro Ateneo organizza i Workshop Internazionali di Bioetica, Multiculturalismo e Religione, giunti oggi alla IX edizione, attraverso cui dà voce alla propria missione: l’arte della convergenza e della cooperazione nell’etica globale tra esperti di bioetica provenienti dalle religioni del mondo, tra cui, buddismo, cristianesimo, confucianesimo, induismo, islam, ebraismo e dalla prospettiva laica.

Uno dei temi più attuali e urgenti, nonché oggetto di importanti discussioni e di nuove normative internazionali, è quello ambientale. Questo è stato affrontato a Bangkok nell’VIII edizione del Workshop Proteggere l’ambiente, la biosfera e la biodiversità, con l’obiettivo di comprendere come le diverse tradizioni concettualizzino il rapporto tra umanità e natura e come si debba affrontare l’attuale questione climatica eticamente. Anche in questa occasione i rappresentanti delle diverse religioni e diversi studiosi hanno espresso concetti preziosi, ponendo ulteriori basi per una sensibilizzazione al tema che, auspicabilmente, possa trasformarsi in consapevolezza e azione. Il nostro Prof. P. Joseph Tham, LC, coordinatore di questo workshop, ha sottolineato la necessità di un dibattito pubblico sull’azione per il clima da una prospettiva religiosa.

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In risposta all’appello del Papa al dialogo attraverso l’Enciclica Fratelli tutti, la Cattedra UNESCO di Bioetica e Diritti Umani ha organizzato il IX Workshop, tenutosi a Roma, per studiare il documento alla luce delle diverse tradizioni religiose. In questa cornice di cooperazione e collaborazione, P. Sameer Advani, LC, ha contestualizzato l’impegno di Fratelli tutti e della Chiesa cattolica per il dialogo interreligioso come prodotto del Concilio Vaticano II e ha sottolineato che tale dialogo è “principalmente antropologico e solo secondariamente teologico”. Ha evidenziato anche che, poiché la religione è una parte essenziale dell’esistenza e dell’esperienza umana, le domande fondamentali a cui il dialogo interreligioso cerca di rispondere sono di conseguenza anche profondamente umane, come la natura, lo scopo dell’uomo e la moralità.

Il dialogo – come ha ricordato ai partecipanti il dottor Chris Durante della St Peter’s University di New York attraverso le parole dei leader greco-ortodossi – “ha luogo in tutti i nostri incontri, personali, sociali o politici, e deve sempre essere esteso a coloro che aderiscono a religioni diverse dalla nostra”, dove “la veritĂ  non ha paura del dialogo”. Nella sua presentazione, il dottor Durante ha sottolineato l’importanza della relazionalitĂ  con gli altri nel mondo, evitando forme di tribalismo ed esclusivismo bigotto.

Con questi workshop si esplorano ampie gamme di pensiero e si generano idee, confronti e ipotetiche strade per soluzioni. Non solo indagine che spazia dagli aspetti teologici a quelli politici della religione, ma anche il modo in cui essi percepiscono le ragioni dell’umanità per proteggere l’ambiente e la fratellanza umana per prevenire ulteriori danni. La protezione degli uni e degli altri, così come quella dell’ambiente, non sono argomenti di discussione, ma occorre il dibattito per trovare il modo più etico ed efficiente per continuare a camminare in avanti nel rispetto dell’uomo e della natura nel prossimo futuro.

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