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Inaugurazione a.a. 2020-21

8.10.2020 - Cerimonia di Inaugurazione dell’Anno Accademico Il Magnifico Rettore P. José E. Oyarzún, LC, in totale sicurezza, ha accolto i nuovi studenti. "...la situazione attuale è un richiamo a continuare a perfezionare la nostra proposta educativa integrale. Formare persone, sacerdoti e laici, ben fondati in una cosmovisione cristiana, con un pensiero solido e rigoroso, e aperte ai problemi dell’uomo concreto... Sono persone che saranno in grado di dirigere e coinvolgere altri nella ricerca di soluzioni integrali ai problemi umani, come è connaturale al cristianesimo."    Qui di seguito e in allegato il testo completo della sua “Relatio Magistralis” completa.
Relatio Magistralis Rettore
Video Giornata Inaugurazione ‘20-‘21
Brochure Pianificazione Strategica fino al 2024
Roma, 8 ottobre 2020 Eminenza Reverendissima, cari docenti, studenti e collaboratori, Vi rivolgo un cordiale benvenuto e il mio più sincero “grazie”, per la vostra partecipazione alla cerimonia inaugurale dell’anno accademico 2020-2021 del nostro Ateneo Pontificio Regina Apostolorum. Prima di iniziare, sono nell’obbligo di esprimere uno speciale ringraziamento a S.Em. il Cardinale Fernando Filoni, Gran Maestro dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, già Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, per aver accettato l’invito a pronunciare la lectio magistralis. Ne siamo davvero onorati! Grazie, Eminenza! Grazie per la sua presenza e per le riflessioni che condividerà con noi! Ci faranno molto bene! Inoltre, ringrazio il nostro nuovo Gran Cancelliere, P. John Connor, L.C., per il messaggio che ci ha rivolto, per il sostegno e la vicinanza che ci ha riservato in questi mesi a partire della Sua nomina come di Direttore Generale della Congregazione dei Legionari di Cristo. Accompagniamo Lui e i componenti del Consiglio Generale con le nostre preghiere, tra cui il Vicario Generale che ci onora con la Sua presenza. Inoltre, approfitto l’occasione per augurare un buon lavoro a P. Gonzalo Miranda, L.C., che è stato riconfermato per tre anni Decano della Facoltà di Bioetica, e a P. Marcelo Bravo, L.C. che è stato nominato Direttore dell’Istituto di Scienze Religiose. Desidero ringraziare P. Sebastián Rodríguez, L.C. per il servizio svolto in qualità di Economo Generale e che è stato destinato ad altro incarico in Spagna. Possiamo dire che ha lasciato la sua impronta in ogni angolo della struttura. Auguro un buon lavoro al Dott. Emanuele Bova che ha assunto le funzioni dell’economo. Diversamente a quanto abbiamo fatto negli altri anni, quest’anno non ci sarà una relatio annualis da parte del Rettore. Il resoconto delle attività svolte durante l’anno accademico 2019-2020 farà parte del liber annualis che sarà pubblicato alla fine di questo anno solare. Perciò voglio valermi di questa occasione per ricordare due esperienze che abbiamo vissuto come comunità accademica durante l’ultimo anno per trarre qualche riflessione sulla nostra comunità, sulla sua missione e sulle sfide del futuro prossimo. La vita e missione dell’Ateneo nel contesto dell’esperienza della pandemia Una prima esperienza che voglio evidenziare è l’emergenza sanitaria, conseguenza della pandemia del COVID-19. Lo scorso 4 marzo abbiamo sospeso le attività presenziali dell’Ateneo in ottemperanza agli orientamenti del Governo italiano per la salvaguardia della salute pubblica. È una situazione che ha stravolto i diversi ambiti della vita personale e sociale, e che, come comunità universitaria, ci ha messo davanti alla sfida di cercare nuovi modi per continuare le attività essenziali. Grazie a Dio e al generoso lavoro profuso da tante persone, abbiamo potuto attivare agilmente la modalità a distanza per la maggior parte delle attività accademiche e del lavoro amministrativo, segretariale e di servizio. È stato un periodo difficile e faticoso che ha richiesto da parte di tutti flessibilità e creatività, capacità di adattamento e indubbiamente l’esercizio della pazienza e la comprensione quando le cose non sono andate come pensavamo che dovessero andare. Frutto di questo sforzo e della collaborazione di molti è stata la conclusione quasi normale dell’anno accademico 2019-2020. Anzi, grazie allo zelo e la creatività, le facoltà e gli istituti hanno organizzato diverse attività accademiche, avvalendosi della tecnologia. Solo per citare alcuni: La bioetica durante il covid19, organizzato dalla Facoltà di bioetica il 3-4 luglio 2020; il corso estivo “Farsi prossimo" organizzato dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose dal 6 al 10 luglio 2020; la serie di conferenze sulla Maturità del candidato prima dell’ingresso in seminario, organizzato dall’Istituto Sacerdos dal 30 giugno  al 3 luglio 2020; la serie di incontri virtuali sulle tematiche di maggiore criticità in questo periodo quali le sfide economiche e finanziarie, il ruolo e le necessità delle famiglie nel periodo di ripresa, il futuro del lavoro, ecc. organizzata dall’Istituto di Studi Superiori sulla Donna, durante tutto il secondo semestre;… Perciò, voglio approfittare di questa occasione per ringraziare tutti i membri della comunità accademica per la generosità dimostrata in questo tempo. Questa particolare esperienza vissuta nei mesi precedenti e il modo come l’abbiamo vissuta mi muovono a fare due riflessioni riguardo a come concepiamo la nostra istituzione accademica pontificia e all’attualità della sua missione. Il valore della dimensione comunitaria Una realtà che emerge palesemente in questo periodo di pandemia è proprio che tutti siamo parte della stessa comunità umana tanto nel bene come nel male. Quanto accade a un uomo o a una donna in una parte del mondo può accadere anche a tanti altri che condividiamo la stessa natura umana capace di cose sublimi ma allo stesso tempo così fragile da poter soccombere ad una piccola particella come un virus. “Le nostre esistenze -diceva il Papa Emerito- sono in profonda comunione tra loro…”[1]. Come cristiani, che vediamo in ogni uomo e in ogni donna l’immagine e somiglianza del Creatore, siamo invitati ad essere solidali con il genere umano e fare nostre, come ci ricordava il Concilio, “le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono”[2]. A questo proposito Papa Francesco nella sua ultima Enciclica “Fratelli e sorelle tutti”, al n. 32 fa presente che “una tragedia globale come la pandemia del Covid-19 ha effettivamente suscitato per un certo tempo la consapevolezza di essere una comunità mondiale che naviga sulla stessa barca, dove il male di uno va a danno di tutti. Ci siamo ricordati che nessuno si salva da solo, che ci si può salvare unicamente insieme”. Affinché questo non rimanga nell’ambito dell’idea e dell’astrazione abbiamo davanti a noi la sfida di vivere la dimensione comunitaria nel concreto della nostra piccola realtà. Dobbiamo ricordare che l’universitas, nell’ambito della sua specificità, ha una particolare vocazione comunitaria in cui professori e studenti ci impegniamo nella ricerca della verità e nell’acquisizione di competenze culturali e professionali superiori[3]. Vivere questa vocazione comunitaria è diventata una sfida più impegnativa nelle circostanze attuali, perfino nel momento della così chiamata “nuova normalità”. Le possibilità di un contatto personale immediato tra docenti e studenti o tra gli stessi studenti che condividono uno spazio di apprendimento e di interazione personale sono più limitate. Per questo motivo, rinnovo l’appello a che, con l’iniziativa e la creatività di tutti, cerchiamo modi nuovi per rafforzare la dimensione comunitaria, individuando canali di comunicazione e collaborazione che permettano di attuare un progetto formativo e culturale che contribuisca all’evangelizzazione. L’attualità della missione Ed è proprio l’evangelizzazione, più specificamente l’evangelizzazione della cultura tramite la formazione integrale di apostoli, leader cristiani, chierici e laici, e la promozione di correnti di pensiero cristiano, la ragion di essere dell’Ateneo Regina Apostolorum. Ma, proprio nel contesto in cui stiamo vivendo, possiamo domandarci in quale modo la nostra missione può contribuire? È evidente che il nostro contributo non è la produzione di un vaccino. Però è importante evidenziare che la crisi provocata dal COVID non è solo un problema di salute ma tocca tutti gli ambiti della vita umana: la politica, l’educazione, l’economia, la psicologia, la religione, ecc. È un problema che manifesta come l’uomo non può essere ridotto ad una sola dimensione e che la maggior parte dei problemi umani richiedono una risposta complessiva. Per riuscirci, il mondo ha bisogno di persone altamente qualificate a livello professionale, è vero; ma anche, persone educate in modo integrale. Alla base di una educazione integrale deve esserci una concezione integrale della realtà, particolarmente dell’uomo, che poggia, dal punto di vista della conoscenza, su un concetto preciso di ragione. Una ragione aperta che si riconosce capace di raggiungere la verità delle cose, superando così un’idea meramente tecnica e utilitaristica della conoscenza. È una ragione che diventa condizione di possibilità per una adeguata interdisciplinarietà, poiché riconosce l’unità del sapere in contrapposizione a un approccio frammentario promosso da un’eccessiva enfasi nelle specializzazioni. Inoltre, fornisce la base per un dialogo reale, poiché questo ha senso solo se si è aperti alla possibilità di raggiungere la verità oggettiva. Tutto questo, viene offerto dalla fede e cosmovisione cristiana su cui si fonda il nostro progetto educativo e culturale. Perciò, nella misura in cui educhiamo persone con una visione integrale della realtà, possiamo contribuire a creare delle condizioni affinché i problemi umani concreti, come questo provocato dal COVID, possano essere affrontati in modo complessivo. In questo senso, la situazione attuale è un richiamo a continuare a perfezionare la nostra proposta educativa integrale. Formare persone, sacerdote e laici, ben fondati in una cosmovisione cristiana, con un pensiero solido e rigoroso, e aperte ai problemi dell’uomo concreto è un enorme contributo. Sono persone che saranno in grado di dirigere e coinvolgere altri nella ricerca di soluzioni integrali ai problemi umani, come è connaturale al cristianesimo. Ugualmente significativa e attuale è l’altra dimensione della missione dell’Ateneo: “creare -e promuovere-, in piena comunione con il Magistero della Chiesa, correnti di pensiero che rispondano alle domande teoriche ed esistenziali dell’uomo e impregnino di spirito evangelico la società”[4]. Ancorati nella Rivelazione, che ha il suo culmine in Cristo, siamo chiamati a contribuire a quella “coraggiosa rivoluzione culturale” a cui ci invita Papa Francesco. La specificità del nostro contributo è aiutare a “dare -in modo accademico- ragione della nostra speranza” davanti al mondo e la cultura in cui viviamo. “È necessario arrivare là dove si formano i nuovi racconti e paradigmi”[5], tramite proposte accademiche significative, solide e credibili. In questo senso, Papa Francesco diceva nell’esortazione Evangelii Gaudium: “dal momento che non è sufficiente la preoccupazione dell’evangelizzatore di giungere ad ogni persona, e il Vangelo si annuncia anche alle culture nel loro insieme, la teologia – non solo la teologia pastorale – in dialogo con altre scienze ed esperienze umane, riveste una notevole importanza per pensare come far giungere la proposta del Vangelo alla varietà dei contesti culturali e dei destinatari”[6]. Guadare il futuro insieme: la tabella di marcia della pianificazione strategica Per attuare quanto abbiamo detto, è necessario, anzitutto, prendere consapevolezza della necessità della grazia di Dio. D’altra parte, è indispensabile conoscere e orientare nel miglior modo possibile le forze che abbiamo a disposizione. In questo contesto voglio riferirmi, sinteticamente, ad un’altra esperienza che, in diversi modi, ha visto coinvolta la nostra comunità accademica durante il corso 2019-2020. Mi riferisco alla programmazione strategica quinquennale, iniziata a settembre del 2019, primo anno del nuovo governo dell’Ateneo. Radicati nell’identità e nella missione istituzionale, e prendendo atto della nostra realtà e delle nostre capacità concrete, abbiamo fissato diversi obiettivi strategici in quattro aree che abbracciano tutta la vita della nostra istituzione: qualità accademica, formazione ed esperienza universitaria, governo istituzionale e sviluppo istituzionale. Si tratta di un programma ambizioso ed esigente, perché è stato fatto nel nome di Gesù e con la sicurezza di contare con l’animo e la forza di una comunità Regina Apostolorum che vuole contribuire all’evangelizzazione con un progetto accademico, formativo e culturale, qualificato. L’elaborazione della programmazione è stata una esperienza di comunità perché, oltre a quanti hanno partecipato nei sondaggi previ, nelle riunioni di pianificazione hanno partecipato circa trenta persone rappresentando diverse aree e dipartimenti dell’Ateneo. Dato che guarda verso il futuro, questo piano diventa la nostra tabella di marcia che orienta i nostri sforzi. Perciò invito tutti a conoscere e far conoscere il piano strategico quinquennale e ad averlo presente nello svolgimento dei propri ruoli e attività. Il piano è per tutta l’istituzione e la sua attuazione dipende dall’impegno di tutti. Questo è un modo concreto di fare comunità. Quando abbiamo iniziato la pianificazione strategica non avevamo nell’orizzonte le sfide collegate alla situazione sanitaria frutto della pandemia del COVID 19, di cui abbiamo già parlato. Per questo motivo, nei mesi precedenti in sede del Consiglio Direttivo e con la partecipazione di altri rappresentanti della comunità ci siamo incontrati per prendere atto della situazione attuale e per stabilire delle priorità per l’anno accademico che oggi stiamo inaugurando, secondo le esigenze concrete che abbiamo riscontrato. Perciò, per l’anno accademico 2020-2021 abbiamo scelto dal piano quinquennale le seguenti priorità. Innovazione educativa L’innovazione educativa è una necessità costante in una istituzione accademica. Questo implica l’aggiornamento dei piani di studio affinché rispondano alle nuove esigenze e contesti. Inoltre, implica l’aggiornamento didattico. Consapevoli di questa necessità, dal 2015 l’Ateneo ha offerto ai propri docenti corsi di aggiornamento e perfezionamento didattico. Proprio a settembre del 2019 è iniziato il Diploma esperto in docenza universitaria, impartito da docenti della Facoltà di Educazione dell’Università Francisco di Vitoria di Madrid. È un progetto al quale vogliamo dare continuità nonostante la situazione attuale. In quest’anno così particolare, la grande sfida didattica è il maggiore e migliore utilizzo delle nuove tecnologie e la modalità a distanza nel processo educativo. Si tratta di una questione su cui si stava già lavorando prima dell’emergenza del COVID 19, ma la crisi sta accelerando un processo che, secondo alcuni, avrebbe dovuto durare almeno altri cinque anni. Non essendo un passaggio automatico, ci siamo impegnati al miglioramento delle strutture, alla formazione dei docenti e degli studenti per un adeguato utilizzo della tecnologia poiché la digitalizzazione non può consistere nel replicare il metodo faccia a faccia in un formato online. Il tutto, nella piena consapevolezza che questo processo richiede un chiaro tempo di apprendimento, coniugato ad una grande flessibilità. Coinvolgimento degli studenti Un’altra sfida che ci propone la situazione che stiamo vivendo ha a che vedere, come ho già detto, con la vita comunitaria. In questo contesto, vogliamo continuare a promuovere il coinvolgimento degli studenti creando un coordinamento di studenti a livello generale, promovendo associazioni di studenti orientate a diverse finalità, avviando la loro partecipazione in attività sociali e culturali, ecc. Siamo consapevoli che sono loro l’oggetto dei nostri servizi e li vogliamo attivi e impegnati nella vita dell’Ateneo. Invito, quindi, tutti gli studenti a usare la loro creatività, abbinata alla loro dimestichezza nell’uso della tecnologia, per far sì che l’esperienza nel Regina Apostolorum sia un vero laboratorio di preparazione e crescita per tutti. Talento umano Alla luce delle impreviste e inimmaginabili difficoltà subentrate nella gestione di una comunità accademica, sempre derivate dalla pandemia, – evidentemente anche nel nostro ateneo – miriamo a sviluppare maggiormente un programma di crescita umana, spirituale e professionale del personale amministrativo e di servizio. Un programma che si articola sui piani della selezione, della mobilità, dell’inclusione, dello sviluppo integrale. Il tutto per assicurare elevati livelli di competenza, impegno e senso di appartenenza. Mai così necessari come in questo momento storico. Risorse finanziarie È sotto gli occhi di tutti come il Coronavirus abbia causato dei contraccolpi anche sul piano economico. Piuttosto forti, peraltro. Tali effetti, a loro volta, si sono sentiti e si sentono anche dal punto di vista della disponibilità delle risorse. Chiaramente, pure la nostra comunità accademica ne sta risentendo. Per tale ragione, siamo chiamati non solo a ottimizzare quelle risorse di cui disponiamo, ma anche ad adoprarci affinché possiamo reperire altre fonti che ci consentano di onorare la nostra missione accademica, in questo momento di dura prova. Conclusione Sulla base delle sfide e dei propositi che ci attendono, oltre che nella consapevolezza di quanto già ben realizzato, dunque, concludo questo mio intervento, chiedendo allo Spirito Santo che continui a indicarci le giuste rotte per navigare nelle agitate acque del nostro tempo, così che possiamo essere pescatori di uomini gettando le reti della cultura cattolica. Pertanto, confidando nel sostegno di Cristo e nella materna vicinanza di Maria, Regina degli Apostoli, iniziamo l’anno accademico 2019-2020, XXVII dalla fondazione, che in virtù dell’autorità che mi è stata conferita, dichiaro solennemente aperto. A voi tutti, il mio grazie di cuore.
[1] Benedetto XVI, Spe Salvi, 48. [2] Cfr. GS, 1 [3] Cfr. Benedetto XVI, 22 aprile 2007. [4] Cfr. St.Gen., art. 4, 3. [5] Francesco, EG, 44. [6] Francesco, EG, 133.

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